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Autore Discussione: E' morto a Losanna Maurice Béjart tra i maggiori coreografi del XX secolo  (Letto 2930 volte)
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« inserito:: Novembre 22, 2007, 06:56:44 pm »

SPETTACOLI & CULTURA

Una lunghissima carriera durata oltre 60 anni, dal debutto a Vichy alle grandi creazioni, Bolero, La Sagra della Primavera, Bhakti

E' morto a Losanna Maurice Béjart tra i maggiori coreografi del XX secolo

Carla Fracci: "La danza gli deve molto. Il suo era un linguaggio creativo, diverso"

Il critico Testa: "E' da ammirare per aver reso popolare il grande balletto"

di ROSARIA AMATO

 
ROMA - E' morto Maurice Béjart, tra i maggiori coreografi del XX secolo. L'artista avrebbe compiuto 81 anni a gennaio, e soffriva di diversi problemi di salute legati al cuore e ai reni, che negli ultimi giorni si erano aggravati, costringendolo a un ricovero presso l'Ospedale universitario di Losanna, dove Béjart dirigeva il Bbl (Béjart Ballet de Lausanne), che aveva fondato nel 1987. Il coreografo francese, che ha firmato oltre 230 spettacoli, era ancora in piena attività, e stava preparando per il 20 dicembre Il giro del mondo in 80 giorni.

"Era una persona straordinaria, con tanto da dare e da ricevere - ricorda Carla Fracci, per la quale nel 1998 Béjart aveva creato l'Heure Exquise, balletto ispirato a "I giorni felici" di Beckett - Il mondo del balletto gli deve molto: il suo è sempre stato un discorso di libertà, di saggezza, di umanità. Aveva tanto da scambiare come idee, sentimento, era una persona bella dentro: mancherà credo a tutti, non solo a me. Ha rinnovato un linguaggio creativo, diverso, di grande libertà fisica e morale in tutti i sensi, con una base fortissima di scuola, di repertorio. E' uno dei pochi personaggi importanti che se ne vanno. Rimaniamo poveri".

Béjart era nato a Marsiglia il 10 gennaio 1927, e dopo la formazione con Madame Egorova, Madame Rousanne e Léo Staats aveva debuttato a Vichy nel 1946 come ballerino, per poi approdare a Londra all'International Ballet. Abbandonò però presto l'attività di danzatore, per passare alla coreografia. Anche se poi non amava l'etichetta di coreografo: "Detesto il balletto, gli orrendi tutù e la volgarità dei fondali di cartapesta. Non sono un coreografo, ma un uomo di spettacolo 'totale': amo scegliere i gesti e le parole, curare le scene, le musiche, gli effetti speciali e ogni dettaglio, attingendo a qualsiasi forma d'arte", diceva di se stesso. Piuttosto, si diceva convinto che "ballare è una virtù del cervello, prima ancora che delle gambe", e a questo si sono ispirate le sue coreografie.

Nel 1955, con i Ballets de l'Etoile, una serie di creazioni di grande successo: Haut Voltage, Prométhée, Sonate à trois (da Huis clos de J.-P. Sartre). Notato da Maurice Huisman, il nuovo direttore del Théãtre Royal de la Monnaie, diresse nel 1959 una trionfale Sagra della Primavera, che suscitò scandalo per la libertà e la crudezza del rito erotico collettivo che vi si compie. Ma è con la fondazione del Ballet du XXe siecle che dal 1960 percorse il mondo intero.

Alla Sagra aggiunse il Bolero (1961), Messa per il tempo presente (1967) e L'uccello di fuoco (1970). In seguito l'interesse per la cultura e le espressioni di diverse civiltà, da quella indiana a quella greca: è il momento di Bhakti, Golestan, Kabuki, Dibouk, Pyramide, interesse che, ricordano i biografi del coreografo, precede di mondo la 'scoperta' delle culture orientali in Occidente.

Nel 1970 creò la scuola Mudra, a Bruxelles, e poi nel 1977 a Dakar, e l'école-atelier Rudra a Losanna nel 1992. Il passaggio dal Ballet du XXe siecle al Béjart Ballet Lausanne (1987) avvenne senza discontinuità. Nel 1992, Béjart decise di ridurre la sua compagnia ad una trentina di ballerini per "ritrovare l'essenza dell'interprete". Tra i numerosi balletti creati per questa compagnia, il Ring um den Ring, Le Mandarin merveilleux, King Lear-Prospero, A' propos de Sheherazade, Le Presbytere...!, Mutationx, La Route de la soie, Le Manteau, Enfant-roi, La Lumiere des eaux, Lumiere.

Anche regista di teatro (La Reine verte, Casta Diva, Cinq No modernes, A-6-Roc), di opere (Salomé, La Traviata e Don Giovanni), realizzatore di film (Bhakti, Paradoxe sur le comedien ), Maurice Béjart ha pubblicato diversi libri (romanzi, ricordi, diari, pezzi di teatro).

L'Imperatore Hirohito gli ha conferito l'Ordine del Sol Levante (1986) e il Re Baldovino lo ha nominato Grand Officier dell'Ordine della Corona (1988). La Japan Art Association gli ha riconosciuto il prestigioso Premio Imperiale (1993) e la Inamori Foundation il Premio Kyoto (1999). Dal 1994, Maurice Béjart era membro libero dell'Accademia delle Belle Arti dell'Istituto di Francia, primo esponente del mondo della danza a farne parte.

Un riconoscimento sicuramente dovuto a un artista che, ricorda il critico Alberto Testa, è "da stimare e da ammirare per aver reso popolare il balletto, ma il grande balletto, quello su base classica accademica, l'unica tecnica che aveva avuto modo di conoscere e che elaborò, trasformò per i suoi balletti".

"Ho avuto modo di conoscere Maurice Béjart fin dai suoi primi passi nella danza e nella coreografia - ricorda ancora Testa - Parlo degli anni '50, della sua prima esperienza coreografica Symphonie pour un homme seul. La sua coreografia è monumentale: ha avuto sempre la disponibilità di grandi ballerini, ed è riuscito a mantenere il grande complesso di ballo: oggi non ci sono quasi più, almeno in Europa, compagnie di così grande portata, con tanti ballerini, e la ragione è principalmente economica, ma lui ha avuto questa grande fortuna. Non sarà stato come Balanchine un inventore di uno stile particolarissimo, ma il suo stile era quello di recare grandi messaggi e di parlarci del mondo, delle sue storie, dei suoi drammi, della sua bellezza".

(22 novembre 2007)

da repubblica.it
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