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Autore Discussione: Next generation, tessile in allarme Servono 50mila tecnici qualificati  (Letto 1721 volte)
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« inserito:: Luglio 18, 2018, 09:15:29 pm »

ECONOMIA E IMPRESE - 14 Luglio 2018 Il Sole 24 Ore

FORMAZIONE

Next generation, tessile in allarme Servono 50mila tecnici qualificati
Il turnover interesserà il 12% degli addetti nei prossimi cinque anni

Sistema Moda Italia in campo per l’orientamento e l’alternanza scuola-lavoro
L’emergenza è dietro l’angolo, e in alcuni distretti si può già toccare con mano. Nei prossimi cinque anni l’industria italiana del tessile-abbigliamento avrà bisogno di 50mila nuovi addetti solo per effetto del normale turn over (senza contare le esigenze delle aziende in espansione): andranno in pensione coloro che hanno costruito la storia pionieristica e avvincente di uno dei settori più creativi del Paese, bandiera del made in Italy, e dovranno essere sostituiti da figure giovani, con una formazione e un approccio assai diversi da quelli di 40-50 anni fa. Figure specializzate – prima di tutto tecniche - che conoscono l’inglese e le tecnologie digitali, la filiera produttiva, le fibre, i tessuti, la chimica.
Cinquantamila posti da coprire nel tessile-abbigliamento significa più del 12% degli occupati attuali (400mila addetti 2017 stimati da Confindustria Moda), e dunque un “pacchetto” capace di condizionare l’andamento del settore. Un pacchetto che sul mercato oggi non c’è: nelle scuole tecniche e professionali gli iscritti ai corsi dedicati al sistema moda sono largamente insufficienti a coprire la domanda delle imprese. In ballo c’è dunque la competitività e lo sviluppo di quello che è diventato uno dei settori più importanti del Paese (46mila imprese, 54 miliardi di fatturato 2017 per il 57% all’export, un saldo commerciale di 9,6 miliardi).
Per questo Sistema Moda Italia (Smi) - l’associazione che riunisce l’industria tricolore del tessile-abbigliamento - ha deciso di giocare d’anticipo dando vita a una “macchina” che avrà il compito di stimolare il ricambio generazionale strategico per il futuro. La macchina si chiama Comitato Education e alla guida c’è Paolo Bastianello, imprenditore vicentino della moda, che lavorerà insieme a imprenditori e funzionari delle Confindustrie dei principali distretti della moda, da Biella a Como, da Prato a Varese, da Bergamo al Veneto, Umbria, Campania e Puglia. Il Comitato si è riunito per la prima volta tre giorni fa alla fiera tessile Milano Unica e ha varato il progetto “Obiettivo 50mila”.
«La prima cosa da fare è lavorare sull’orientamento – spiega Bastianello – perché è fondamentale riuscire a convincere i genitori dei ragazzi di 13-14 anni che fare il perito chimico, il perito tessile o il modellista non vuol dire fare un lavoro di serie B. Il sistema moda è il biglietto da visita dell’export italiano e ha una cultura tecnologica che deve essere valorizzata».
È un problema di appeal, prima di tutto: negli ultimi anni il tessile (e in misura minore l’abbigliamento) è stato percepito come un settore “vecchio”, in crisi, incapace di offrire posti di lavoro allettanti. I numeri di Smi ora dimostrano il contrario: le necessità di manodopera delle imprese della moda, nei prossimi cinque anni, saranno concentrate nel Centro Italia (32%) e nel Nord-ovest (28,8%), seguiti dal Nord-est (23,7%) e dal Sud (15,5%). Dei 50mila posti da rimpiazzare, circa il 7% saranno coperti da laureati. «Le figure che le aziende chiedono sono soprattutto tecniche», sottolinea Bastianello contestando la convinzione che i salari del tessile siano bassi: «Siamo nella media».
Per facilitare l’orientamento verranno individuati anche i canali digitali più adatti per catturare l’attenzione dei giovani. Le altre iniziative già varate dal Comitato sono un’indagine nelle industrie più rappresentative, per avere il quadro delle funzioni mancanti, e la nascita di un gruppo di presidi che possano aiutare nell’impresa di rivitalizzare la cultura delle professioni tecniche.
In alcuni distretti della moda l’emergenza ha già fatto capolino: a Biella non si trovano tessitori, a Prato si cercano tecnici dispositori, chimici, cardatori, ramosai, responsabili della qualità e della sostenibilità, tecnici informatici, addetti al controllo di gestione, capi reparto, tecnici di maglieria e tecnici tessili di nuova generazione. Per questo Confindustria Toscana Nord (Prato, Pistoia, Lucca) si appresta a riproporre una delle più grandi operazioni mai tentate in un distretto industriale per orientare i ragazzi delle scuole medie e superiori (500 quelli coinvolti nella prima edizione) attraverso incontri, visite in azienda, laboratori, concorsi, video e comunicazione social sotto lo slogan «È di moda il mio futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvia Pieraccini

Da - http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20180714&startpage=1&displaypages=2
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