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Autore Discussione: CRISTINA NADOTTI. La denuncia di Goletta verde: "I nostri mari sono malati ...  (Letto 2024 volte)
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« inserito:: Agosto 12, 2017, 05:31:54 pm »

La denuncia di Goletta verde: "I nostri mari sono malati cronici"
Il rapporto presentato oggi da Legambiente.
La situazione peggiore alle foci dei fiumi e torrenti, dove si concentrano scarichi e versamenti tossici. Il 40% delle acque italiane è "fortemente inquinato".
Maglia nera per Lazio, Calabria, Campania e Sicilia

Di CRISTINA NADOTTI
11 agosto 2017

ROMA. Anno dopo anno cambia poco nei mari italiani, che in alcuni punti restano "malati cronici", come li definisce Legambiente. Oggi sono stati diffusi i risultati della campagna di Goletta Verde, l'imbarcazione dell'associazione ambientalista che raccoglie e analizza campioni delle acque del nostro mare. Su 260 campioni di acqua analizzati in tutta Italia, in più di un terzo, cioè nel 40 per cento, sono state riscontrate cariche batteriche elevate. Molte tra le nostre regioni hanno problemi nella depurazione delle acque, tanto che l'Italia è agli ultimi posti per la presenza di impianti per filtrare gli scarichi a mare. I litorali di Lazio, Calabria, Campania e Sicilia, inoltre, dopo 5 anni di segnalazioni non hanno migliorato la loro situazione.

Altre problema su cui Goletta Verde pone l'accento sono i rifiuti in mare, per il 96 per cento costituito da plastiche e perciò destinato a rimanere a lungo anche in forma di microresidui. Il viaggio di Goletta Verde ha coperto 7.412 chilometri di costa, alla fine del quale sono stati presentati alle Capitanerie di Porto 11 esposti e segnalati 38 punti critici, per chiedere approfondimenti e interventi sugli scarichi inquinanti che ancora oggi si riversano in mare.

 Preoccupa poi che le situazioni più critiche perdurino in alcune località, a riprova che nonostante le campagne e le denunce nulla viene fatto: "Si tratta di punti - sottolinea Legambiente - che sono risultati inquinati mediamente negli ultimi 5 anni e che si concentrano soprattutto nel Lazio (Fico, in Calabria (7), in Campania e Sicilia (5)".

I parametri indagati dalla Goletta sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e i tecnici hanno considerato come inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori. Dei 105 campioni di acqua risultati con cariche batteriche elevate, ben 86 (ovvero l'82 per cento) registrano un giudizio di "fortemente inquinato".

L'87 per cento dei punti inquinati e fortemente inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. Mentre il 13 per cento sono stati prelevati presso spiagge affollate di turisti. La situazione migliore anche quest'anno in Sardegna, che si distingue con sole 5 situazioni critiche rilevate in corrispondenza di foci di fiumi, fossi e canali.

A seguire anche la Puglia registra un buon risultato, confermando la performance dello scorso anno. In alto Adriatico, complice anche la forte siccità che ha colpito queste regioni, riducendo molto le portate di fiumi, fossi e canali che si riversano in mare, le situazioni migliori si riscontrano in Emilia Romagna e Veneto.

Legambiente denuncia infine che spesso le autorità preposte segnalano i divieti di balneazione, ma in proposito pochi conoscono regole e rischi.  "I cittadini - spiega Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente - continuano a navigare in un mare di disinformazione. Così come in buona parte d'Italia, stenta ancora a decollare un sistema davvero integrato tra i vari enti preposti per fornire informazioni chiare. I tecnici di Goletta Verde hanno avvistato solo 16 di questi cartelli informativi, presenti solo nel 9 per cento dei punti. Per quel che riguarda invece i cartelli di divieto di balneazione, dei 91 punti vietati alla balneazione dalle autorità competenti, solo 23 presentano un cartello di divieto di balneazione. Nel 10 per cento dei casi dove i cartelli di divieto sono assenti, troviamo una presenza media o alta di persone che, ignare, fanno il bagno".

© Riproduzione riservata 11 agosto 2017

Da - http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/11/news/la_denuncia_di_goletta_verde_i_nostri_mari_sono_malati_cronici_-172831589/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 12, 2017, 05:36:35 pm »

Gli azzeccagarbugli degli scempi edilizi: "Con noi sanate tutto".
Casi di abusivismo edilizio a Pompei
Sfruttano i cavilli e i tempi lentissimi della giustizia. Così il condono è diventato una specializzazione per gli avvocati più intraprendenti.

Di CRISTINA NADOTTI
10 agosto 2017
ROMA.

La colpa è del proprietario dell'immobile. Anzi, no: lo studio legale specializzato in abusi edilizi promette sul suo sito che "ci sono casi in cui si può impostare una strategia tendente ad alleggerire la responsabilità chiamando in causa il titolare del cantiere edile". Se poi anche il titolare del cantiere ha un buon legale, saranno altri ad andare a giudizio. O forse nessuno, perché alla fine si paga una multa, oppure il reato è prescritto.

Il titolare dello studio legale di Ariccia che promette "strategie di alleggerimento" preferisce non rispondere, ma c'è invece chi ha voglia di raccontare quanto sia difficile occuparsi di diritto urbanistico in Italia. "Quando, anni fa, ho scritto la mia tesi sull'argomento - racconta Michela Scafetta, avvocata a Roma e a Napoli - ero convinta che il nostro sistema di leggi fosse perfetto. Ho svolto il praticantato a Pomigliano d'Arco e lì mi sono scontrata con un mondo che non credevo potesse esistere: la legalizzazione dell'abuso edilizio". L'avvocata riferisce di clienti che si rivolgono in maniera preventiva ai legali, e nei casi di piccoli abusi in appartamenti affermano: "Ma se io faccio fare tutto in una notte, chi se ne accorge? Trovo un tecnico che regolarizza il tutto e il gioco è fatto". Oppure c'è chi vuole convincere l'architetto ad abbattere un muro portante, dicendosi pronti ad assumersi piena responsabilità della cosa: "Se il tecnico è incorruttibile - osserva l'avvocata - il problema non si pone, ma se invece si fa convincere, allora può capitare che i palazzi crollino...". Spesso i clienti girano più studi legali finché trovano chi li asseconda. "Giorni fa a Napoli - racconta ancora Scafetta - ho ricevuto un cliente che dopo aver girato molti studi pugliesi che gli avevano spianato la strada di fronte a un abuso edilizio per un villaggio vacanze nel Gargano, in una zona vincolata e considerata non edificabile, mi esponeva il suo piano d'attacco per verificare anche con me se avrebbe potuto farla franca. Al mio parere fermo che l'opera è abusiva, che non può essere sanabile e implica un reato penale, il cliente per niente preoccupato mi ha detto: "Avvocato, l'importante è che riesco a patteggiare!"".

Per alcuni costruttori, perciò, la "strategia di alleggerimento", le spese per l'avvocato e per pagare la sanzione vengono previste tra i costi di realizzazione dell'opera. "La normativa è farraginosa - conferma l'avvocato Bergaglio, che esercita invece a Milano - da noi arrivano persone che hanno compiuto abusi per ignoranza o perché mal consigliati, ma anche, è vero, perché sanno di poter sfruttare ogni appiglio e cavillo". Secondo il penalista milanese però le cose stanno cambiando: "Un tempo mettere in conto l'abuso era conveniente, adesso, vista la stretta sui condoni, nella grande lottizzazione il rischio è troppo alto. Da me arrivano soprattutto persone che si ritrovano nei guai: per deontologia mai assisterei qualcuno per dargli indicazioni su come aggirare le norme, non insegno a delinquere".

Ma come in ogni ambito, c'è chi di fronte al guadagno chiude un occhio: "Dal punto di vista economico - osserva Bergaglio - la parcella per casi di abuso edilizio non è alta, direi tra i 4 mila e i 15 mila euro, a fronte di parecchio lavoro. Diverso è se si tratta di grandi lottizzazioni".

L'avvocata Lory Furlanetto, dei Centri di azione giuridica di Legambiente, allarga il discorso: "In Italia il problema è una cultura incapace di considerare l'abuso un costo enorme che paga tutta la collettività, e non soltanto per i danni all'ambiente, ma per le casse dei comuni. Non colpevolizzerei gli avvocati, a facilitare l'abusivismo ci sono anche studi notarili e tecnici pronti a istituire pratiche di condoni finti su opere inesistenti, se all'orizzonte c'è una sanatoria".

© Riproduzione riservata 10 agosto 2017

Da - http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/10/news/sfruttano_i_cavilli_e_i_tempi_lentissimi_della_giustizia_cosi_il_condono_e_diventato_una_specializzazione_per_gli_avvocati-172748076/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S2.4-T1
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