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Autore Discussione: Sgarbi espressione della decadenza berlusconiana  (Letto 2056 volte)
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« inserito:: Marzo 09, 2018, 06:25:49 pm »

Sgarbi espressione della decadenza berlusconiana

Pubblicato il 07-03-2018

Vittorio Sgarbi-Partito della Rivoluzione

Volgare, egoriferito, incompetente. O, per dirla con le parole del suo maestro Federico Zeri, “narcisista, presuntuoso, impreparato, superficiale”. Durante la sua intera carriera politica Sgarbi non ha fatto altro che dimostrare tutto questo e anche di più; è stato monarchico, comunista, liberale, socialista, radicale, federalista, berlusconiano, una vera e propria “prostituta politica, che ad Acerra non lo ha votato neanche il gatto e che ha cambiato più partiti che mutande”, come asserito da Andrea Scanzi martedì a Cartabianca su Rai 3.

Sgarbi l’ha presa come al solito benissimo, scivolando in epiteti ingiuriosi di carattere sessista e omofobico. Ha detto anche di peggio contro Luigi Di Maio dopo il fiasco di Acerra, insultando non solo il pentastellato ma soprattutto i suoi elettori meridionali, rei – a suo dire – di aver preferito il Movimento 5 Stelle a lui, per via del reddito di cittadinanza: “per questo lo votano, bello prendere uno stipendio e non fare un c*zzo, come ha sempre fatto Di Maio”. In tal modo, Sgarbi si è reso protagonista di un teatrino imbarazzante, giacché la decisione di candidarsi nella terra del capo politico grillino è stata sua e la debacle era facilmente prevedibile (64% di Di Maio contro il 20% di Sgarbi)1.

Infine, pregno ormai dello spirito di De Luca, ai microfoni di Porta a Porta ha aggiunto: “Quello non è un collegio: è un territorio di disperati che danno i voti a un personaggetto, ad uno che non sa neanche guidare”. Ancora a cincischiare contro i meridionali, proprio lui che ad Acerra è scappato dalla pizzeria senza pagare ed è stato poi smascherato su facebook e proprio lui che fu sindaco di Salemi (provincia di Trapani), appoggiato da un personaggio inquietante come Giuseppe Giammarinaro, e dovette dimettersi dopo lo scioglimento del comune e conseguente condanna per infiltrazioni mafiose. Ancora a parlare di lavoro, proprio lui, che venne condannato in via definitiva a sei mesi e dieci giorni per il reato di falso, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e assenteismo nel periodo 1987-1990 mentre era dipendente del Ministero dei Beni Culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto. Per farla breve, Sgarbi si presentò negli uffici della Soprintendenza dei Beni artistici e culturali dei Veneto tre giorni in tre anni, presentando poi dei certificati medici fasulli.2

Ciò che pare realmente incomprensibile è come mai un soggetto del genere venga ancora invitato nelle trasmissioni televisive. Bianca Berlinguer, nella stessa puntata di Cartabianca cui accennavamo a inizio articolo, nel presentarlo aveva auspicato “speriamo che non si arrabbi” e aveva invitato Scanzi a non provocarlo, in quanto avrebbe potuto reagire male. “Ma come “Non lo provocare”? Non è che stiamo parlando di uno psicolabile. Altrimenti, se è psicolabile, non lo invitate!”, era stata la legittima risposta del giornalista toscano.

Appurata la sua inconsistenza politica, si potrebbe dire che Sgarbi viene invitato nei salotti televisivi in quanto “intellettuale”. Ma si può definire intellettuale un uomo che non viene ingentilito dalla cultura, che anzi rifugge a favore di una folle e grottesca trivialità? Si può definire intellettuale un uomo la cui dialettica è tutta incentrata su oscenità e turpiloquio? Si può definire intellettuale un uomo incapace di mantenere una propria posizione etica, libera dai clientelismi politici?

Fatevi la domanda e fatevi la risposta…

[1] “Elezioni 2018: Di Maio “Apoteosi”. Sgarbi battuto ad Acerra” in tg24.sky.it, marzo 2018
[2] Travaglio, Marco e Gomez, Peter, Italia, 2001, “La Repubblica delle Banane”

Giulia Quaranta

Da - http://www.avantionline.it/2018/03/sgarbi-come-espressione-della-decadenza-berlusconiana/#.WqFrfejOWUk
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