Le sei bufale più popolari su George Soros, smontate
Prima spericolato speculatore, poi attivista della società aperta, il finanziere ungherese è considerato un grande burattinaio dietro ogni sorta di cospirazione.
Come è nata la sua leggenda?
Di PAGELLA POLITICA AGI
24 novembre 2018, 07:20
Teorie complotto George Soros
Ha 88 anni, è miliardario e da decenni è “l’uomo nero” della fasciosfera – la galassia razzista e complottista dell’estrema destra –, dei cospirazionisti e di numerosi politici in Europa e nel mondo. Soltanto nelle ultime settimane, George Soros è stato al centro di due notizie, lontane tra loro soltanto da un punto di vista geografico.
Il finanziere statunitense, infatti, è stato accusato di sostenere economicamente una carovana di oltre 7 mila migranti, diretta verso gli Stati Uniti dall’Honduras. Ma non esiste nessuna prova che questo sia avvenuto, solo accuse infondate a cui ha alluso lo stesso presidente Donald Trump.
Uno schema simile si è sviluppato in Europa, dove Soros è stato accusato pubblicamente da politici italiani, come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, di finanziare carte di credito, poi distribuite dall’Unhcr ((l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati) ai migranti provenienti in Europa. Notizia, anche questa, del tutto infondata.
Ma quali sono le teorie del complotto più diffuse su Soros?
"Soros è un nazista"
Soros è nato nel 1930 da una famiglia di religione ebraica in Ungheria, vivendo tra il 1944 e il 1945 sotto l’occupazione della Germania nazista. Secondo alcuni cospirazionisti ed esponenti della destra statunitense – come il conduttore radiofonico Glenn Beck e Alex Jones, fondatore del network InfoWars – in questo periodo Soros fu un collaboratore del regime, aiutando i nazisti a individuare e deportare gli ebrei ungheresi.
In realtà, questa storia è falsa. Per sopravvivere alle persecuzioni naziste, il padre di Soros, Tivadar, aveva ottenuto documenti falsi, che attestavano la religione cristiana della sua famiglia.
Nel corso dell’occupazione, Soros – allora quattordicenne – era sotto la protezione di un burocrate ungherese di nome Baumbach, che tra le sue mansioni aveva anche quella di registrare le proprietà sequestrate agli ebrei deportati. In tutto questo, l’unico ruolo di Soros – accertato e verificato dalle varie biografie sulla sua vita – è stato quello di presenziare a una sola delle operazioni di inventario del suo protettore, non partecipandovi attivamente o con intenti collaborazionisti.
Inoltre, al contrario di quanto dicono i suoi detrattori, Tivadar Soros non salvò soltanto la vita della sua famiglia, ma anche quella di decine di ebrei, vendendo o distribuendo gratuitamente documenti falsi.
"Soros finanzia la sostituzione etnica in Europa"
Nelle teorie cospirazioniste, le origini ebraiche di Soros si sposano perfettamente con il suo lavoro di finanziere, che gli ha permesso di diventare uno degli uomini più ricchi del pianeta. Ha un patrimonio stimato di oltre 8 miliardi di dollari, dopo averne donati circa 18 miliardi alla Open Society Foundations, una rete di fondazioni creata dallo stesso Soros nel 1993.
In generale, Soros è considerato uno dei principali filantropi al mondo, mentre secondo critici e cospirazionisti nasconderebbe sotto la retorica della filantropia intenti diversi, come i tentativi di «riempire l’Europa di finti profughi» – come ha scritto Matteo Salvini – o di architettare «colpi di Stato» in tutto il mondo.
La sostituzione etnica delle razze europee con milioni di migranti è alla base di una delle teorie cospirazioniste oggi più diffuse, il cosiddetto “Piano Kalergi”. Secondo la letteratura complottista, alla base di questo tentativo di soppiantare i «bianchi» europei con un misto di «razze» asiatiche e nere ci sarebbero le teorie del conte austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, morto nel 1972.
L’obiettivo del Piano sarebbe quello di creare un «meticciato» debole e manipolabile dalle élite economiche e politiche dell’Europa. In realtà, le idee di Kalergi sono state completamente travisate dai suoi detrattori. Mai l’aristocratico austriaco ha parlato di un piano di «sostituzione», ma piuttosto di un’idea di umanità che andasse oltre al nazismo e alla sua concezione di società fondata sulla razza pura. Come espone il suo Manifesto, la prospettiva avanzata da Kalergi era la creazione degli Stati Uniti d’Europa, dove ogni singolo Stato si impegnasse nella reciproca collaborazione. In tutto questo, Soros è accusato di essere uno degli esecutori materiali di questo presunto Piano, nonché un «miliardario speculatore».
"Soros è uno speculatore senza scrupoli"
Una delle critiche più diffuse contro Soros è infatti quella che lo dipinge come un «approfittatore finanziario senza scrupoli». Dopo essersi laureato alla London School of Economics di Londra ed essere emigrato nel 1956 negli Stati Uniti, nel 1970 Soros ha lanciato il suo primo fondo di investimento, il Soros Fund Management, diventato uno dei fondi di maggior successo nella storia americana.
I due eventi che sono più spesso chiamati in causa riguardano i fatti legati al crollo delle sterlina e della lira, nei primi anni Novanta. Il 7 febbraio 1992 fu firmato il Trattato di Maastricht, che stabiliva i parametri economici per l’ingresso dei vari Stati nell’Unione europea. Nei mesi successivi, il Sistema monetario europeo (Sme) entrò in crisi, tanto da portare il 16 settembre di quell’anno (il «mercoledì nero») all’uscita della lira e dalla sterlina proprio dallo Sme, causata anche da attacchi speculativi, che portarono a una grande svalutazione di entrambe le monete.
Come ammesso dallo stesso finanziere statunitense, Soros ebbe un ruolo di primo piano in questa vicenda, arricchendosi e scommettendo contro le monete italiane e britanniche. «L’ho fatto per ottenere un profitto», ha ripetuto Soros nel corso degli anni. «Ma la mia influenza in questa circostanza è stata sovrastimata». Infatti, ad approfittarsi della situazione finanziaria europea non è stato solo il fondatore della Open Society Foundations, ma numerosi altri finanzieri e speculatori.
Inoltre, le attività finanziarie di Soros sono soggette alle varie normative presenti nei Paesi europei, che non si sono tirate indietro dal punirlo in caso di loro violazione. Per esempio, nel 2006 Soros è stato condannato in Francia a pagare una multa milionaria per insider trading, ossia per aver sfruttato informazioni riservate e private per effettuare operazioni in Borsa a proprio vantaggio.
"Soros finanzia i colpi di Stato e manipola la politica statunitense"
Ma dove vanno realmente i soldi delle fondazioni legate a Soros? Per quanto riguarda i finanziamenti alle Ong coinvolte nelle operazioni di soccorso in mare nel Mediterraneo, la Open Society Foundations ha più volte smentito di aver sostenuto economicamente le operazioni in mare delle organizzazioni umanitarie.
Come spiega la stessa OSF, i finanziamenti vanno a programmi molto diversi tra loro, da quelli alla lotta contro la droga alla difesa dei diritti umani, passando per progetti in difesa del giornalismo indipendente e della salute pubblica.
La Open Society Foundations ha un budget annuale di oltre mille milioni di dollari, di cui poco meno del 10 per cento viene destinato a realtà europee. Qui la maggior parte dei finanziamenti è destinata alle istituzioni democratiche in paesi ex comunisti dell’Europa centrale e orientale.
Dagli Settanta in poi, infatti, Soros ha cercato di contrastare il blocco comunista in questa area del continente, fondando nel 1984 in Ungheria la Central European University. Negli ultimi anni, questa università è stata al centro di uno scontro con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, da giovane aiutato nella sua carriera politica proprio dallo stesso Soros: a cui ora Orbán vuole impedire di finanziare progetti nel Paese.
I complottisti collegano questi elementi fattuali con teorie articolate, che accusano Soros di essere «l’architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni» e di condizionare la politica degli Stati Uniti.
Come abbiamo già accennato, è vero che l’attività finanziaria di Soros ha avuto un impatto significativo su alcuni Paesi. Il caso più famoso è quello della Georgia, dove effettivamente nel 2003 alcune organizzazioni supportate dal filantropo statunitense hanno partecipato al successo della rivoluzione pacifica contro l’allora presidente Eduard Shevardnadze.
Questo non senza conseguenze, dal momento che Paesi come Russia, Kazakistan, Bielorussia e Turkmenistan hanno deciso di mettere al bando le organizzazioni finanziate proprio da Soros.
Discorso diverso, però, vale per l’ingerenza del miliardario con origini ungheresi negli Stati Uniti. Qui la confusione è dovuta ai contributi personali – e non fatti dalla sua fondazione – che Soros ha versato nel corso degli anni ai Democratici.
Per candidati e comitati politici federali Soros ha donato in totale oltre 75 milioni di dollari. Una cifra imponente ma non inedita nella politica statunitense: donatori conservatori, come i fratelli miliardari Charles e David Koch, ne hanno spesi oltre 2 miliardi a favore dei Repubblicani.
Ciclicamente, poi, tornano bufale che vedono Soros tra i finanziatori delle proteste contro l’attuale amministrazione Trump, come nel caso della Marcia delle donne a gennaio 2017 o quella contro la nomina di Brett Kavanaugh a giudice della Corte Suprema a ottobre 2018.
"Soros è un rettiliano, vertice del Nuovo Ordine Mondiale"
Dagli inizi degli anni Novanta, quindi, Soros è al centro di teorie, diffuse soprattutto in ambienti di estrema destra, che lo dipingono come una delle persone più pericolose del mondo.
Lo sviluppo dei social network ha amplificato la diffusione e la produzione di queste storie, che hanno avuto il loro primo passaggio significativo in televisione negli USA nel 2007, durante una trasmissione del conduttore conservatore Bill O’Reilly. Da quell’anno, la comparsa di Soros in quasi tutte le teorie complottiste si è fatta sempre più frequente, fino a sconfinare nella fantascienza o nel delirio.
Secondo alcuni complottisti, Soros sarebbe tra i massimi esponenti del Nuovo Ordine Mondiale, un’organizzazione segreta e oligarchica, che governerebbe le sorti del mondo organizzando rivoluzioni e crisi economiche. Una descrizione che i cospirazionisti vedono sposarsi alla perfezione con la figura del finanziere statunitense, in una versione nuova e riproposta della teoria del complotto pluto-giudaico-massonico.
Altri ancora collegano Soros a una delle teorie cospirative più assurde di sempre, ossia quella dei rettiliani, razze aliene che migliaia di anni fa si sarebbero incrociate con quella umana grazie alla manipolazione del Dna.
Secondo questa teoria, le figure più potenti del pianeta non sarebbero altro che... lucertoloni, in grado di cambiare forma e aspetto grazie a un fenomeno chiamato shapeshifting. Durante incontri segreti, i potenti del mondo rettiliani – i veri burattinai del mondo – si incontrerebbero per riti di propiziazione, orge e sacrifici umani.
In tutto questo, Soros sarebbe anche a capo di una fitta rete internazionale di pedofili, che secondo la teoria complottista QAnon sarà presto sgominata e distrutta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, eletto grazie al supporto dei militari per salvare il Paese.
"Soros è morto"
Un’altra notizia che con frequenza rimbalza sui social è quella della presunta morte di Soros, data per errore nel 2013 anche dall’agenzia stampa Reuters. Soltanto nel 2017, il finanziere sarebbe morto per un attacco di cuore a Dubai, e in un’altra occasione per un incidente aereo mentre era in Ungheria.
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