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Autore Discussione: SIMONA CASALINI Cantone: "Un'Italia senza corruzione? Con regole certe ce la...  (Letto 1564 volte)
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« inserito:: Giugno 17, 2017, 11:25:52 pm »

Cantone: "Un'Italia senza corruzione? Con regole certe ce la può fare
Il magistrato a capo dell'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione, racconta il malaffare del Terzo Millennio, attraverso le domande della giornalista Liana Milella e di Gianluca De Feo, uno dei vicedirettori di Repubblica. E lascia anche capire che, col principio che tutto deve essere reso conoscibile e senza prevedere pene carcerarie più severe, anche il nostro paese può uscirne fuori

Di SIMONA CASALINI
15 giugno 2017

"Non servono pene più severe, io sono più favorevole a pene adeguate, ma che siano almeno in parte effettivamente scontate. E poi massima trasparenza sui meccanismi che finanziano la politica, più controlli su associazioni e fondazioni, che ora sono regolate come se fossero semplici bocciofile e non sono nemmeno obbligate a pubblicare i bilanci. Sì agli agenti infiltrati nelle pubbliche amministrazioni, quelli che possono diventare testimoni di episodi di malaffare, ma no agli agenti provocatori che offrono soldi per far scattare la trappola. Tutto deve essere reso conoscibile. E le gare d'appalto si possono già da ora bandire in maniera corretta, con progetti chiari, sistemi ferrei di penali se non vengono rispettate le clausole firmate e poi fare controlli diffusi. All'Expò di Milano le gare sono state fatte bene, penso invece, all'opposto, all'appalto della metro C di Roma in cui è stato approvato un progetto senza fare alcun saggio archeologico. E poi no a una black list di aziende a basso tasso di legalità, piuttosto agevolerei una white list di società che si sanno comportare bene, si adeguano a principi di legalità ineccepibili. Al paese servono le grandi infrastrutture e in Italia le sappiamo fare anche molto bene"
Corruzione, Cantone: "Tangentopoli era decisa dai partiti, oggi politica usata come autobus per fare affari"

Raffaele Cantone, il magistrato di ferro a capo dell'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione, racconta a Repubblica delle Idee il malaffare del Terzo Millennio, attraverso le domande della giornalista Liana Milella e di Gianluca De Feo, uno dei vicedirettori di Repubblica, ma lascia anche capire che, con regole certe, massima trasparenza, e no a pene più alte, anche l'Italia ce la può fare. E cita due esempi all'opposto: un collega svedese al quale lui ha chiesto quale fosse il segreto del suo paese tra i più virtuosi al mondo per mancanza di corruzione, che gli ha risposto semplicemente: nessuno, solo la trasparenza di ogni atto pubblico, anche il costo di una singola matita. E, viceversa, un ministro messicano, paese ritenuto tra i più malversatori, che parlando del potere deterrente di pene carcerarie contro i corrotti, gli ha ricordato che proprio il Messico è lo Stato con le pene carcerarie previste tra le più alte del mondo.

Cantone: "Non sono tentato dalla carriera politica"
"Ma chi è e cosa fa il corrotto? Lei dice che i comportamenti corrotti sono di tutti" gli chiede Di Feo. "Sì, è qui il tema centrale" risponde Cantone, "per troppo tempo abbiamo pensato che non ci riguardava, è roba di politici, imprenditori, altra gente e non noi, e questo è sbagliato. Interessa tutti noi, perchè l'opera pubblica non finita, il lavoro che manca, le trafile negli ospedali, gli uffici pubblici che non danno risposte, riguarda tutti. Ma è corrotto anche chi salta le file negli ospedali o chi non paga le tasse. Il rispetto delle regole è basilare. Etimologicamente corruzione significa spaccare la società. Molti sottovalutano i suoi effetti, per molti è molto meno dannosa di un furto, di una rapina, e invece anche papa Francesco dice che il corrotto pensa di essere più furbo e che lui e il corruttore non possono essere perdonati. E non a caso ho parlato di papa Francesco perchè proprio stamattina ho partecipato a un grande incontro all'interno del Vaticano voluto dal pontefice incentrato sui temi della corruzione nella Chiesa, un'altra piccola rivoluzione del nostro papa, che non a caso dice che la corruzione ruba ai poveri per dare ai ricchi".

RepIdee, Cantone e le intercettazioni: ''Servono per scoprire reati e non per finire sui giornali''
"Il lavoro di magistrato: lei sente ancora intorno a sé grande solidarietà oppure dopo che ha cominciato a fare le pulci alla Rai, agli appalti milanesi del Palazzo di Giustizia ha avvertito un clima cambiato?" chiedono Milella e De Feo. "Devo dire che c'è stato anche un periodo in cui la gente mi diceva per strada "arresta tutti!", ma io non posso arrestare nessuno. Però abbiamo sancito irregolarità, scovato appalti irregolari e inviati gli atti alle Procure. Abbiamo dato forti segnali. La magistratura perde consenso? Io credo che il motivo sia perchè è stata caricata di troppe aspettative, un eccesso di delega dai politici che non sanno risolvere i problemi e che hanno buttato tutto addosso a noi. E, certamente, certe regole deontologiche di correttezza nei comportamenti privati vanno applicate anche a noi magistrati". Lei è contrario ai magistrati in politica? incalza Milella. "Diciamo che non mi dispiace se non vengono candidati, a meno di prestigiose eccezioni. Io in politica? Non penso proprio".

E sulle intercettazioni dice: "Servono alle indagini, meno a finire sui giornali". E spiega: "Per combattere la corruzione sarei favorevole anche ad ampliare la possibilità di intercettare l'indagato, ma qualche altra domanda ce la dobbiamo porre. Spesso finiscono sui giornali tante persone collegate a un indagato senza che ci sia stato un processo e senza che entrino minimamente nell'inchiesta in corso. Gli sms dell'indagato alla fidanzata, ad esempio, interessano davvero all'opinione pubblica? Chiunque potrebbe finire in un tritacarne".

© Riproduzione riservata 15 giugno 2017

Da - http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/bologna2017/2017/06/15/news/cantone_un_italia_senza_corruzione_con_regole_certe_l_italia_ce_la_puo_fare_-168198963/?ref=RHPPLF-BS-I0-C8-P4-S3.3-T1
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