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Autore Discussione: Il bilancio della legge Delrio In calo il personale e gli investimenti  (Letto 1881 volte)
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« inserito:: Settembre 27, 2018, 12:43:34 pm »

Il bilancio della legge Delrio

In calo il personale e gli investimenti

Alla faccia della semplificazione. Verrebbe da dire guardando la nuova geografia provinciale. Dove quattro anni fa c’erano 107 Province oggi ce sono 76 nelle Regioni ordinarie più 10 città metropolitane. A cui si aggiungono la formula “4+1” scelta dalla Sardegna, le 18 Unioni territoriali intercomunali del Friuli Venezia Giulia e i 6 liberi consorzi (più 3 città metropolitane) della Sicilia. E lo stesso può dirsi per le funzioni visto che alcune Regioni, come la Toscana, se le sono riprese quasi tutte mentre altre, ad esempio la Lombardia, le hanno lasciate ai proprietari originari. Ma è solo passando al personale e, in parte, ai costi complessivi che è possibile fare un bilancio della legge Delrio.
Prima della riforma i dipendenti provinciali erano circa 43mila. Oggi se ne contano 14 mila (al netto delle Città metropolitane). A fronte di 12mila ricollocazioni: 1.776 lavoratori sono andati in pensione, 3.869 nei Centri per l’impiego, 650 in ministeri o tribunali. A cui si aggiungono i 5.882 spostati direttamente dalle Regioni. Del resto la legge 56/2014 parlava chiaro: il costo del personale andava ridotto del 50 per cento. Ma a detta dell’Upi i conti sono stati fatti male e all’appello mancherebbero 280 milioni che si chiede al governo gialloverde di reperire.
La cura dimagrante sembra aver avuto comunque un effetto benefico sui costi della macchina provinciale se è vero che la spesa per le funzioni è passata dai 5 miliardi del 2010 ai 3,5 del 2015 (ultimo dato utile). Con un calo del 32 per cento. Peccato che gli investimenti abbiano subito una contrazione quasi doppia. Tant’è che dagli 1,9 miliardi di uscite in conto capitale del 2010 l’anno scorso si è scesi a 700 milioni. Con gli effetti in termini di manutenzione dei ponti e sicurezza delle scuole che si può però immaginare.

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