IL nuovo governatore
Fedriga, il bravo ragazzo di Trieste sospeso 15 giorni dal Parlamento
Di Andrea Carli 30 aprile 2018
C’è quel volto e ci sono quei modi da bravo ragazzo. Ma nel cv dell’ormai ex deputato della Lega Massimiliano Fedriga, oggi neo governatore della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia con oltre il 57% (succede alla Dem Debora Serracchiani), ci sono anche 15 giorni di sospensione per intemperanze e battibecchi con l’allora presidente dell’assemblea Laura Boldrini. Erano i giorni dell’opposizione allo ius soli. «Credo ne sia valsa la pena», commenterà lui in seguito.
Leghista della prima ora: a 15 anni si iscrive al partito
Nato a Verona ma residente a Trieste, 38 anni, una laurea in Scienze della comunicazione, leghista della prima ora. Della sua militanza politica Fedriga ama ricordare di quando 22 anni fa decise di iscriversi al Corroccio. Allora quindicenne, dovette presentare al partito un’autorizzazione firmata dai genitori. Da allora è cresciuto in quella squadra, con una carriera fulminante: nel 2003 segretario provinciale del Carroccio a Trieste, nel 2008 deputato. Nel 2013 il secondo mandato: in quella legislatura è capogruppo alla Camera dei Deputati.
Dagli scranni di Montecitorio alla presidenza del Friuli Venezia Giulia
Eletto alla Camera in occasione delle elezioni del 4 marzo, Fedriga decide di abbandonare gli scranni di Montecitorio per candidarsi alla presidenza del Friuli Venezia Giulia. Sostenuto dal segretario federale, di cui è un fedelissimo, grazie al pressing di Salvini sull’alleato Forza Italia nei giorni caldi dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato ottiene di essere lui il candidato per il centrodestra, al posto dell’azzurro Renzo Tondo sul quale in un primo momento la coalizione aveva puntato. Fedriga è sostenuto da Forza Italia Berlusconi per Fedriga, Lega Nord, Fratelli d’Italia - Alleanza nazionale, Autonomia Responsabile e Progetto Fvg per una Regione speciale). Una scelta che alla prova dei numeri ha dimostrato di essere vincente.
Lo scenario di una verifica interna nel centrodestra
Nei giorni della campagna elettorale Fedriga ha detto che, se eletto, avrebbe lavorato per «una maggiore autonomia per la Regione. In Trentino Alto Adige nove decimi delle risorse fiscali tornano in Regione - ha spiegato -, da noi ormai meno di sei decimi. Vogliamo che ci restituiscano i nostri soldi: parliamo di 1,8 miliardi di euro che ci sono stati sottratti dopo la mancata attuazione del federalismo fiscale». Il neogovernatore del Friuli Venezia Giulia è ora convinto che il suo successo aiuterà a scongelare lo stallo per la formazione di un nuovo governo e a superare la stagione dei veti. «L’abbiamo detto e lo ribadiamo: con i 5 stelle è possibile ragionare sulla decina di punti sui quali ci troviamo d’accordo e su questo imbastiamo la discussione». Quello che Fedriga non dice, ma che emerge tra le righe di questo successo elettorale, è che, almeno sulla carta, c’è anche un altro scenario: questo test potrebbe aprire a una specie di “verifica interna” nei rapporti di forza del centrodestra, che negli ultimi giorni della trattativa per un nuovo esecutivo con M5S, non sono stati facili.
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