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Autore Discussione: PIERA MATTEUCCI Franceschini insiste: "Bloccare asse Lega-5s"  (Letto 1568 volte)
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« inserito:: Aprile 15, 2018, 12:19:41 pm »

Pd, Martina: "Di Maio irricevibile".
Ma Franceschini insiste: "Bloccare asse Lega-5s"Pd, Martina: "Di Maio irricevibile". Ma Franceschini insiste: "Bloccare asse Lega-5s"
Il segretario reggente alla riunione dei gruppi parlamentari: "I vincitori del 4 marzo stanno già dimostrando la loro incapacità ad essere all'altezza".
Il ministro invita al dialogo: "Condizionare M5s perché diventi una forza riformista".
Orfini: "M5s non è costola della sinistra, Pd non può non stare opposizione"

Di PIERA MATTEUCCI
10 aprile 2018

ROMA - Si respira tensione al Nazareno per la riunione dei gruppi parlamentari Pd, la prima plenaria da quando sono state avviate le consultazioni al Quirinale, in attesa dell'appuntamento del 21 aprile, quando è stata convocata l'Assemblea nazionale del Partito democratico. E se quello sarà il momento in cui i nodi verranno al pettine, dato che all'ordine del giorno c'è l'analisi della sconfitta elettorale e il percorso da seguire per ricostruire la leadership del partito, l'appuntamento di oggi si preannuncia come una 'rissa' tra quanti vorrebbero uno 'scongelamento' verso il Movimento 5 Stelle e propongono di sedersi al tavolo delle trattative e chi, renziani in testa, insiste sulla linea ferma al 'no grazie' davanti alla proposta del leader M5s, Luigi Di Maio, di 'sotterrare l'ascia di guerra' per dare al più presto un governo al Paese.

• NO A LOGICA M5S
Il segretario reggente, Maurizio Martina, ribadisce quanto più volte detto in merito alla formazione del nuovo governo: "Lo scenario vede il Pd attestato sulla linea decisa in direzione. Il giudizio severo del 4 marzo ci impone una riorganizzazione profonda, non siamo noi a poter esprimere una opzione di governo". Ma rivendica il ruolo del Pd: "Ci riteniamo responsabili verso l'Italia anche da posizioni di minoranza. Non rinunciamo all'ambizione di dire la nostra sui grandi temi". Niente Aventino, quindi, ma resta la distanza da M5s: "Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile. Pd e Lega non sono certo interscambiabili - ha precisato -. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade. Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di un'iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra. Di Maio pensa che noi e la Lega possiamo essere interscambiabili. È una logica che rifiutiamo".

Nel corso del suo intervento, Martina ha ricordato i punti principali su cui il Pd intende concentrarsi: "Abbiamo richiamato tutti a quattro grandi questioni prioritarie per il Paese: la questione sociale, in particolare occupazione e lavoro, per i ceti più deboli. Il rafforzamento del reddito di inclusione contro la povertà. Costruiremo da subito un'iniziativa concreta per rafforzare questi strumenti. Risanamento dei conti pubblici e finanza pubblica. Non possiamo tornare indietro rispetto agli sforzi fatti in questi anni".

• CONFRONTO SENZA STRACCI
Sulle divergenze all'interno del partito, ha assicurato Martina, proseguirà il confronto, ma tentando di mantenere i toni il più pacati possibile: "Seguiamo l'evoluzione dello scenario e continuiamo a confrontarci seguendo la linea che abbiamo costruito. Abbiamo il dovere di richiamare alla responsabilità chi è uscito vincitore dall'esito elettorale. Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare".
Sulla necessità di una discussione che eviti liti interne ha insistito anche Dario Franceschini: "Grazie a Maurizio che ha individuato un percorso ragionevole. Dobbiamo recuperare capacità di discutere senza gettare fango, quando uno di noi indica direzione diversa o idea diversa". Il dibattito è indispensabile, insiste il ministro, per far nascere l'unità: "È un'unità vera se nasce da posizioni diverse e finta se esce da assenza dibattito. Abbiamo un grande bisogno di discutere fra di noi".

Per lui, però, l'obbiettivo principale per il Pd è quello di evitare l'asse Lega-M5s: "Va contrastata l'ipotesi di un governo Lega e Cinque stelle. Dobbiamo evitare per il bene per il Paese che accada". Dobbiamo impedire, ha sottolineato il ministro, che l'Italia diventi come l'Ungheria: "Se nasce un governo sovranista di lunga durata, si fanno la legge elettorale e si votano il presidente della Repubblica".

Quindi invita al dialogo: "Il punto non è fare un governo con il M5s, ma tenere aperto un dialogo con tutti, cercare di costruire un rapporto perché i rapporti in politica si condizionano anche stando in minoranza, dipende da come la fai".  E ribadisce: "L'interesse del Paese deve venire prima di quello del partito".

Niente immobilismo, dunque: "Io credo che non basti assistere a quello che avviene. Nessuno ha vinto in modo tale da poter governare il Paese e allora penso che non basti più soltanto assistere. La prima fase, con la direzione che ha dato la linea dell'opposizione, penso sia stata giusta, ma oggi dobbiamo prepararci a una seconda fase". Quello che c'è da fare, ha insistito il ministro è "condizionare M5s perché diventi una forza riformista". Opposizione sì, dice Franceschini, ma graduata: "Si può graduare il modo di fare opposizione a seconda di quanti di quei temi vengono accolti. Io penso che ci sia un grande spazio per un'iniziativa politica del Pd in questa seconda fase del percorso".

"Siamo di fronte a un Movimento strutturalmente ancora debole, che non sa dove andare, lo si vede da come si è rivolto tanto al Pd quanto alla Lega. Dentro c'è di tutto. Ma anche nei gruppi dirigenti loro c'è di tutto: destra, sinistra, europeismo, antieuropeismo, e qualche idea buona", ha aggiunto. "Allora cosa vogliamo fare di fronte a questo movimento che ha un terzo degli elettori fra i quali molti nostri? Alle Europee abbiamo preso il 40% ma questa volta abbiamo preso il 19% e quel 21%, non essendo cresciuto l'astensionismo, da qualche parte è andato. Vogliamo che vada tranquillamente verso una destra populista?", chiede il ministro, che aggiunge: "Penso che i 4 punti che ha detto Martina servano per riprendere un protagonismo del Pd. Visto che non sono riusciti a fare il governo perché non possiamo noi sviluppare un'iniziativa anziché rifiutare il confronto?".

• FERMA OPPOSIZIONE
Di parere diverso è Matteo Orfini, che non vede nel Movimento fondato da Beppe Grillo, una costola della Sinistra: "Il M5s non è una costola della sinistra ed è distante dal Pd, almeno quanto il Pd è distante dalla Lega", sottolineando le divergenze. "Non possiamo non stare all'opposizione. Qui nessuno - sottolinea Orfini - pensa che voi vogliate fare i ministri in un governo Di Maio - ha detto riferendosi alle parole di Franceschini -, ma dobbiamo chiudere il ragionamento di Dario ricordando che il 50% degli italiani ha votato i sovranisti. Noi li abbiamo contrastati nella legislatura scorsa, oggi hanno l'onere primo di tentare di governare l'Italia". Non è necessario, per Orfini, "entrare in un governo sovranista
Lega-M5S per contrastarlo. Bisogna aspettare che emergano le loro contraddizioni e allargare le crepe con una opposizione dura e ragionata. Non voglio essere il liquidatore della sinistra italiana - ha aggiunto Orfini - cosa che accadrebbe se ci annacquassimo nel governo M5s".

Altrettanto ferma la posizione del capogruppo Pd Andrea Marcucci: "Il punto è che hanno vinto le elezioni e la realtà li costringerà a governare: il voto degli italiani va rispettato, chi ha vinto deve governare. Ci hanno chiesto di abiurare quattro anni di buon governo: non siamo disponibili a fare alcuna abiura", aggiunge. "È impossibile qualsiasi governo con il M5S, tutto ci divide da loro".

• RITORNO ALLE URNE
Vede avvicinarsi l'appuntamento con nuove elezioni Andrea Orlando, perché, al di là degli ammiccamenti, Di Maio non potrà mai accettare un governo con Silvio Berlusconi. E Matteo Salvini, se vuole essere il leader del centrodestra, non può mollare Berlusconi. Per questo il Pd dovrebbe "incalzare il M5s" per stanarlo dalle ambiguità che sta tenendo.

• ASSENZE
Assente, all'incontro di oggi, il segretario dimissionario del Pd, Matteo Renzi: la scelta, hanno riferito fonti del partito, è dovuta alla volontà di non condizionare il dibattito interno del Partito democratico. A quanto pare, Renzi ha confermato la sua intenzione di parlare solo in sede di Assemblea nazionale, quando uscirà il nome del nuovo segretario.
 
© Riproduzione riservata 10 aprile 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/10/news/pd_riunione_gruppi-193498422/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P5-S1.8-T1
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