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Autore Discussione: MOVIMENTO 5 STELLE.  (Letto 35467 volte)
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« Risposta #60 inserito:: Settembre 24, 2020, 06:21:39 pm »

Piernicola Pedicini - Portavoce M5S al Parlamento Europeo
 

Lentamente un Movimento muore

Quando le regole diventano più importanti degli obiettivi e si epura il dissenso appellandosi al rigore del regolamento mentre ci si dimentica dei territori, della TAV, della Tap, dell’ILVA di Taranto…
Quando si sostituisce l’attivismo con il proselitismo e ti senti sempre più gratificato da un “signor si” e sempre più minacciato da un “signor no”.
Quando sei al Governo e non crei una classe dirigente adeguata alle sfide globali ma ti impegni per sistemare i tuoi amici più fedeli al prezzo delle nomine più indigeste nelle partecipate dello Stato.
Quando cominci ad andare alle cene di gala, diventi amico di un ambasciatore, di un petroliere, di un industriale…quando il mondo dei potenti ti saluta cordialmente.
Quando non è più il Governo a fare ciò che dice il Movimento ma il Movimento a fare ciò che dice il Governo.
Quando i Parlamentari sono ridotti a schiaccia-bottoni che avallano la scelta del Capo a suon di voti di fiducia e Decreti Legge.
Quando la “democrazia diretta” diventa “democrazia diretta dall’alto” con quesiti che favoriscono il pensiero unico e l’omologazione.
Quando la linea politica la decide la Comunicazione che, giorno dopo giorno, impartisce un documento di sintesi che sarà il più fedele alla linea a recitare a memoria in TV.
Quando ci si schiera con un leader solo per sostituirlo con un altro leader dimenticando che il vero problema è il leaderismo in se…che il vero problema è la tendenza a lasciar fare a qualcun altro, lo spazio vuoto del tuo impegno civile.
Quando di fronte ad una nuova tecnologia (5G) ci si pone solo il problema della sicurezza dei dati e quello dei rapporti geopolitici con la Cina o con gli Stati Uniti, dimenticando totalmente i rischi per la salute.
Quando si esulta per un prestito dalle istituzioni europee (Recovery Fund) dimenticandosi che quello è denaro prelevato dalle tasche dei nostri figli, che è denaro preso in prestito dal nostro futuro e se si decide di farlo bisogna battersi fino in fondo per evitare di restare incatenati ad un muro per sempre.
Quando si accetta il ricatto sul MES.
Quando i sondaggi decidono la tua linea politica e in nome di quei sondaggi non si ha il coraggio di fare una scomoda battaglia culturale.
Quando si rinuncia a combattere contro gli assurdi meccanismi Europei che prevedono una moneta unica ma un differente costo del denaro e che sono privi di una vera e propria Banca Centrale.
Quando si regalano miliardi dei poveri cittadini alle voraci banche italiane con il sistema delle aste marginali o dei sindacati senza che un viceministro dica mai una parola su questo.
Quando un Capo politico si arroga il diritto di scegliere i capilista che, una volta eletti, inquineranno qualsiasi processo decisionale interno, spostando la maggioranza verso il pensiero del Capo e non verso il pensiero libero.
Quando un Capo politico può fare anche il Ministro o, addirittura, il vice premier infischiandosene del conflitto di interesse.
Quando le posizioni politiche si fissano sul giornale con una dichiarazione del Capo politico, di un Ministro, di un vice Ministro e con le successive dichiarazioni di consolidamento dei propri sottoposti.
Quando non ci si prende la responsabilità di aver portato il Movimento al 10% ma si festeggia per una vittoria scontata del SI.
Quando si esulta e si sorride mentre il Movimento sul territorio soffre.
Quando ci si dimette solo di facciata e si scaricano le responsabilità sul debole capro espiatorio di turno.
Quando alla fine di un evento restano a terra le carte colorate, i manifesti e i volantini dei tuoi candidati.
Quando tutto questo succede e non te ne accorgi neanche più.
Quando non hai più un sogno.
Ecco…è così che sta morendo il nostro Movimento, lentamente.
Sta morendo a piccole dosi.
Sta morendo nei silenzi di convenienza.
Sta morendo nei sorrisi falsi e nelle pose programmate.
Io dico che se c’è ancora una possibilità per tentare di rianimare il nostro Movimento, allora bisogna provarci organizzando un Congresso (sì, proprio un Congresso) al massimo entro ottobre.
Un Congresso che sia realmente democratico e realmente partecipato da chiunque ne avesse diritto tranne che da coloro che rivestono un incarico di Governo!
Perché la sola presenza di chi riveste già un incarico di Governo sarebbe in palese e inaccettabile conflitto di interesse!

Da Fb il 23 settembre 2020
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« Risposta #61 inserito:: Settembre 26, 2020, 11:08:23 am »

Lombardi: “Fuori ministri e big dal direttorio M5S. Raggi? Non può vincere” | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
09:45 (1 ora fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/09/25/news/lombardi_fuori_ministri_e_big_dal_direttorio_m5s_raggi_non_puo_vincere_-268543777/
 
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« Risposta #62 inserito:: Settembre 26, 2020, 05:08:29 pm »


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Arlecchino Euristico
mer 23 set, 23:29 (3 giorni fa)
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https://www.open.online/2020/09/23/beppe-grillo-credo-solo-nella-democrazia-diretta/

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« Risposta #63 inserito:: Settembre 27, 2020, 04:26:48 pm »

La visita di Pompeo nell’Italia terreno di scontro tra Usa e Cina | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
09:46 (6 ore fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/editoriale/2020/09/27/news/stati_uniti_cina_visita_di_mike_pompeo_in_italia_telecomunicazioni_porti_marittimi-268616941/
 
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« Risposta #64 inserito:: Settembre 29, 2020, 02:30:35 pm »

PANCHO PARDI - L'anticostituzionalismo dei 5Stelle

La proclamazione pubblica di Grillo sulla sua ormai definitiva sfiducia nella democrazia parlamentare e la preferenza per la democrazia referendaria si presta a diversi livelli di lettura.
C'è il piano personale, quasi psicologico, del rapporto tra lui stesso e i parlamentari eletti nelle file del Movimento 5Stelle. Rapporto complesso tra ispiratore e ispirati, non privo di necessari momenti di frizione: una cosa è dare la linea generale, altra dibattersi in Commissioni e in Aula per mantenere una coerenza riconoscibile all'azione parlamentare del gruppo, in una situazione ricca tanto di sorprese che di necessità. Questo piano appartiene tutto ai protagonisti e nessuno che sia al di fuori può aver qualcosa da dire. Salvo registrare di passaggio che la plateale svalutazione del Parlamento sottolinea con forza la condizione provvisoria e incerta degli eletti.
C'è poi il piano tattico della previsione politica, che un leader è comunque tenuto a esercitare. Qui si può rilevare una sua possibile maliziosità. Non avrà voluto dire ai suoi che, attuato vittoriosamente il taglio del Parlamento e dovendo fronteggiare l'ormai sensibile calo del consenso elettorale, lo squadrone parlamentare dei 5Stelle deve prepararsi al suo assottigliamento in una ben più ristretta pattuglia? Insomma un intento quasi consolatorio: svanita la potenza parlamentare il Movimento si concentri sulla dimensione strategica per attuare la democrazia diretta.
Ma se di questo si tratta - il passaggio in Parlamento per superarlo - allora ci riguarda tutti. Non è una novità assoluta; l'aveva anticipato Casaleggio padre qualche anno fa. Ma espresso con le parole recenti di Grillo il progetto riduce a innocua battuta l'antica idea di Berlusconi che per sveltire la prassi parlamentare bastasse far votare solo i capigruppo. Idea che allora sollevò cori indignati e che appare ora come un'amenità bonaria da vecchio zio.
Non è chiaro se Grillo abbia presenti le implicazioni della sua fantasia. Dovrà comunque ammettere che passare dalla routine parlamentare al voto referendario "una volta la settimana" significa non una riforma radicale della Costituzione ma una sua totale riscrittura. Che lo sappia o no Grillo si è posto in una condizione che, considerata nel modo più asettico, è del tutto extracostituzionale, ma vista sotto il necessario profilo politico appare francamente anticostituzionale.
Tema secondario di questo piano è il suo realismo. Grillo pensa davvero che tutta l'azione politica sia riducibile al martellamento referendario? Tutta la complessa macchina di gestione conflittuale della società può essere concentrata nella risoluzione a passo di carica di una serie virtualmente infinita di quesiti referendari? Ma queste sono quisquilie se si pensa anche solo di sfuggita alla dimensione istituzionale. Se non c'è Parlamento da chi o da che cosa è espresso il governo? Chi o cosa controlla il governo? In quali sedi si esercita l'opposizione? E, dato e non concesso che l'azione legislativa possa essere ridotta alla pratica referendaria, chi controlla la legittimità degli effetti legislativi di questa?
In subordine altro interrogativo riguarda il carattere materiale del voto. Grillo vuole sostituire il voto elettorale col voto referendario, ma non si ferma qui. Immagina davvero che questo possa essere esercitato da casa con un click sul computer usando una piattaforma on line. A parte il tema tutt'altro che trascurabile del controllo sulla piattaforma (perfino i suoi parlamentari non sono soddisfatti della sua) si rende conto Grillo di che cosa significhi privare il voto della sua natura di consapevole esercizio collettivo, concentrato in un tempo e in uno spazio strettamente formale, e ridurlo al rango di una banale risposta a un sondaggio telefonico?
Continua a dominare su tutto l'interrogativo sulla fonte di legittimità del governo. Grillo pensa che si possa votare solo per il governo? Magari tramite una piattaforma senza controllo? Oppure dalla piattaforma uscirà non il governo ma addirittura la Volontà Generale? Non so Grillo ma molti suoi parlamentari che in queste legislature hanno duramente studiato non ignorano che nella prosa spesso tagliente e luminosa di Rousseau il passaggio di gran lunga più oscuro è proprio quello sulla formazione della Volontà Generale. Ma non voglio buttarla in filosofia. Si rendono conto gli eletti 5Stelle che il loro leader si muove in una prospettiva ontologicamente anticostituzionale? Hanno qualcosa da dire in proposito?

Pancho Pardi
(25 settembre 2020)

Scritto venerdì, 25 settembre, 2020 alle 14:20 nella categoria Pancho Pardi. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0.

Da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=30645
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« Risposta #65 inserito:: Ottobre 01, 2020, 05:43:59 pm »

La crisi del Movimento 5 Stelle: «Ora può dissolversi» - Corriere.it

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
gio 24 set, 23:52 (7 giorni fa)
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https://www.corriere.it/politica/20_settembre_23/02-politico-documentoacorriere-web-sezioni-e830a42a-fdc9-11ea-a13a-1a7326323030.shtml
 
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« Risposta #66 inserito:: Ottobre 05, 2020, 07:21:07 pm »

Strappo di Casaleggio, 5Stelle verso la scissione | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
08:04 (11 ore fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/10/04/news/strappo_di_casaleggio_5stelle_verso_la_scissione-269482080/
 
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« Risposta #67 inserito:: Ottobre 06, 2020, 09:21:26 pm »


Reddito di cittadinanza, il flop sul lavoro utile delle sindache grilline | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
ven 2 ott, 09:36 (4 giorni fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/10/01/news/reddito_di_cittadinanza_il_flop_sul_lavoro_utile_delle_sindache_grilline-269152825/
 
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« Risposta #68 inserito:: Ottobre 07, 2020, 06:42:39 pm »

M5S, sopravvivere non basta più | Rep

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Arlecchino Euristico
mar 6 ott, 10:54 (1 giorno fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/10/05/news/m5s_sopravvivere_non_basta_piu_-269583892/

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« Risposta #69 inserito:: Ottobre 08, 2020, 12:34:38 pm »

M5S, Bugani: "Affondiamo come la Costa Concordia e i capi pensano a salvarsi" | Rep

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Arlecchino Euristico
sab 3 ott, 11:41 (5 giorni fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/10/02/news/m5s_massimo_bugani_casaleggio-269249931/

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« Risposta #70 inserito:: Ottobre 15, 2020, 11:47:42 am »

I 5S e il duello dell’algoritmo | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
lun 12 ott, 08:49 (3 giorni fa)
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https://rep.repubblica.it/pwa/editoriale/2020/10/11/news/i_5s_e_il_duello_dell_algoritmo-270252205/
 
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« Risposta #71 inserito:: Novembre 13, 2020, 07:03:43 pm »

Stati generali M5S, l'esame della patente è rinviato

Stefano Cappellini - La Repubblica

Hanno tutti ragione - La distanza tra le parole e la politica
Stati generali M5S, l'esame della patente è rinviato
13 novembre 2020

Care abbonate, cari abbonati,
ecco a voi il numero 20 di Hanno tutti ragione. Nel fine settimana si tengono gli Stati generali del M5S, qualche spunto per capire cosa è lecito aspettarsi e cosa no.
Gli Stati generali del Movimento 5 Stelle che si aprono domani sono una cosa seria o una kermesse di facciata? È, di fatto, il primo congresso di una forza nata sull’idea di tenersi alla larga dai rituali dei partiti tradizionali e che però, come per altre questioni che segnano il discrimine tra adolescenza ed età adulta, ne ha scoperto l’urgenza e la necessità.
Di questi Stati generali non va sottovalutato l’effetto. Il Movimento è entrato nel governo giallorosso come un paziente trascinato a un Tso. E Luigi Di Maio, il capo politico che nel frattempo ha perso i gradi ma non la funzione, è stato all’inizio il più recalcitrante. Dopo poco più di un anno le cose sono cambiate. Gli Stati generali daranno una copertura politica a quella scelta forzate ed estemporanea. Da tempo si è abbassato il livello di conflittualità con il Pd. Le manovre in vista delle comunali della prossima primavera certificano che tira un’altra aria: il M5S sta cercando intese con i dem in tutte le grandi città, persino a Roma, dove ufficialmente sarebbe già in campo Virginia Raggi a caccia del bis, eppure i giochi sono tutt’altro che chiusi (inconfessabilmente, un pezzo di Movimento spera che a riaprirli definitivamente arrivi una sentenza di condanna in secondo grado per la sindaca costringendola a ritirarsi come Chiara Appendino a Torino). C’è chi all’esperimento giallorosso crede per convinzione, come il presidente della Camera Roberto Fico, chi per sano pragmatismo, come il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, chi più per tatticismo, e qui è difficile non fare il nome dello stesso Di Maio. Resta il fatto che la situazione attuale diverrà figlia di una scelta più articolata e ragionata di quelle che, fin qui, hanno affidato le scelte fondamentali a un pugno di clic su Rousseau.
Non è un caso che la discussione sulla nuova leadership collegiale del M5S si avvii a chiudersi senza vincitori – nascerà una segreteria allargata e non sarà eletto un vero nuovo capo politico – ma con due perdenti sicuri: uno è Alessandro Di Battista, il più critico sull’avvicinamento al Pd - la “Morte nera” ha definito la prospettiva di un’alleanza strategica tre le due forze oggi unite dal Conte bis - il quale resterà fuori dal nuovo organismo e isolato nelle sue tesi; l’altro è Davide Casaleggio, il cui ruolo di dominus esterno del Movimento è stato picconato fino a renderlo ormai solo una residuale eredità del passato.
Ci sono però due questioni che gli Stati generali non affronteranno, per scelta esplicita, e che non depongono a favore di una maturazione del Movimento. La prima è la più appariscente: il M5S è una forza passata nel giro di pochi giorni dal governo in alleanza con la Lega, soggetto tra i più a destra del panorama europeo, a uno con il Pd. Blindare la legislatura e l’esecutivo in carica non basta a dare un senso politico alla piroetta, sulla quale Di Maio&co continuano a glissare in nome della natura post-ideologica del Movimento, come se definirsi estranei al vecchio posizionamento destra-sinistra o insistere solo sul perseguimento del proprio programma, possa legittimare politicamente il fatto di governare un giorno con i sovranisti e quello dopo con gli europeisti, prima con i porti chiusi e poi semi-chiusi o aperti, la mattina a braccetto con Bagnai e la sera con Gualtieri. I vertici grillini insistono a voler rimuovere, quasi in senso psicanalitico, la questione della loro collocazione. Prima di vincere le elezioni del 2018 la linea era: mai alleanze. Dopo averle vinte e aver capito come funziona la democrazia parlamentare la linea si è rovesciata in: alleanze con chiunque pur di fare le cose nostre. Nella sostanza, non è cambiato molto, era un assurdo la prima tesi e resta un assurdo la seconda. Una piroetta a 360 gradi è destinata a riportarti al punto di partenza. Gli Stati generali diranno dunque che il governo è una scelta irreversibile in questa legislatura ma non faranno un passo avanti sul dopo: che succederà finito il governo Conte? Il varo di una legge proporzionale consentirà a tutte le forze di correre in solitaria, e va bene, ma questo significa che, dopo le prossime elezioni, il Movimento sarà pronto a rimettersi in gioco anche con alleanze a destra e magari con la stessa Lega salviniana? L’idea di tenersi le mani libere può rassicurare i Di Battista e chi teme la perdita della presunta purezza primigenia, ma è soprattutto la scelta di restare un passo al di qua della maturità politica.
Poi c’è la seconda questione irrisolta: il limite dei due mandati. Una regola costitutiva del Movimento che, come altre rottamate in questi anni a causa del principio di realtà, ora molti vorrebbero rivedere. Gli Stati generali non se ne occuperanno, perché c’è il rischio che il Movimento imploda sotto il peso delle divisioni sul tema (anche in questo caso è Di Battista a minacciare addirittura l’uscita dal Movimento in caso di revisione del limite). Non decidere significa però che il M5S non ha il coraggio di guardare in faccia un’altra delle lezioni apprese: la politica è un mestiere, una professione che richiede preparazione, esperienza e competenze che si acquisiscono nel tempo, sul campo. Immaginate un M5S che confermi il limite dei due mandati: significherebbe trovarsi nel prossimo Parlamento con un’altra masnada di dilettanti allo sbaraglio. Può solleticare qualcuno l’idea di liberarsi di molte delle inadeguate figure viste all’opera, ma il prezzo per le nostre istituzioni sarebbe caricarle di un’altra infornata di stagisti della politica. È pronto il Movimento a riconoscere pubblicamente che il limite dei due mandati era solo la parossistica applicazione di un astratto delirio anti-politico? Se sì, benvenuti tra gli adulti. Se no, la patente di guida è ancora lontana.

Da - Stefano Cappellini - La Repubblica
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« Risposta #72 inserito:: Novembre 27, 2020, 06:06:09 pm »

5 Stelle, cambia poco o nulla. La bussola resta il populismo

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« Risposta #73 inserito:: Dicembre 10, 2020, 11:16:18 am »

Inchiesta Philip Morris Casaleggio, dopo 10 giorni si sveglia il Fatto e vede Cinquestellopoli

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https://www.ilriformista.it/inchiesta-philip-morris-casaleggio-dopo-10-giorni-si-sveglia-il-fatto-e-vede-cinquestellopoli-181313/
 
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« Risposta #74 inserito:: Dicembre 26, 2020, 06:46:09 pm »


Il successo di Gianroberto e la Casaleggio Associati, da Olivetti a Beppe Grillo passando per Di Pietro

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Arlecchino Euristico
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