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Autore Discussione: IL CASO BULGARIA Bruxelles stringe le maglie per l’ingresso nell’Eurozona  (Letto 1360 volte)
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« inserito:: Luglio 16, 2018, 10:48:42 am »

IL CASO BULGARIA
Bruxelles stringe le maglie per l’ingresso nell’Eurozona
Sofia dovrà stabilizzare il credito prima di accedere a Sme-2 e unione bancaria

Bruxelles

Il processo di allargamento europeo è diventato più lungo, più articolato, più complicato di prima. Qualche settimana fa, i Ventotto hanno consentito all’Albania e alla Macedonia di iniziare attesi negoziati di adesione, ma non da subito: tra un anno. Questa settimana, i ministri delle Finanze dell’unione monetaria hanno condizionato l’ingresso della Bulgaria nella zona euro a una serie di misure per mettere in sicurezza il settore creditizio.
Da tempo il governo bulgaro sta valutando l’ingresso del Lev, la moneta nazionale, nel sistema monetario europeo-2 (Sme-2), vale a dire nell’anticamera della formale adozione dell’euro. I trattati prevedono che questo passaggio duri almeno due anni e sia consentito in base al rispetto di una serie di criteri di convergenza: l’evoluzione del deficit e del debito, l’andamento dell’inflazione, la stabilità della valuta locale, il livello dei tassi d’interesse. A detta di tutti, la Bulgaria rispetta questi criteri.

Tuttavia, da quando i Trattati furono scritti all’inizio degli anni Novanta, l’assetto stesso della zona euro è cambiato. È nata l’unione bancaria, fondata su tre pilastri: un fondo unico di risoluzione bancaria, una vigilanza creditizia europea, e in futuro una garanzia unica dei depositi. In questo contesto, i ministri delle Finanze hanno deciso giovedì sera che l’ingresso di una valuta nello Sme-2 dovrà essere associato all’ingresso del Paese nella stessa unione bancaria.
Come sottolineava l’Istituto Jacques Delors in aprile, la Bulgaria è uno «studente modello, almeno secondo i criteri di convergenza previsti dai Trattati». Nel contempo, tuttavia, il centro-studi francese notava che queste condizioni potrebbero essere «necessarie, ma non sufficienti». Il Paese è appena stato oggetto di una analisi per la presenza di squilibri macroeconomici; ha sofferenze creditizie che pesano per oltre il 10% dei crediti totali; ed è ritenuto tra i più corrotti d’Europa.

La tabella di marcia decisa giovedì prevede la richiesta di entrare nell’unione bancaria da parte della Bulgaria nei prossimi giorni; l’adozione di misure per stabilizzare il settore creditizio bulgaro; e poi nel giro di un anno l’ingresso nell’unione bancaria e nello Sme-2. «Ci aspettiamo che quest’ultimo passaggio avvenga nel luglio del 2019», hanno spiegato il ministro delle Finanze Vladislav Goranov e il governatore della banca centrale Dimitar Radev.

In una conferenza stampa a Bruxelles, il banchiere centrale Benoît Cœuré non ha escluso che il periodo prima dell’ingresso nello Sme-2 possa durare più di un anno; dipenderà dalla rapidità con la quale il governo bulgaro introdurrà le misure richieste. La scelta dell’establishment europeo è legata sia alla fragilità economica della Bulgaria, sia al desiderio di evitare sorprese. Negli anni scorsi, la crisi economica e finanziaria ha mostrato la grave debolezza di alcuni sistemi bancari nazionali.
La diplomazia bulgara ha accettato la richiesta di impegni da parte comunitaria, ma a due condizioni (si veda Il Sole 24 Ore del 14 gennaio). Ha chiesto e ottenuto che l’ingresso nell’unione bancaria e nello Sme-2 fosse concomitante. Non voleva che surrettiziamente la prima diventasse un nuovo formale criterio di ammissione. Ha poi chiesto che lo stesso iter venga seguito per i prossimi paesi candidati all’euro, vale a dire probabilmente la Croazia e la Romania.

Le scelte relative alla Bulgaria non sorprendono. La crisi economica e la situazione politica inducono i paesi dell’Unione alla prudenza. Nello stesso modo in cui hanno chiesto all’Albania e alla Macedonia ulteriori sforzi prima dell’inizio dei negoziati di adesione, gli stessi governi hanno imposto a Sofia un allungamento della trafila (si veda Il Sole 24 Ore del 29 giugno). L’obiettivo è di evitare pericolose fughe in avanti in un contesto nel quale le pubbliche opinioni temono, tra le altre cose, nuovi arrivi di immigrati.

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Beda Romano

Da - http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20180714&startpage=1&displaypages=2

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