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Autore Discussione: Scandalo Forteto, arrestato il fondatore della Comunità: abusi e maltrattamenti  (Letto 7624 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Dicembre 23, 2017, 09:01:35 pm »

Scandalo Forteto, arrestato il fondatore della Comunità: abusi e maltrattamenti

I carabinieri questa mattina a casa di Rodolfo Fiesoli.
Ieri la sentenza della Cassazione

23 dicembre 2017

Si sono presentati alla porta della sua casa di Pelago questa mattina presto, i carabinieri. E' stato arrestato Rodolfo Fiesoli, 76 anni, per 34 il "profeta" della Comunità del Forteto nel Mugello al centro dell'inchiesta per abusi e maltrattamenti anche su minori ospiti del centro in provincia di Firenze. L'arresto avviene all'indomani nella sentenza della Cassazione che confermava in gran parte la sentenza di appello. La vita nella comunità del Forteto di Vicchio è stata "una esperienza drammatica, a tratti criminale” ha affermato la Cassazione. I carabinieri hanno portato Fiesoli alla caserma di Pontassieve e da li sarà traferito al carcere di Sollicciano.

Per gli altri nove imputati, condannati in appello per maltrattamenti a pene comprese fra 6 anni e 1 anno e 8 mesi, è intervenuta la prescrizione, che fra l'altro ha annullato interamente la condanna a 6 anni dell'ideologo e braccio destro di Fiesoli, Luigi Goffredi. Confermati i risarcimenti alle parti civili. Quanto a Fiesoli la sentenza rimanda a nuovo processo di appello limitatamente a un caso di violenza sessuale.

Quella del Forteto è una storia che sembra non volersi concludere mai. Dopo due processi di primo grado e di appello in cui – è stato scritto - sono state raccolte “prove granitiche” di abusi e maltrattamenti, dopo due sentenze di condanna in cui si afferma “con sereno giudizio” che non è mai venuto meno il rispetto del diritto di difesa degli imputati, la Corte di Cassazione ha rinviato la sua decisione finale il 23 ottobre, poi il 20 novembre, e ieri i cinque supremi giudici, dopo essere entrati in camera di consiglio alle 12, a notte inoltrata stavano ancora discutendo nel palazzo ormai deserto.

La Cassazione è il giudice di legittimità, non deve entrare nel merito, deve verificare se la legge è stata applicata correttamente e se sono stati rispettati i diritti delle parti. Tuttavia, è difficile scacciare il dubbio che la difficoltà di decidere sia dipesa in parte dal fatto che la storia del Forteto è anche la storia di un “corto circuito istituzionale”, di una “totale rimozione e strumentalizzazione”, di una “linea di credito illimitata” di cui la comunità di Vicchio del Mugello ha beneficiato per decine di anni da parte del tribunale dei minori di Firenze, dei rossi Comuni del Mugello e della rossa Regione Toscana. Motivo per cui anche in anni recenti il Pd si è opposto a lungo alla istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla comunità di Vicchio del Mugello, fondata nel 1977 da un gruppo di giovani e quasi subito finita sotto inchiesta per atti di libidine violenti e maltrattamenti nei confronti di adolescenti disabili.

I fondatori Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi furono arrestati nel 1978 e dopo alterne vicende furono definitivamente condannati nel 1985. Ma sul Forteto e sulla sua esperienza educativa si divisero sin dall'inizio non solo destra e sinistra, Dc e Pci, ma anche la magistratura. Il tribunale dei minori, guidato allora da Giampaolo Meucci, continuò ad affidare bambini al Forteto. Meucci morì nel 1985, non ebbe tempo per ricredersi. I suoi successori si convinsero che Fiesoli e Goffredi fossero vittime di un errore giudiziario. Così in quasi 30 anni il Forteto ha accolto cinquanta minori, si è accreditato come un rifugio sicuro e una eccellenza educativa e – grazie anche a generosi finanziamenti pubblici – è divenuto una realtà economica importante nell'agricoltura e nella produzione di formaggi.
La “linea di credito illimitata” si è frantumata nel 2011 quando Fiesoli è stato nuovamente arrestato per violenza sessuale su minori e maltrattamenti, accusa quest'ultima estesa poi ad altri 22 membri della comunità. Con la nuova inchiesta, coordinata dai pm Giuliano Giambartolomei e Ornella Galeotti, è emerso il profilo di una “setta” governata da “regole maltrattanti, crudeli e incomprensibili”. Nelle sentenze si parla di “un'esperienza drammatica, per molti aspetti criminale”, di “un martellante e sistematico lavaggio del cervello”. Per venti anni al Forteto non sono nati bambini perché i rapporti fra uomo e donna erano ritenuti impuri, mentre venivano promossi quelli omosessuali. Il Forteto – hanno scritto i giudici – era il “territorio di caccia di Rodolfo Fiesoli”, che ha avuto rapporti sessuali con quasi tutti gli uomini della comunità e con molti adolescenti, sostenendo che in tal modo li “liberava la materialità”. Con la pratica dei “chiarimenti” i bambini accolti in comunità erano costretti a rievocare pubblicamente gli abusi a cui erano stati sottoposti prima di essere affidati al Forteto, anzi spesso a inventarli e ad accusare i genitori, sistematicamente denigrati. Mentre, al contrario, la finalità dell'affido, un istituto temporaneo, dovrebbe essere quella di ricomporre il rapporto fra il bambino o l'adolescente con la sua famiglia disastrata.

Nella comunità il dissenso non era ammesso. Le regole del Forteto – hanno scritto i giudici – non miravano alla crescita e al miglioramento di ciascuno con l'aiuto degli altri “ma, esclusivamente, al controllo delle persone, alla possibilità di una loro manipolazione, attraverso il chiarimento, la punizione, l'isolamento, la denigrazione, la mortificazione”.

“Al Forteto adulti e bambini erano in trappola”, ha detto Petra Filistrucchi di Artemisia, capofila del progetto “Oltre” finanziato dalla Regione Toscana, che ora sta cercando di porre rimedio alle sofferenze di chi ha vissuto nella comunità-setta. “Oltre” ha preso in carico 41 persone e le loro vite “sgretolate” e cerca di aiutarle a superare i traumi causati dalle “circostanze estreme” che hanno dovuto subire.

Per evitare tutto questo bastava leggere le sentenze del primo processo, ha scritto il magistrato Vittorio Borraccetti, esponente storico di Magistratura Democratica, che ha accolto la richiesta della Associazione delle vittime e ha studiato gli atti giudiziari: “Ma chi ha letto ha detto: questo è un complotto. E la gravità è che questa tesi veniva dalle istituzioni. La vicenda del Forteto è stata una catastrofe sotto ogni punto di vista”.

“E’ stato un percorso lungo e di grande sofferenza, ma giustizia è fatta”, ha dichiarato il presidente della prima commissione regionale di indagine sul Forteto Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale toscano: “Esprimo soddisfazione – ha proseguito - per la sentenza con cui la Suprema Corte ha confermato le condanne inflitte a Rodolfo Fiesoli, Luigi Goffredi e agli altri sottoposti a giudizio per l’orribile vicenda del Forteto. Ciò rende alle vittime giustizia nel diritto. Ora si apra la via della necessaria giustizia morale verso questi ex bambini che venivano affidati dalle istituzioni all’interno di quella comunità-setta, giustizia morale che passa per l’ammissione ciascuno del proprio segmento di responsabilità e per pubbliche scuse. Se, come durante il lavoro d’indagine effettuato in Commissione d’inchiesta è emerso, il conformismo culturale e amministrativo è stato determinante affinché le violenze e gli abusi sui minori al Forteto si protraessero per trent’anni, con questa sentenza, oggi, l’asse del conformismo si ribalta. Già altre sentenze affini, sempre sul Forteto, rimasero inascoltate. Non permetteremo che accada di nuovo”.

© Riproduzione riservata 23 dicembre 2017

Da - http://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/12/23/news/pelago_arresto_fiesoli_scandalo_forteto-184977959/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T1
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« Risposta #1 inserito:: Dicembre 23, 2017, 09:04:30 pm »

"Una comunità lager" Condannati i "padroni" del Forteto

Diciassette anni e mezzo al "guru" Rodolfo Fiesoli.

Era accusato di violenze sessuali e maltrattamenti. Pene più leggere per altre 14 persone

Stefano Filippi - Gio, 18/06/2015 - 08:14

Condannati i vertici del Forteto. La comunità per minorenni in difficoltà del Mugello, che ha legato il nome anche a una cooperativa agricola considerata da Legacoop un fiore all'occhiello, era un luogo non di accoglienza ma di sevizie e violenze: così ha stabilito il tribunale di Firenze che ieri ha inflitto pene pesanti a carico dei vertici, a partire dal «profeta» Rodolfo Fiesoli, ispiratore e fondatore del Forteto.

La condanna per Fiesoli è a 17 anni e mezzo per violenza sessuale e maltrattamenti cui ha sottoposto numerosi ragazzi affidati alla comunità, molti dei quali hanno rivissuto i drammi subiti testimoniando davanti alla corte le sevizie. Il suo braccio destro, l'«ideologo» Luigi Goffredi, dovrà scontare 8 anni. Con loro sono state condannate altre 14 persone (le pene vanno da 1 a 8 anni) sulle 23 che erano state mandate a processo. Fiesoli, per il quale il pm Ornella Galeotti aveva chiesto una condanna a 21 anni, rimane a piede libero. Il tribunale ha inoltre stabilito provvisionali per 1.260.000 euro immediatamente esecutive a favore delle vittime. In alcuni risarcimenti è obbligata in solido anche la coop agricola.

La comunità del Forteto nacque negli Anni 70 per stravolgere l'idea di famiglia: poiché proprio le famiglie avevano traumatizzato i minori, questi dovevano crescere in modo diverso. Fiesoli e i suoi teorizzarono la «famiglia funzionale» (persone non sposate che fungevano da genitori), facevano il lavaggio del cervello a ragazzi e ragazze e li costringevano a pratiche aberranti, violenze comprese, anche omosessuali. «In quella comunità – ha detto il pm Galeotti nella requisitoria – si verificò per anni una sospensione delle leggi dello stato, attraverso un programma criminale in cui il Fiesoli “rapinava il sesso” ai ragazzini, con la complicità degli altri imputati».

Fiesoli e Goffredi erano già stati arrestati e condannati negli Anni 80 per reati analoghi (maltrattamenti e atti di libidine), ma continuarono le loro attività perché i tribunali per i minorenni non smisero di affidare minori al Forteto. Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo sanzionò l'Italia per quanto vi avveniva. Fiesoli venne nuovamente arrestato nel 2011 dopo le accuse di alcune vittime che denunciarono anche lo sfruttamento del lavoro minorile nella coop agricola in cui erano impiegati.

A far luce sugli orrori del Mugello contribuì in misura determinante una commissione d'inchiesta bipartisan istituita dalla regione Toscana nel 2013. «Oggi è un giorno importante - ha detto il consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai, presidente della commissione -: con questa sentenza, sulla cui sostanza non avevo dubbi, sul Forteto si scolpisce una verità giudiziaria che ristabilisce giustizia per le vittime di quel sistema abusante e che di fatto collima perfettamente con le drammatiche risultanze della commissione». La regione Toscana aveva elargito fondi come numerose altre istituzioni. Matteo Renzi, da sindaco di Firenze, aveva partecipato a un convegno sui metodi educativi del Forteto mentre i «big» della sinistra vi venivano immancabilmente condotti quando passavano per il Mugello. E quella delle responsabilità politiche e istituzionali, come rileva Mugnai, «è una pagina ancora da scrivere»: enti locali, tribunale, servizi sociali, coop, certi intellettuali. Il Forteto godeva di solidi agganci e il processo stesso ha rischiato a lungo di finire in niente. Il difensore d'ufficio di Fiesoli, Sara Angelucci, attenderà le motivazioni della sentenza prima di presentare appello.

Da - http://www.ilgiornale.it/news/politica/comunit-lager-condannati-i-padroni-forteto-1141993.html
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« Risposta #2 inserito:: Dicembre 23, 2017, 09:05:59 pm »

Le condanne stabilite oggi vanno da un minimo di un anno a un massimo di 17.

Il dubbio è che a norma di legge, essendo decorsi i termini della misura cautelare del divieto di dimora al Forteto, ora Fiesoli, l'orco sodomita, nonostante la condanna, possa ritornarci.

Le condanne:

Rodolfo Fiesoli: 17 anni e mezzo
Luigi Goffredi: 8 anni
Daniela Tardani: 7 anni
Francesco Bacci: 3 anni e 6 mesi
Angela Maria Bocchino: 1 anno, pena sospesa
Mariella Consorti: 3 anni e 6 mesi
Marida Giorgi: 1 anno, pena sospesa
Silvano Montorsi: 3 anni e 6 mesi
Stefano Pezzati: 4 anni e 6 mesi
Gianni Romoli: 3 anni
Stefano Sarti: 3 anni
Elisabetta Sassi: 3 anni
Luigi Serpi: 4 anni e 6 mesi
Francesca Tardani: 3 anni e 6 mesi
Elena Maria Tempestini: 3 anni e 6 mesi
Mauro Vannucchi: 4 anni e 6 mesi
Assolti: Marco Ceccherini, Elena Lascialfari, Matteo Pizzi, Domenico Premoli, Sauro Sarti, Doriano Sernissi, Andrea Turini.


http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/06/17/news/forteto_la_sentenza_16_condannati_su_23_imputati-117059291
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