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« inserito:: Aprile 14, 2018, 06:11:24 pm »

Consultazioni, crisi siriana impone accelerazione. Pd, Martina: "Chi vuole alleanze lo dica"
Nel pomeriggio i maggiori partiti al Colle.
Tra le priorità di Mattarella la crisi siriana e le relazioni internazionali

Di UMBERTO ROSSO
12 aprile 2018

ROMA - La crisi siriana fa ingresso nelle consultazioni per il governo, e impone una accelerazione. Il presidente Mattarella, negli incontri della mattinata con gruppo delle autonomie, gruppi misti e Leu, ha espresso le sue preoccupazioni per i venti di guerra che soffiano di nuovo, e ha spiegato alle delegazioni che serve "un governo nella pienezza delle sue funzioni". Anche per affrontare l'emergenza internazionale, che può riguardare il nostro paese se gli aerei americani partiranno da Aviano e Sigonella. Della crisi siriana ha parlato, tra gli altri, Maurizio Martina, a capo della delegazione Pd salita al Colle nel pomeriggio.

Il Pd, ha spiegato il segretario Martina, continuerà ad esercitare "un ruolo di minoranza in Parlamento". Non ha pronunciato più la parola "opposizione", come nel primo giro, il che porta a leggere una qualche disponibilità in più dei democratici a rientrare in gioco, non per un governo con i 5Stelle, ma semmai ad una chiamata di Mattarella per un governo di tutti. Toni dunque più soft rispetto ad un Aventino duro e puro, forse frutto proprio di valutazioni arrivate nel corso dell'incontro nello Studio alla Vetrata.

Martina è rimasto molto duro nei confronti di Salvini e Di Maio: al primo ha attribuito il progetto di voler "ribaltare" il quadro delle alleanze internazionali del nostro Paese. Cosi come il "balletto di personalismi, tatticismi, polemiche" con Di Maio, "veti e tira e molla, tanto più insopportabili se sostengono di aver vinto". Ma con un "doppio binario", litigano e allo stesso tempo "si spartiscono tutti gli incarichi parlamentari, non lasciando spazio ad una nostra corresponsabilità, il che è inaccettabile". In ogni caso, ha confermato il leader del Pd, tocca ai partiti che hanno vinto presentare una proposta. "Noi saremo responsabili e rispettosi delle indicazioni del presidente Mattarella".

Dopo il Pd è arrivata al Quirinale la delegazione di centrodestra con Meloni, Berlusconi e Salvini, reduci da un difficile vertice a palazzo Grazioli, con Fi che continua ad opporsi al veto M5s sull'ex cavaliere. Gli ultimi ad essere ascoltati da Mattarella saranno i 5 Stelle guidati da Luigi Di Maio. Poi il capo dello Stato si riunirà con il suo staff per una analisi della giornata di consultazioni.

L'ipotesi più forte - le decisione arriveranno probabilmente all'inizio della prossima settimana - è un preincarico di governo per uno dei duellanti, Salvini o Di Maio. In campo anche la possibilità di un mandato esplorativo per la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati (favorita rispetto al presidente della Camera Roberto Fico). Sullo sfondo, ancora, l'idea di affidare l'incarico ad una figura “terza" rispetto ai due aspiranti premier.

Domani all'ora di pranzo, alla fine degli incontri, il presidente Mattarella uscirà nella Loggia d'Onore ad annunciare le sue determinazioni. Il capo dello Stato, oggi pomeriggio con l'arrivo nel suo studio dei partiti maggiori, vuol sapere come stanno davvero le cose.

Di fronte infatti al valzer dei veti incrociati, Mattarella non aspetterà a lungo per giocare le sue carte. Certamente non fino alle regionali in Molise (22 aprile) e in Friuli (29 aprile), come piacerebbe alla Lega e anche ai grillini convinti di uscire rafforzati dal voto.

Il capo dello Stato del resto non intende nemmeno attendere e farsi condizionare "da appuntamenti interni che riguardano la vita dei partiti". Con riferimento, in questo caso, all'altro fronte, quello del Pd.

L'ala renziana dei democratici, attestata sull'Aventino, lascia intendere difatti che qualcosa potrebbe cambiare soltanto dopo l'assemblea nazionale del partito, convocata per il 21 aprile per eleggere il nuovo segretario. Tutto stoppato dal Colle, che non intende stare a guardare mentre al Nazareno si fanno la guerra: il Pd dica adesso, nello Studio alla Vetrata, se conferma o meno la linea del no a qualunque intesa per il governo.

Liberi e uguali. All'uscita dallo studio di Mattarella è stato l'ex presidente del Senato Piero Grasso a prendere la parola: "Al presidente Mattarella abbiamo ribadito la nostra posizione: bisogna uscire dai personalismi e cominciare a trattare i temi più urgenti del Paese: la tutela del lavoro e la lotta alla povertà, il welfare e i diritti civili. Quanto all'economia aspettiamo la presentazione del Def. Su questi punti siamo disponibili a ogni confronto e dialogo".

Il gruppo Autonomie. Ha aperto le danze il gruppo delle Autonomie del Senato: "Non ci vuole molta fantasia - ha detto ai giornalisti la senatrice Juliane Unterberger - per immaginare le preoccupazioni del capo dello Stato per l'escalation militare e le reazioni delle forze politiche italiane. Abbiamo detto al presidente della Repubblica che serve presto un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ancorato all'Europa". Un riferimento alle posizioni di chi invece, come la Lega, si schiera con Putin.
Consultazioni, Svp: "Disponibili al dialogo con tutte le forze politiche. Abbiamo fiducia in Mattarella"

Il gruppo misto. Per il gruppo misto del Senato, hanno parlato Riccardo Nencini e Emma Bonino: "Tocca ai partiti del centrodestra, che hanno avuto più voti, incarico di governo. Presentino al presidente della Repubblica non solo un programma ma anche una maggioranza parlamentare, se in grado di farlo".

Per il socialista Nencini, a capo del Gruppo misto del Senato, serve una "accelerazione" nella soluzione della crisi, "non bisogna aspettare le elezioni regionali, anche per la crisi siriana, ma uscire dalle schermaglie". Emma Bonino, di + Europa, ha chiuso a qualunque sostegno a governi, "staremo all'opposizione di un esecutivo Lega-5Stelle". Il centrodestra "ha il diritto e direi la responsabilità e il dovere di provare a costruire una maggioranza, poi vedremo con quali risultati".

La leader di +Europa ha indicato tre punti chiave: "la tenuta dei conti pubblici, la questione europea con l'Italia che deve essere protagonista con Germania e Francia di una difficile discussione sul futuro e smettere di usare l'Europa come capro espiatorio di difficoltà interne". E infine la Siria, "con Italia senza ondeggiamenti nel rispetto della Alleanza atlantica. Si apra un confronto, vedremo se intervento militare o meno. C'è anche la soluzione del ricorso al tribunale penale internazionale".

Da Pietro Grasso - leader di Leu che ha chiuso gli incontri della mattinata, un no ad un intervento militare in Siria, "il contesto internazionale e nazionale non ci consente di valutare l'impiego di missili o bombe. Il governo venga a riferire con urgenza in Parlamento".

© Riproduzione riservata 12 aprile 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/12/news/consultazioni_secondo_giro-193647873/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
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