Razzismo, scontro fra Salvini e Grasso.
Ma Berlusconi bacchetta il leader leghista: "Toni eccessivi"
Il segretario del Carroccio: "Allarme sui fascismi surreale".
L'esponente di Leu: "Chi semina odio raccoglie violenza"
05 febbraio 2018
ROMA - Dopo il raid razzista a Macerata si riaccende lo scontro fra Matteo Salvini e Pietro Grasso. Ma nel dibattito interviene anche Silvio Berlusconi che, dopo aver rincorso ieri sera la Lega sul tema dei migranti irregolari, oggi si smarca. E ad Agorà, su Rai3, bacchetta il segretario leghista: "Frasi contro la sinistra eccessive, a volte Salvini esaspera i toni". Benché continui a sostenere che la strage nella città marchigiana sia stata solo "il gesto folle di uno squilibrato", il presidente di Forza Italia arriva a sposare la proposta della senatrice a vita Liliana Segre e dice che l'abolizione della parola "razza" dalla Costituzione "è una cosa che credo sia bene fare". Ma aggiunge anche che "i clandestini che sono da noi non hanno da mangiare e si mettono a disposizione della criminalità". E accusa la sinistra "di non aver saputo fermare questa immigrazione".
"Questa cosa incredibile dell'allarme fascismo, del ritorno dei fascismi, dell'ondata delle camice nere mi sembra surreale e agitata da una parte politica che in sei anni ha dimostrato il suo nulla", afferma invece Salvini a Radio 1, respingendo la definizione di "strage fascista" data da alcuni esponenti della sinistra.
Gli risponde a stretto giro il leader di Liberi e uguali Pietro Grasso, ospite di Unomattina: "Chi semina odio raccoglie violenza. Sono rimasto colpito dal fatto che il titolare della palestra ha espulso Traini, mentre un partito politico no. La società è stata capace di individuare il pericolo, la politica invece no". E aggiunge, in merito alle proposte di Salvini sull'immigrazione: "Mi ricordano quelle sulle deportazione di massa di Trump, che poi sono state bloccate dai giudici". Rivolto al Pd il presidente del Senato conclude: "Sul tema dell'antifascismo siamo uguali, ci riconosciamo nella Costituzione. Ma sul resto ci dividiamo perché il Pd ha fatto tanti atti di governo e parlamentari non di sinistra: pensiamo al jobs act, alla buona scuola che buona non è, alla riforma costituzionale. Aspettavamo un segnale di sinistra che non è arrivato".
"Io onestamente non temo il ritorno di fascismi o comunismi - continua il leader della Lega - sono democratico, sono non violento, adoro la libertà di pensiero e di parola. La polemica politica mi è molto lontana, voglio risolvere il problema dell'immigrazione", continua il leader della Lega. A chi gli chiede un commento alle dichiarazioni di Roberto Maroni, che ha definito Luca Traini un "fascistoide" con niente a che fare con la "gloriosa storia della Lega Nord", risponde " Non mi tocca. Le polemiche interne ed esterne sono l'ultima cosa che mi riguardano". A Laura Boldrini che ha parlato di lui come il più "cattivo dei maestri", il segretario leghista replica: "Ma i cattivi maestri evocano le Brigate rosse e la signora dovrebbe pensarci tre volte prima di parlare". E più tardi aggiunge: "Assolutamente non mi sento un cattivo maestro. Anzi penso che se non ci fosse la Lega episodi ahimè gravi rischierebbero di essercene di più. E invece grazie alla Lega che dove governa, governa bene, c'è un controllo del territorio".
"Sull'immigrazione - dice ancora il leader del Carroccio - io chiedo regole: avere in Italia circa 500mila immigrati "porta ovviamente caos" e "se non si espelle nessuno qui ci mettiamo trent'anni per tornare alla normalità". "Penso che qualunque italiano normale vuole che ci siano regole più normali", insiste. E, a proposito della gestione del flusso di migranti, aggiunge: "Qualcuno interpreta la richiesta di controlli come fascismo, andrebbe ricoverato".
Salvini torna poi a parlare della proposta leghista di eliminare gli sconti di pena per i reati più gravi, bocciata dal Parlamento: "Vale per gli italiani e per gli immigrati. In Italia penso ci sia voglia di certezza della pena". E sull'appello del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha chiesto una moderazione dei toni dopo la sparatoria di Macerata, il segretario della Lega risponde: "Io mi occupo cancellare la legge Fornero, di abbassare le tasse come sta facendo Donald Trump negli Stati Uniti, il mio sogno è di non parlare più di immigrazione perché il fenomeno sarà tornato pienamente sotto controllo".
Sul tema interviene anche Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla presidenza della Lombardia, a Circo Massimo su Radio Capital: "L'immigrazione non è un fatto emergenziale, ma strutturale, anche se non è un modo per giustificare chi ha sparato. Chi spara ha sempre torto. E non credo che quel mio infelice strafalcione (il richiamo alla razza bianca, ndr), sia ciò che ha spinto Luca Traini a sparare. Di sicuro quel signore aveva altri problemi". E, rispetto alla militanza leghista di Traini, conclude: "Credo che analoghe personalità si possano trovare in altre formazioni, anche se non lo auguro a nessuno".
Richiama ancora una volta alla moderazione e ad abbassare i toni Matteo Renzi che, ospite del Videoforum di Repubblica Tv, dice: "Io credo che chi si rende conto della gravità del momento deve usare tutto l'equilibrio, la responsabilità del caso. Quando uno ha la febbre alta gli si dà la tachipirina, non si usano i loro toni. Quando si arriva a sparare, la prima cosa da fare è abbassare i toni, tutti. Che questo sia un atto razzista è evidente agli occhi di tutti". E aggiunge: "Non sono i pistoleri a garantire la sicurezza in Italia, bisogna investire su carabinieri e poliziotti. Noi lo scriviamo nel programma: assumiamo 10mila per ogni anno tra carabinieri e poliziotti, chi strizza l'occhio ai pistoleri ha bloccato il turn over".
Un invito, quello dell'ex premier, che secondo il presidente del Pd, Matteo Orfini, è rimasto inascoltato. E accusa Silvio Berlusconi di essersi 'schiacciato' sulle posizioni del leader della Lega. "Purtroppo vedo che Berlusconi si è schiacciato sulle posizioni di Salvini e credo che questo sia ancor più grave nel momento in cui non bisognerebbe strumentalizzare e fare campagna elettorale". "Noi - ha proseguito Orfini- dopo i drammatici fatti di Macerata abbiamo detto di riflettere e abbassare i toni per costruire un clima più sereno nel nostro Paese e invece vedo che si vogliono sfruttare fatti drammatici come quelli che sono avvenuti per continuare a dire falsità, fare campagna elettorale, puntando sulla rabbia degli italiani e sulle preoccupazioni, anziché dare risposte".
È convinta che il governo stia gestendo bene il processo dei flussi migratori la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, che, però, insiste sulla necessità di evitare parole d'odio e invita "tutti i politici a sottoscrivere questo cambio di stile". "Dobbiamo sapere che ci sono delle paure, delle preoccupazioni delle persone anche rispetto alle situazioni che si vivono nel nostro Paese, rispetto al rapporto con il governo dell'immigrazione, che noi stiamo realizzando".
Da Catania, anche il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, invita a frenare l'odio: "Bisogna dire no alla xenofobia, al rancore sociale e agli 'imprenditori della paura': dobbiamo unire l'Italia, 'ricucire' le nostre comunità. In nome di Dio invochiamo sobrietà, pace e dialogo!".
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