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Autore Discussione: «Contro la precarietà taglio del costo del lavoro a tempo indeterminato»  (Letto 1350 volte)
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« inserito:: Luglio 05, 2018, 12:41:24 pm »


Intervista Annamaria Furlan.

La segretaria Cisl: la riduzione del cuneo fiscale vada anche a beneficio dei lavoratori «Contro la precarietà taglio del costo del lavoro a tempo indeterminato»

La lotta alla precarietà si fa rendendo più conveniente il contratto a tempo indeterminato: bisogna ridurre il cuneo fiscale ai contratti stabili, e una parte deve andare alle buste paga dei lavoratori. La leader della Cisl, Annamaria Furlan, interviene all’indomani della presentazione del Dl omnibus a Palazzo Chigi, per chiedere l’apertura di un confronto che valorizzi il contributo delle parti sociali per migliorare il testo, soprattutto sul capitolo somministrazione. Furlan è convinta che la risposta migliore alle preoccupazioni delle imprese sui nuovi contratti a termine possa arrivare dalla contrattazione aziendale.
Segretaria, che impatto prevede avrà sul mercato del lavoro il primo decreto legge del governo Conte?
Come abbiamo sempre fatto ricordiamo che le regole del mercato del lavoro non bastano, l’occupazione è generata dalla crescita. Accanto agli aspetti regolatori, bisogna aprire un confronto serio su temi come la formazione, la ricerca, l’innovazione, le infrastrutture, i tasti della crescita e come incentivare gli investimenti pubblici e privati.
Le norme sul lavoro sono state accolte con critiche da tutti i settori produttivi. Le imprese contestano la nuova disciplina dei contratti a termine e il ritorno delle causali. Qual è il suo giudizio?
Le proroghe dei contratti a termine ci avvicinano all’Europa dove in media sono 2 o 3, mentre da noi scendono da 5 a 4; da questo punto di vista non vedo nulla di sconvolgente. Il problema è legato alla reintroduzione delle causali che scatta, però, dal rinnovo. Sediamoci intorno ad un tavolo, governo e parti sociali, per un confronto che valorizzi il contributo di imprese e sindacati per migliorare il testo.
Come rispondere alle preoccupazioni delle imprese?
Sono convinta che con la contrattazione aziendale potremo cogliere al meglio le specificità delle singole imprese. La contrattazione aziendale è lo strumento più idoneo per far fronte ad esigenze specifiche senza rigidità, nel rispetto dell’impegno alla riduzione della precarietà.
Sono aumentati i costi contributivi dei contratti a termine, senza che queste risorse vengano trasferite per incentivare la stabilizzazione dei lavoratori o per abbattere il costo del lavoro a tempo indeterminato. Si è persa un’occasione?
Il contratto a tempo determinato deve costare più del contratto a tempo indeterminato. Bisogna accompagnare questo processo in modo virtuoso, agevolando le assunzioni stabili. Contro la precarietà occorre tagliare il cuneo fiscale ai contratti stabili, ma almeno una parte deve avere un impatto sulle buste paga dei lavoratori.
Come primo atto, nel giorno d’insediamento il ministro del Lavoro ha ricevuto le associazioni che si sono autoproclamate rappresentanti dei rider, e non i sindacati che avevano firmato il contratto della logistica che riconosce, appunto, la figura del rider. Lunedì siete andati anche voi al ministero. Come sono i rapporti con Di Maio?
Il ministro è intervenuto alla nostra conferenza di organizzazione e ha parlato di concertazione, e questo è positivo, ci ha convocato al tavolo dei rider per vedere insieme come affrontare le sfide del nuovo mercato del lavoro. Questa vertenza rappresenta una buona cartina da tornasole. C’è disponibilità da parte del ministro ad affrontare sfide importanti, ma servono risposte su tavoli come quello dell’Ilva o dell’Alitalia.
Tornando al Dl, quale parte condivide di più?
Quella relativa alle delocalizzazioni. Era un tema assolutamente da affrontare, perchè non si può assistere a multinazionali che vengono nel nostro Paese, prendono agevolazioni fiscali dallo Stato e dopo averne beneficiato spostano i siti produttivi altrove, lasciando i nostri lavoratori disoccupati.
Su quali norme la Cisl sollecita modifiche?
Sulla somministrazione il testo è da rivedere. Per fortuna l’abolizione dello staff leasing è stata poi cancellata. Ma immaginare di dover applicare le stesse regole del contratto a tempo determinato anche al lavoro in somministrazione ci lascia molto perplessi. Il lavoro in somministrazione costa molto, il lavoratore ha le stesse tutele contrattuali previste per i dipendenti, e risponde a necessità particolari dell’impresa. Sono due tipologie diverse e sarebbe un errore renderle assimilabili. Auspico che vi sia un ripensamento da parte della maggioranza.
Come giudica la polemica tra il vice premier Salvini e il presidente dell’Inps Boeri sul ruolo dei migranti?
I migranti regolari che lavorano contribuiscono al nostro sistema pensionistico esattamente come i lavoratori italiani, quindi riconoscere il contributo dei migranti anche alle casse dell’Inps è una realtà. Polemizzare non mi sembra corretto. Usciamo dalle polemiche e affrontiamo invece i veri problemi, ossia il lavoro, un sistema sociale di garanzia per le persone.

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Giorgio Pogliotti

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