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Autore Discussione: Gli imprenditori con il Papa: più forti guardando al bene comune  (Letto 1732 volte)
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« inserito:: Settembre 17, 2018, 12:21:38 pm »

Gli imprenditori con il Papa: più forti guardando al bene comune

Le reazioni.

I vertici delle grandi aziende italiane si riconoscono nelle parole del Pontefice. Anche dai sindacati piena sintonia sulla dignità del lavoro

Un’impresa che si preoccupa anche del bene comune, che affronta le sfide ambientali e sociali e guarda ai bisogni dei lavoratori, valorizzando talenti e creatività, sarà un’impresa più forte e competitiva, che produce di più e genera più lavoro. Il giorno dopo l’intervista esclusiva del Papa al Sole 24 Ore gli imprenditori italiani rispondono al richiamo di Francesco riconoscendosi tutti nelle sue parole: «Il bene delle persone e il bene dell’azienda vanno di pari passo».
Emma Marcegaglia, presidente Eni, dal Forum di Cernobbio sottolinea in particolare il monito del Papa sulla dignità del lavoro: «Ovviamente ha ragione. Chiaramente per dare dignità al lavoro, per potere anche distribuire di più, è importante che l’industria sia competitiva, abbia la capacità di essere forte, di vincere sui mercati». Concetti questi ribaditi anche da Antonio D’Amato, past president di Confindustria e leader dei Cavalieri del lavoro: «Il nostro Paese ha bisogno di tanto lavoro e soprattutto di tanto buon lavoro. Per far questo occorrono tante buone imprese che sappiano essere creative, innovative, competitive e sostenibili». «Il richiamo del Papa al bene comune è un valore fondamentale per creare una società rispettosa e con l’uomo al centro», ha spiegato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italmobiliare ed ex vice-presidente di Confindustria. Per Alfredo Mariotti, segretario generale di Federmacchine, le parole del Papa ricordano «lo spirito con cui le imprese italiane nel dopoguerra sono nate e cresciute, guidate dall’aspirazione a costruire un paese libero, aperto, e inclusivo». Valori, questi, che «rappresentano ancora oggi le basi per moltissime delle nostre imprese». Sulla stessa linea Massimo Carboniero, presidente di Ucimu, che parla di monito e stimolo «a impegnarci sempre di più nella nostra attività, seguendo l’esempio dei nostri padri e indicando la via ai nostri figli». Francesco Starace, Ceo del gruppo Enel, si augura invece che il messaggio «sia risuonato forte e chiaro» perché «tutte le volte che ce lo dimentichiamo prima o poi ci ritorna indietro nelle vesti di un problema». Mentre la presidente di Enel Patrizia Grieco indica la necessità di «ripartire da un’economia circolare anche sull’essere umano». Pietro Salini, ad di Salini Impregilo, fa sua la riflessione del Papa «sulla necessità di lavorare insieme per costruire il bene comune ed un nuovo umanesimo del lavoro, per migliorare la condizione di vita delle persone». Anche per l’ad di Ferrovie Gianfranco Battisti «le aziende hanno una responsabilità sociale anzitutto, non solo economica, una responsabilità evidentemente legata al benessere di chi ci lavora». Perché come evidenzia Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia, «dimensione economica e dimensione sociale dell’agire di impresa non sono in contrapposizione». «Non esiste un’azienda sana - ha aggiunto l’ad di Microsoft Italia, Silvia Candiani- che non abbia una relazione con i propri dipendenti positiva».
Infine Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, cita il Papa ricordando come «la crescita è sempre il risultato dell’impegno per il bene della comunità». «Una strada - avverte Furlan - che già il Patto per la Fabbrica ha indicato con molta chiarezza». Mentre dalla Cgil arriva l’apprezzamento per il fatto che «l’idea del lavoro dignitoso sia uno degli architravi del pensiero di Papa Francesco» e sia entrato «nel dibattito interno a Confindustria».

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Mar.B.

Da -http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20180908&startpage=1&displaypages=2
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