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Autore Discussione: L'Italia ventre molle dell'Unione Europea  (Letto 2366 volte)
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« inserito:: Dicembre 03, 2007, 10:22:28 pm »

L'Italia ventre molle dell'Unione Europea

Quando si parla di sicurezza bisogna argomentare con le cifre. Il tipo, il numero di delitti e chi li ha perseguiti è documentato.

L’aumento di alcuni tipi di reati è strettamente legato all’immigrazione clandestina o non regolamentata di cittadini neo comunitari. Quest’ultima, paradossalmente, si è dimostrata molto pericolosa. Nel triennio 2004/2006 la prima nazionalità straniera per omicidi volontari consumati, violenze sessuali, furti di autovetture, rapine in abitazione, furto con destrezza, rapine in esercizi commerciali e estorsioni è stata quella rumena.

Dal primo gennaio 2007 la Romania è diventata uno Stato comunitario e quindi i suoi cittadini hanno avuto libero accesso in Italia, senza espulsione automatica, questo per decisione delle autorità italiane, non di quelle europee. Infatti molti altri Stati hanno applicato una moratoria di alcuni anni per gli ingressi temendone le conseguenze.

Austria e Germania applicano una moratoria di almeno tre anni. Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo e Olanda toglieranno gradualmente le restrizioni all’ingresso nell’arco di tre anni. Infine, la Gran Bretagna il 24 ottobre scorso ha annunciato che permetterà l’ingresso da Romania e Bulgaria solo di pochi esperti, non specializzati nel settore agroindustriale, fino a un numero massimo di 20.000. L’Italia, insieme a Finlandia, Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Svezia non ha applicato alcun tipo di moratoria.
Rispetto a questi Paesi l’Italia ha un problema in più, da noi le pene non si applicano mai e il livello di tolleranza verso fenomeni come le baraccopoli di rom che cingono le nostre grandi città sarebbe impensabile in Svezia o in Finlandia.

Cosa è successo dal primo gennaio 2007? La Romania non è entrata in Europa, ma solo in alcune nazioni europee, e in particolare in Italia, ventre molle per l’applicazione della pena e meta irresistibile per chi vuole delinquere.
Per fare un semplice esempio provate a ipotizzare le baraccopoli che hanno invaso il Tevere a Roma costruite sul Tamigi a Londra. Duravano mezz’ora. L’aumento di delitti da parte dei cittadini rumeni è stata una ovvia conseguenza. Al 30/6/2007 nelle carceri italiane erano detenute 43.957 persone, di queste 15.658 erano straniere e 2.267 erano rumene, il secondo gruppo straniero dopo il Marocco con 3.326 persone.

Per salvaguardare i cittadini rumeni onesti, che sono tantissimi, e gli italiani nel nostro Paese è indispensabile una moratoria, per poter decidere chi entra e chi sta fuori in base a criteri comuni a qualunque democrazia del mondo: lavoro, residenza, fedina penale.

L’Italia dei Valori si batterà fino in fondo per una moratoria che oggi non è voluta da nessuno, neppure dal centro destra, e per la sua estensione ai nuovi Paesi che entreranno nell’area di Schengen nel 2008.


da lom-volontari
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