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« inserito:: Febbraio 27, 2018, 05:31:32 pm »

Il questore di Torino: "In piazza violenza preordinata e fine a se stessa, questa è criminalità"

Messina e la notte di guerriglia: inquietante anche se non è terrorismo

Di FEDERICA CRAVERO
25 febbraio 2018

"Quello che ho notato è stata la decisione scellerata, deliberata e ingiustificata di creare problemi alle forze dell’ordine. È stata fatta una scelta di violenza crescente e fine a se stessa. Ho l’impressione che la manifestazione fosse un pretesto per azioni di questo tipo. Questo non è dissentire, questa è criminalità". Va dritto al punto Francesco Messina, questore di Torino da poco più di un mese, il giorno dopo la guerriglia urbana che ha caratterizzato il corteo antifascista che cercava di arrivare all’hotel Nh di corso Vittorio Emanuele, dove era in programma il comizio di Simone Di Stefano, candidato premier di CasaPound.

Durante la manifestazione sono stati lanciati ordigni rudimentali confezionati con bulloni, schegge di legno e di metallo, che hanno ferito in modo serio un poliziotto. "La manifestazione ha avuto una dinamica peculiare — continua il questore Messina — Erano anni che in questa città mancavano dalle piazze ordigni di questa fattura, di tale offensività. Ordigni preparati appositamente, molto diversi dalle bombe carta e dai petardi lanciati a volte durante le manifestazioni o allo stadio. Proprio questa preordinazione è molto inquietante".

Avete trovato molti di questi ordigni?
"Non c’è stato solo uno scoppio. Oltre all’ordigno che ha ferito un uomo, ne sono stati lanciati molti, a giudicare dai buchi nelle uniformi e negli scudi. E oltre a queste bombe c’è stato un fitto lancio di oggetti, pietre, bottiglie e quant’altro nei confronti delle forze dell’ordine, che non avevano effettuato alcun intervento. Mi sorprende molto l’inspiegabile escalation della violenza quando non ci sono stati episodi di ordine pubblico".

È stata una precisa scelta quella di non offrire spunti ai manifestanti per reagire?
"Si è scelto di non ricorrere al contatto fisico per evitare derive pericolose in cui si può perdere il controllo. Nessuno ha mai perso il controllo, è stato fatto un uso equilibrato della forza pubblica, non ci sono stati atteggiamenti scomposti".

Si tratta di una novità?
"Nel tempo sono stati fatti grandi passi avanti nella gestione della forza pubblica".

Perché a suo avviso è stato innalzato in modo così evidente il livello dello scontro?
"Si possono dare più letture. Una può essere il contesto nazionale e la ricerca di una visibilità dopo che in altre città i centri sociali erano stati protagonisti di azioni che hanno fatto parlare di sé. Ma serve davvero questa violenza per rivendicare una primazia sul piano nazionale? Ti puoi imporre anche senza far ricorso a questi ordigni, che potevano uccidere. Se una scheggia, anziché colpire la parte posteriore della gamba, avesse colpito la parte anteriore e per qualche ragione avesse raggiunto la femorale, noi avremmo rischiato di perdere un uomo".

Ma non è l’unica lettura?
"Questo è un momento delicatissimo. La dinamica del corteo è stata peculiare: la mia idea è che sia stata fatta una scelta di violenza crescente e fine a se stessa. Ho l’impressione che la manifestazione fosse un pretesto per azioni di questo tipo: non bisogna confondere l’ideologia con gli atti di violenza pura che sono pericolosissimi".

La contestazione a Casapound sarebbe stato secondo lei un’opportunità? Un alibi?
"Guardiamo a com’era composto il corteo. C’erano i centri sociali, gli autonomi di Askatasuna, gli anarchici. Bandiere di partiti non ne ho viste: forse c’erano all’inizio ma non quando la manifestazione è degenerata. E non ho visto l’Anpi: mi sembra significativo, trattandosi di un corteo che si definiva antifascista".

C’è chi ha accostato la violenza vista l’altra sera al terrorismo. Lo pensa anche lei?
"Non è stato un atto di terrorismo, questo no. Però può costituire humus per favorire l’insorgere di violenze ancora peggiori. Questo mi preoccupa molto".

Che sviluppo ha avuto la manifestazione?
"Gli organizzatori hanno scelto di muoversi per aggirare gli sbarramenti. Davanti c’erano i giovani e i ragazzi, da dietro è cominciato un fitto lancio di bottiglie, pietre e petardi. Il corteo cercava di superare gli sbarramenti e le forze dell’ordine a specchio andavano a chiudere ogni possibilità. Fino a quando non sono arrivati in via Colli. In quella posizione gli agenti erano a breve distanza e hanno subito un lancio fitto di oggetti e di ordigni. Il nostro mezzo idrante non era ancora arrivato ad allontanare i manifestanti e le forze dell’ordine non hanno reagito. Poi le cose si sono complicate perché i manifestanti si sono mossi verso il cantiere, hanno abbattuto la recinzione e si sono armati con quello che hanno trovato. Noi siamo riusciti a sorprenderli con una manovra a tenaglia e si sono allontanati correndo in corso Inghilterra".

E li avete lasciati andare?
"Non c’era la necessità di usare queste misure. La nostra linea è stata di fare un uso dosato, attento ed equilibrato della forza. Naturalmente adesso stiamo analizzando tutti i frame, qui a Torino c’è un know how avanzato e una magistratura competente: confido di arrivare all’identificazione dei responsabili in tempi rapidi ma ragionevoli, perché è importante non creare generalizzazioni. Questi atti verranno letti come una repressione, ma non è così: il nostro lavoro è accertare le responsabilità e non accettarlo è solo un modo per fuggire".

Si potevano evitare questi disordini?
"L’intervento delle forze dell’ordine è stato encomiabile, tenuto conto anche che hanno dovuto occuparsi di due manifestazioni, una mobile e una statica ma con la necessità

 di essere difesa da potenziali attacchi. E bisogna anche essere chiari sui compiti che ha un questore: quello di CasaPound era un comizio elettorale, che non ha bisogno di autorizzazioni né di preavvisi. Non poteva essere negato".

Avrebbe invece potuto negare la piazza agli antifascisti?
"Se qualcuno avesse fatto richiesta di fare una manifestazione antifascista. Ma non è stata chiesta alcuna autorizzazione".
 
© Riproduzione riservata 25 febbraio 2018

Da - http://torino.repubblica.it/cronaca/2018/02/25/news/il_questore_violenza_preordinata_e_fine_a_se_stessa_questa_e_criminalita_-189696256/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P4-S1.4-T2
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