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Autore Discussione: Genitori non adeguati ai loro compiti ...  (Letto 2145 volte)
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« inserito:: Marzo 09, 2018, 05:22:12 pm »

Treviso, due neonati ricoverati con gravi deficit. I pediatri: "Colpa della dieta vegana in gravidanza"
L'allarme dei medici per due episodi accaduti negli ultimi otto mesi.
I bambini accusavano sintomi di stanchezza e difficoltà motorie.
La diagnosi: "Carenza di vitamina B12"

08 marzo 2018

TREVISO - In gravidanza hanno seguito una dieta vegana portata avanti con il fai-da-te. Sei mesi dopo il parto i loro bambini sono finiti all'ospedale Ca' Foncello di Treviso con un grave deficit di vitamina B12. I medici non hanno dubbi: a causare la patologia è stato un comportamento alimentare sbagliato delle mamme durante la gestazione. A riferirlo è la Tribuna di Treviso che riporta le dichiarazioni del primario della Pediatria, Stefano Martelossi. "I bambini accusavano sintomi di stanchezza e gravi difficoltà motorie: faticavano a stare seduti, a sostenere bene la testa e a coordinare i movimenti", spiega il medico. Così si è reso necessario il ricovero durante il quale sono state approfondite le cause. "Queste mamme erano del tutto ignare della pesante carenza di vitamina B12 alla quale hanno esposto i loro piccoli ed anche se stesse durante la gestazione".

L'allarme sulle conseguenze della dieta vegana in gravidanza era di recente stato dato dagli esperti dell'ospedale Bambino Gesù di Roma e dell'ospedale Meyer di Firenze che hanno individuato, attraverso lo screening neonatale esteso, nei regimi alimentari sbagliati delle madri uno dei motivi del deficit dell'importante vitamina. Si è passati dai 42 casi del 2015 ai 126 del 2016.

I ricoveri di Treviso sono avvenuti negli ultimi otto mesi. Il mancato apporto di vitamina B12, che si trova negli alimenti di origine animale, inizialmente non dà alcuna avvisaglia.
I due parti, riferisce sempre il servizio della Tribuna di Treviso, sono andati bene. I problemi sono arrivati dopo, quando i due neonati hanno cominciato a manifestare un grave ritardo dello sviluppo psicomotorio. Di qui il ricovero e la diagnosi: deficit materno di vitamina B12.

© Riproduzione riservata 08 marzo 2018

Da  http://www.repubblica.it/cronaca/2018/03/08/news/treviso_due_neonati_ricoverati_con_gravi_deficit_i_pediatri_colpa_della_dieta_vegana_in_gravidanza_-190743015/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_08-03-2018
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 09, 2018, 05:55:05 pm »

Morbillo, tasso di mortalità in crescita tra i non vaccinati

Pubblicato il 06-03-2018

Meningite-vaccino

Nell’ultimo mese di gennaio il trend di mortalità è molto aumentato, con un morto ogni 80 casi. La regione più colpita nel 2018 è la Sicilia” dichiara il Prof. Massimo Andreoni, Professore Ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma “Tor Vergata”

Nel 2017 in Europa il morbillo ha ucciso 30 persone e ne ha colpite 14.451, circa il 400% in più rispetto all’anno precedente, quando sono stati registrati solo 4.643 casi. I paesi dove l’epidemia si è manifestata più violentemente sono stati Romania (5560) e Italia (5004). Un numero molto alto quello italiano, pari a un terzo di tutti i casi europei, soprattutto se si considera che secondo i dati del Ministero della Salute nel 2016 erano stati soltanto 862. Il maggior numero di morti in Romania con 19 morti, secondo posto in Italia con 4 decessi sugli oltre 5mila casi, mantenendo un incidenza che spesso si ripete nelle epidemie di morbillo di un morto ogni circa mille casi. A sostegno dei dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il parere degli specialisti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT.

L’88% di tutti i casi italiani del 2017 si è registrato in soggetti non vaccinati; un altro 6% in persone che hanno fatto una sola dose. Quindi il 94% dei pazienti sono persone che non si sono adeguatamente vaccinate. Un altro dato interessante è che ben il 44% dei malati hanno avuto un quadro clinico tale da portarli al ricovero, per un totale di circa 2000 ricoveri.

“Nel primo mese del 2018 ci sono stati 164 casi di morbillo in Italia – rileva il Prof. Massimo Andreoni, Professore Ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma “Tor Vergata” – Ben due i decessi, un 38enne e un 41enne. Il trend di mortalità è quindi molto aumentato, con un morto ogni 80 casi. Le regioni più colpite nel 2018 sono la Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria dove si sono registrati l’80% dei casi. Il 93% di tutti i casi del nuovo anno è avvenuto in pazienti che non hanno eseguito la vaccinazione; un caso su due è finito in ospedale”.

UNA PREVISIONE PER I PROSSIMI MESI – “Probabilmente, dobbiamo aspettarci una progressiva riduzione dei casi nel corso del 2018 – afferma il Prof. Andreoni – ma siamo ancora in piena fase epidemica, quindi si consiglia ancora di vaccinarsi o di completare la vaccinazione con la dose di richiamo. I due casi letali del 2018 devono ricordarci come questa malattia che noi consideriamo una malattia poco fastidiosa potrebbe provocare addirittura il decesso della persona”.

L’IMPORTANZA DEL VACCINO – “L’unico vero strumento capace di proteggerci è il vaccino – conclude Andreoni – la diffusione dello scorso anno e l’aumento di mortalità ci deve far riflettere sull’importanza che questo assume. Non solo per coloro per i quali è previsto l’obbligo della vaccinazione, ma anche per i giovani adulti, per i quali è un richiamo. La causa principale dell’esplosione del morbillo, infatti, è proprio l’alto numero di persone non protette che permette una più ampia circolazione del virus. Più le persone non si vaccinano, maggiore è il rischio di registrare un aumento dei casi”.

Da - http://www.avantionline.it/2018/03/morbillo-tasso-di-mortalita-in-crescita-il-93-perche-senza-vaccino/#.WqFsB-jOWUk
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