Mattarella, l'elogio a Einaudi è un ultimatum a M5s e Lega: "Il presidente non è un notaio. Nominare premier è fra le sue prerogative"
Nel ricordo dell'ex presidente della Repubblica, l'attuale Capo dello Stato a Dogliani sottolinea: "Dopo quelle elezioni non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc".
Salvini: "Einaudi va riletto tutto"
Dalla nostra inviata FEDERICA CRAVERO
12 maggio 2018
Mattarella, l'elogio a Einaudi è un ultimatum a M5s e Lega: "Il presidente non è un notaio. Nominare premier è fra le sue prerogative"
È un avvertimento chiaro a Lega e M5s quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a Dogliani omaggia l'ex capo dello Stato Luigi Einaudi e instaura un parallelo con l'attuale situazione politica. Un ultimatum definitivo ai due partiti - ancora in stallo sulle trattative per il nuovo governo e incagliati sul nome del presidente del Consiglio - basata su quattro concetti chiave cui si ispirò lo stesso Einaudi, che ristabiliscono le prerogative del Colle sancite dalla Costituzione: la nomina del premier spetta al Capo dello Stato; solo robusti contropoteri possono impedire abusi; la scelta dei ministri è importantissima; no a proposte programmatiche o leggi prive di una solida copertura finanziaria. Che dunque i due litiganti - Luigi Di Maio e Matteo Salvini - ponderino con attenzione le loro scelte. Altrimenti nulla esclude che si torni all'ipotesi di un governo del presidente.
"Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario - spiega Mattarella - Fu il caso illuminante del potere di nomina del presidente del Consiglio dei ministri, dopo le elezioni del 1953. Nomina per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Democrazia Cristiana".
Il Capo dello Stato, nei confronti tra il passato e il presente, sottolinea un altro aspetto: "Solo una società libera e robusti contropoteri avrebbero impedito abusi": questa, secondo Mattarella, fu una delle "convinzioni più profonde" dello studioso Einaudi che, "sin dal suo messaggio alle Camere riunite in occasione del giuramento ricordò il ruolo di 'tutore' dell'osservanza della legge fondamentale della Repubblica". Quanto alla squadra di governo, il presidente ricorda: "Era tale l'importanza che Einaudi attribuiva al tema della scelta dei ministri, dal volerne fare oggetto di una nota, nel 1954, in occasione dell'incontro con i presidenti dei gruppi parlamentari della Dc, dopo le dimissioni del governo Pella".
Infine, sul tema delle coperture, Mattarella precisa: "Einaudi rinviò due leggi approvate dal Parlamento, perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell'art.81 della Costituzione".
Uno dei possibili destinatari delle parole del presidente della Repubblica, Matteo Salvini, dopo la riunione al Pirellone, ha risposto: " Contiamo di portare a Mattarella un'idea di Italia positiva per i prossimi anni e lo ascolteremo col massimo rispetto. Ho riletto anch'io Einaudi. Ma va letto tutto, scrisse di un Paese fondato sull'autonomia. Einaudi è un grande".
La giornata nella Langhe di Mattarella era iniziata con la visita privata al cimitero di Dogliani per celebrare i 70 anni della Costituzione. Nel giorno in cui si ricorda il discorso di insediamento di Einaudi, eletto dall’assemblea l’11 maggio 1948, Mattarella poco prima delle 16 aveva reso omaggio alla tomba del predecessore dove ha deposto una corona.
La giornata è proseguita al municipio di Dogliani con un intervento dello storico Massimo Salvadori sulla figura di Einaudi, per concludersi con una visita a Villa San Giacomo, la dimora settecentesca in cui visse l’ex presidente e in cui trascorreva i periodi di riposo.
© Riproduzione riservata 12 maggio 2018
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