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« inserito:: Febbraio 12, 2018, 06:51:58 pm »

Montezemolo, Della Valle, Intesa, Generali: quando c’è da incassare si dimenticano del made in Italy

Carlotta Scozzari 
 
Ntv, la società dei treni Italo, viene venduta al fondo Gip per quasi 2 miliardi di euro, debito escluso

I fondatori Della Valle e Montezemolo otterranno un guadagno netto stimabile rispettivamente in 320 e 240 milioni
L’amministratore delegato Cattaneo vede moltiplicarsi il valore delle proprie azioni nel giro di pochi mesi
I treni Italo, a dispetto del nome, varcano la frontiera italiana e, come per magia, arrivano a tagliare il traguardo direttamente negli Stati Uniti. Dopo una lunga riunione, nella tarda serata del 7 febbraio, è stato annunciato che il consiglio di amministrazione di Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori, la società dei treni Italo) ha deciso di accettare l’offerta del fondo statunitense Gip (Global infrastructure partners III), ritoccata al rialzo dopo quella iniziale dei giorni scorsi fino a 1,98 miliardi, senza considerare l’impegno a coprire anche il debito da quasi 500 milioni. In altri termini, la società dei treni ad alta velocità, che fino a pochi anni fa viaggiavano a un passo dal precipizio del fallimento, ora passerà di mano per quasi 2 miliardi. La strada della quotazione in Borsa, avviata proprio in questi ultimi mesi, sarà a questo punto abbandonata.

Gli azionisti di Ntv-Italo al febbraio 2018 – Dal sito della società
Il tutto per la gioia dei maggiori azionisti, che con l’operazione incasseranno centinaia di milioni di euro. Primi tra tutti i due soci fondatori Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo, noti paladini del “made in Italy” (ancora nel gennaio del 2017 partecipavano al convegno “Come comunicare al mondo il made in Italy”), che partorirono l’idea di un treno ad alta velocità che facesse concorrenza alle Ferrovie dello Stato già nel 2006. Montezemolo, in particolare, non è la prima volta che fa soldi vendendo un gioiello del made in Italy a un investitore statunitense: era già capitato con Poltrona Frau, il cui controllo nel 2014 è passato al fondo a stelle e strisce Haworth.

Proviamo a calcolare i loro guadagni stellari. Il patron della società di abbigliamento e pelletteria Tod’s oggi ha in mano il 17,14% di Ntv tramite i due veicoli Mdp Holding Due srl e Fadel srl. Ciò significa che Della Valle, grazie alla vendita al fondo statunitense Gip, incasserà circa 340 milioni di euro. Montezemolo, invece, al 12,71% di Ntv sia personalmente sia tramite la Mdp Holding Uno srl e la Mdp Holding Quattro srl, dovrà accontentarsi di circa 252 milioni. Il terzo fondatore, Gianni Punzo, che attraverso Mdp Holding Tre srl ha in mano il 7,85% della società dei treni Italo, incasserà circa 155 milioni.

Queste, però, sono le entrate al lordo degli investimenti. Per provare a stimare quelle nette si può ricorrere ai calcoli di Gianni Dragoni nei libri “Alta rapacità” e “Banchieri e compari”, secondo cui i tre fondatori Della Valle, Montezemolo e Punzo, a cui si aggiunge anche Giuseppe Sciarrone (poi uscito), diedero vita a Italo nel 2006 con un investimento iniziale da 300 mila euro ciascuno. Negli anni successivi, poi, è stato fatto spazio ad altri soci che per essere della partita hanno messo sul piatto svariate decine di milioni.


Tra questi, per esempio Intesa Sanpaolo (anche principale finanziatrice dell’azienda), che nel 2008 ha rilevato il 20% del capitale della società dei treni per 60 milioni. Oggi che la banca guidata da Carlo Messina ha in portafoglio quasi il 19% della società dei treni Italo, con l’arrivo di Gip, si prepara a incassare circa 375 milioni al lordo degli investimenti. Anche le Assicurazioni Generali sono salite a bordo dei treni nel 2008, con un 16% oggi diventato 14,3% (e un incasso lordo dall’operazione Gip di oltre 280 milioni). E risale alla fine del 2008 l’ingresso nel capitale di Ntv delle Ferrovie francesi Sncf (Société Nationale des Chemins de Fer) con un 20% che secondo i calcoli di Dragoni è stato pagato 84 milioni.

Così, a forza di fare spazio a nuovi azionisti a suon di decine di milioni di euro, nel 2011 la partecipazione assemblata dai tre soci fondatori Della Valle, Montezemolo e Punzo risultava già scesa al 33% circa (11% a testa). In pratica, dei 264 milioni di capitale versato in Ntv nel 2011 (prima ancora della partenza del primo treno Italo, nel 2012), solo una minima parte era arrivata dalle tasche dei tre fondatori. “Le società personali di Montezemolo, Della Valle e Punzo hanno versato una ventina di milioni e li hanno già recuperati”, scrive Dragoni.

Vanno poi considerati gli interventi degli azionisti quando la società navigava in acque difficili. In primo luogo, c’è quello da 85 milioni in forma di finanziamento soci risalente al 2013-2014, che per i tre fondatori ha comportato uno sforzo di quasi 10 milioni a testa. Va poi annoverato l’aumento di capitale da 60 milioni del 2015, nell’ambito del quale i tre azionisti fondatori hanno fatto grosso modo la propria parte (qualcuno ha fatto anche qualcosa di più), per esborsi stimabili tra i 5 e i 10 milioni ciascuno. Quindi, tenendo conto dell’investimento iniziale, praticamente inesistente, e degli apporti successivi, il guadagno netto (comunque al lordo delle tasse) di Della Valle dovrebbe aggirarsi sui 320 milioni, mentre Montezemolo dovrebbe accontentarsi di circa 240 milioni e Punzo di una somma nell’ordine di 140 milioni. Insomma, anche in termini netti rispetto agli investimenti, il guadagno dei tre soci fondatori resta a otto zeri.


Un discorso a parte meritano le ferrovie francesi Sncf, che hanno deciso di abbandonare i treni di Italo al loro destino, senza guadagnarci nulla e anzi solo perdendo denaro, con l’aumento di capitale del 2015, vale a dire nel momento in cui la società stava implementando quella ristrutturazione che le ha consentito oggi di ricevere un’offerta da quasi 2 miliardi debito escluso. Insomma, il tempismo di Sncf sembra proprio essere stato particolarmente sfortunato.

Leggi anche: Cattaneo come Ibrahimovic, ha guadagnato 30,2 milioni in un anno. In barba alla regola aurea di Adriano Olivetti

Al contrario, sembra avere fatto di nuovo un terno al Lotto il numero uno di Ntv, Flavio Cattaneo. Quest’ultimo, lo scorso autunno, dopo una parentesi in Telecom Italia di nemmeno un anno e mezzo di lavoro che gli ha fruttato 25 milioni di buonuscita, era tornato alla guida dei treni di Italo (nel contempo, Montezemolo era tornato alla presidenza dell’azienda). Cattaneo aveva così deciso di investire in Ntv una parte del gruzzoletto realizzato in Tim, come segnale di fiducia verso la società e in vista dello sbarco in Borsa, che all’epoca sembrava ancora la prospettiva più concreta. Così, il numero uno della società dei treni ad alta velocità, tramite un aumento di capitale riservato di 15 milioni, era salito oltre il 5,1% di Ntv. In quell’occasione, la società era stata valutata tra i 500 e i 600 milioni. Da allora è cambiato tutto: oggi che Cattaneo possiede il 5,83%, apprestandosi a incassare 115 milioni circa al lordo dell’investimento, i treni Italo valgono invece quasi 2 miliardi.

(Articolo aggiornato alle 12.30 del 9 febbraio 2018)

Da - https://it.businessinsider.com/ntv-paladini-del-made-in-italy-della-valle-e-montezemolo-vendono-i-treni-italo-agli-americani-di-gip-e-incassano/
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