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Autore Discussione: “Rhinoceros”, di Alda Fendi  (Letto 1775 volte)
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« inserito:: Settembre 17, 2018, 11:52:58 am »

Il ritorno dei grandi Mecenati.

Alda Fendi ha creato nel cuore di Roma, nel quartiere del Velabro, dove la leggenda colloca il ritrovamento della culla con i gemelli Romolo e Remo, una cittadella delle arti per mostre, performance, spettacoli e programmi di residenza, e l'ha battezzata “Rhinoceros”.

Nel 2001, quando comincia la seconda vita di Alda Fendi fuori del mondo della moda, la storia di Roma fa da sfondo delle sua attività. Per l'apertura della Galleria Silos, durante i lavori di scavo, si imbatte in un fortuito e prezioso ritrovamento all'interno del Foro di Traiano, e vengono portati alla luce ampi brani della pavimentazione in marmi policromi della Basilica Ulpia, tra l'attuale piazza Foro Traiano e il Palazzo Roccagiovine, dove si trova appunto la sede della galleria.
Ridare splendore a un'area di Roma allo stesso tempo strepitosa per i suoi tesori (dall'Arco di Giano alla chiesa di San Giorgio al Velabro) ma anche paradossalmente derelitta. È questo innanzitutto l'obiettivo che si è proposta la Fondazione Esperimenti quando ha cominciato ad accarezzare l'idea di realizzare un'importante iniziativa nel cuore profondo del mito di Roma. Con l'aiuto di Raffaele Curi – amico e direttore artistico della Fondazione sin dagli inizi – Alda Fendi ha pensato di acquistare dal Comune un fatiscente palazzo di abitazioni, di cui da anni si lamentavano il degrado e l'abbandono. Un'operazione delicata e lenta, che ha inteso restituire alla Capitale un luogo di rilevanza internazionale, un simbolo della sua grande bellezza offuscata dalla disattenzione, dalla sciatteria e dall'insipienza.
L'11 ottobre prossimo il palazzo restaurato, spiega Fulvio Irace ai lettori della Domenica del Sole 24 Ore, sarà aperto al pubblico. Per recuperare l'edificio, Alda Fendi si è avvalsa della visionarietà dell'architetto francese Jean Nouvel, che ha servito spesso la causa della fondazioni artistiche (sua è a Parigi la Fondation Cartier, che nel 1994 ha fatto da apripista alle imprese dei Vuitton, dei Pinault, dei Lafayette, eccetera), ed è uno dei più audaci costruttori di nuovi musei, come il Quai Branly a Parigi o il recentissimo Louvre ad Abu Dhabi.

Nel menu della Domenica, tanti altri argomenti. Ecco una scelta per i lettori del Sole 24 Ore

Da – ilsole24ore.com
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