LA-U dell'OLIVO
Novembre 25, 2024, 07:58:17 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: ALBERTO FLORES D'ARCAIS. Generale pronto a disobbedire a Trump: "Pronto a ...  (Letto 3905 volte)
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« inserito:: Novembre 20, 2017, 05:54:57 pm »

Generale pronto a disobbedire a Trump: "Pronto a rifiutare di lanciare l'atomica"
John Hyten ha sotto il suo controllo l'intero arsenale nucleare degli Stati Uniti: "Il mio compito è quello di fornire consigli al presidente. Quando hai una responsabilità del genere, come si può pensare di non ponderare attentamente le proprie azioni?"

Di ALBERTO FLORES D'ARCAIS
19 novembre 2017

NEW YORK - "Lanciare l'atomica? Se l'ordine fosse 'illegale' direi no al presidente". John Hyten non è un generale qualsiasi, è il militare (dell'aviazione) che ha sotto il suo controllo l'intero arsenale nucleare degli Stati Uniti. Un uomo di poche parole, attento alle piccole sfumature e come ogni buon soldato è pronto a ubbidire agli ordini.

Donald Trump è il suo "Commander in Chief", ma rispondendo a una precisa domanda (durante la conferenza internazionale sulla sicurezza in corso ad Halifax, Canada) il comandante dell'Us Strategic Command ha ipotizzato una possibile insubordinazione.

"Credo che alcune persone pensino che noi siamo stupidi. No, non lo siamo. Quando hai una responsabilità del genere, come si può pensare di non ponderare attentamente le proprie azioni? Il mio compito è quello di fornire consigli al presidente, sarà lui poi, come 'Commander in Chief', a stabilire cosa fare. Se l'ordine però è 'illegale' indovinate che cosa succede? Che dirò 'Mr. President questo non è legale'. E se lui mi chiederà cosa sarebbe legale gli presenterò diverse opzioni, un mix delle nostre capacità di risposta a qualunque situazione di crisi. Questo è il modo in cui le cose funzionano, non è complicato. Del resto se obbedisci ad un ordine illegale finisci in prigione, puoi restare in carcere per il resto della tua vita".

Si tratta di capire cosa sia un ordine "illegale" che arrivi dal presidente Usa, nella dichiarazione di Hyten non è specificato e il Pentagono non ha voluto commentare pubblicamente le parole del generale dell'Air Force.

Negli Stati Uniti, alle prese con le provocazioni di Kim Yong-un, il dibattito sull'uso (o meno) dell'atomica è tornato di grande attualità mezzo secolo dopo la Guerra Fredda. Considerato che alla Casa Bianca vi è un presidente di cui qualcuno mette in dubbio (al Congresso, nell'Intelligence, tra i vertici militari) le reali capacità di affrontare una grave crisi, ecco che l'intervento del comandante delle forze nucleari Usa assume un certo rilievo.

Se e fino a che punto il presidente/Commander in Chief abbia o meno l'autorità per ordinare un attacco atomico ne hanno discusso nei giorni scorsi anche alla Commissione del Senato guidata dal senatore repubblicano Bob Corker, uno dei capofila del 'dissenso' verso la Casa Bianca nel Grand Old Party. E in molti hanno detto no: a un Dottor Stranamore del nuovo millennio i militari possono disobbedire.   

© Riproduzione riservata 19 novembre 2017

Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/19/news/generale_pronto_a_disobbedire_a_trump_pronto_a_rifiutare_di_lanciare_l_atomica_-181561748/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P5-S1.4-T1
Registrato
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« Risposta #1 inserito:: Dicembre 09, 2017, 12:22:42 pm »

Niente American dream: dopo 30 anni Oscar e Humberta cacciati dagli Usa

Arrivati clandestinamente nel 1989, una coppia di genitori messicana è stata caricata su un aereo. Nel New Jersey lasciano tre figli, laureati e al college, tutti cittadini americani


Di ALBERTO FLORES D'ARCAIS
09 dicembre 2017

NEW YORK - Hanno lasciato la propria casa, tre figli, una vita ‘americana’ trentennale. Oscar ed Humberta Campos sono stati costretti a dare l’addio al loro personale american dream, ultimi degli oltre 200mila clandestini deportati fuori dai confini degli Stati Uniti nel solo 2017. Una coppia del New Jersey come ce ne sono tante, immigrati per scelta e per fuggire le violenze dei loro paesi d’origine, due ‘latinos’ tra tanti milioni come loro.

Erano arrivati da Tamaulipas - uno dei più poveri dei 31 Stati del Messico, uno dei più violenti - quasi trent’anni fa, dopo aver attraversato (in modo illegale) il confine con il Texas nel 1989. L’America l’avevano trovata a Bridgeton, New Jersey, una vita nuova di zecca, una casa comprata dopo molti sacrifici, tre figli (che essendo nati negli Stati Uniti sono cittadini americani) che oggi hanno 24, 22 e 16 anni. I primi due (un maschio e una femmina) laureati con successo al college, il terzo al secondo anno di High School. Una deportazione uguale a quelle che durano da anni. Iniziate un po’ blandamente negli anni di George W. Bush, durante la Casa Bianca di Obama erano aumentate in modo esponenziale; con l’arrivo di Trump e la sua retorica sul Muro stanno battendo tutti i record.

All’alba di venerdì hanno dovuto dare addio a tutti e a tutto, costretti a salire su un volo solo andata che li avrebbe riportati per sempre in Messico. Quando l’aereo è decollato dall’aeroporto di Newark (che è in New Jersey ma serve anche New York) erano le 6 e 30 del mattino, il saluto con i figli, con gli amici, con la gente che ha sostenuto fino all’ultimo la loro battaglia per restare negli Usa, è stato straziante. A nulla sono serviti gli interventi di importanti politici locali, come il popolare senatore democratico del New Jersey Cory Booker.

Giovedì, i funzionari federali dell'immigrazione avevano detto no all’ultimo tentativo della coppia, l’ennesimo ricorso contro l’espulsione “era stato bocciato”, aveva annunciato tra le lacrime Arnaldo Santos, il diacono della parrocchia della Sacra Croce di Bridgeton che ha ha fatto da mediatore e da guida spirituale ai Campos. Alle autorità dell’immigrazione hanno dovuto mostrare che il biglietto era di sola andata, una volta giunta l’ora li hanno staccati dagli abbracci dei figli e li hanno accompagnati all’imbarco. 

   La coppia è stata costretta a firmare una procura per il figlio maggiore, in modo che possa prendersi cura del fratello di 16 anni e che possa farsi carico del mutuo della casa. Poco prima di salire sul volo, Oscar Campos ha voluto dare ai suoi figli gli ultimi consigli, gli ha ricordato quei valori del lavoro, dell’onestà e della lealtà che hanno sempre fatto parte della vita familiare, li ha salutati con una frase: “Combattete per i vostri sogni perché la vita continua e troverete sempre brave persone che vi saranno vicine. Ci sono molte brave persone, non abbandonate la speranza”.
 
© Riproduzione riservata 09 dicembre 2017

Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/12/09/news/niente_american_dream_dopo_30_anni_oscar_e_humberta_cacciati_dagli_usa-183542393/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S2.4-T1
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!