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Autore Discussione: «Salari, in 5 anni persi 1900 euro»  (Letto 3292 volte)
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« inserito:: Novembre 20, 2007, 12:20:58 am »

OLTRE 7 Milioni di lavoratori vivono con meno di 1.000 euro al mese.

«Salari, in 5 anni persi 1900 euro»

Diffusi dati dello studio dell'Ires-Cgil: Pesa il fiscal drag non restituito. Un milione e 600mila giovani sono poveri


ROMA - Ammonta a quasi 1.900 euro il calo del potere d'acquisto dei salari negli ultimi cinque anni per ogni lavoratore con una retribuzione annua lorda di 24.890 euro (media 2007). Le retribuzioni di fatto reali hanno perso tra il 2002 e il 2007 1.210 euro, ma se a questa cifra aggiungiamo la perdita derivante dalla mancata restituzione del fiscal drag (l'aumento dell'inflazione che gonfia le entrate fiscali), la perdita totale ammonta a 1.896 euro. I dati emergono da uno studio dell'Ires-Cgil secondo il quale la perdita maggiore si è registrata tra il 2002 e il 2003, mentre dal 2005 il potere d'acquisto ha recuperato terreno. Se si considera invece il periodo tra il '93 e il 2006 si vede che le retribuzioni di fatto hanno mantenuto il potere d'acquisto rispetto all'inflazione registrando una crescita annua del 3,4% a fronte del 3,2% medio nel periodo. Nel periodo quindi, se non si è perso terreno complessivamente rispetto all'inflazione, non c'è stata però una distribuzione dei guadagni di produttività.

ALLARME GIOVANI - Secondo lo studio 7 milioni e trecentomila lavoratori in Italia guadagnano meno di 1000 euro al mese e più di 14 milioni di salariati vivono con meno di 1.300 euro. La situazione peggiora al Sud, dove un lavoratore guadagna in media 969 euro di salario netto mensile (-13,4% rispetto al dipendente standard). In particolare, l'indagine porta alla luce una «questione giovanile». Secondo le rilevazioni, infatti, un apprendista di età compresa tra i 15 e i 24 anni guadagna in media 736 euro netti mensili. Un collaboratore occasionale, tra i 15 e i 34 anni, guadagna mediamente 768 euro netti mensili. Un co.co.pro. o co.co.co. tra i 15 e i 34 anni ne guadagna 899. Anche secondo le ultime rilevazioni Istat, sottolinea il rapporto, 1 milione e 678mila giovani tra i 18 e i 34 anni (ovvero il 13,7%) sono poveri, percentuale superiore alla media.

19 novembre 2007

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Novembre 25, 2007, 11:47:34 am »

Salari, i sindacati chiedono più salario e meno tasse


I sindacati confederali chiedono al Governo di rinnovare i contratti pubblici e di concordare «una nuova politica dei redditi» a sostegno dei salari. E alle controparti aziendali di rinnovare entro l'anno i contratti dei settori privati scaduti. In caso contrario, il 2008 si aprirà con uno sciopero generale.

È questo il messaggio emerso durante l'assemblea dei delegati e dei quadri di Cgil, Cisl e Uil che si è conclusa poco prima delle 14 con l'approvazione di una piattaforma comune di proposte per l'esecutivo.

All'assemblea hanno partecipato anche i segretari generali delle tre organizzazioni, Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil), i quali hanno aggiunto alla piattaforma il proprio "no" a ogni modifica al protocollo sul welfare.

«Chiediamo al Governo - ha detto il leader della Cgil - l'apertura di un confronto per una nuova politica dei redditi che punti a una crescita reale dei salari dei lavoratori dipendenti e delle pensioni». Sulla stessa linea Bonanni, secondo il quale con la piattaforma i confederali intendono aprire «una vertenza nei confronti del governo centrale e di quelli locali. Sfidiamo la politica con un tema classico del sindacato: i salari e il reddito di lavoratori e pensionati». D'accordo anche Angeletti, che per primo ha evocato lo sciopero generale.

Le politiche fiscali proposte dai sindacati, che a loro parere dovranno essere finanziate dalla lotta all'evasione, dalla crescita della produttività e dall'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, si basano su cinque capitoli. Il primo è una riforma dell'Irpef che preveda l'aumento delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni, la riduzione delle aliquote, l'unificazione in una «dote» di detrazioni per i figli e assegni familiari, un alleggerimento delle tasse sulla liquidazione e sulla previdenza complementare.

Il secondo capitolo è quello relativo alla riduzione della tasse sugli aumenti contrattuali, già promossa da Epifani. Una proposta, ha fatto notare Angeletti, che avrebbe il pregio di essere «efficace subito e dilazionabile», perché non tutti i 17 milioni di lavoratori dipendenti italiani hanno il contratto scaduto o in scadenza. Il terzo capitolo riguarda il federalismo fiscale: pur essendo una delle riforme istituzionali auspicate dei sindacati, è importante che venga mantenuto il principio di non aggiungere oneri per i contribuenti. Secondo Bonanni c'è il rischio di subire «quattro spremiture»: da Governo centrale, Regioni, Provincie e Comuni.

Il quarto capitolo è relativo alle politiche sulla casa. I confederali propongono per gli affittuari, anche se incapienti, di estendere i benefici per la stipula dei contratti di locazione a canale concordato su tutto il territorio nazionale: detrazione Irpef più elevata, aumento del tetto di reddito per la prima fascia a 30mila euro e 50mila per quella successiva, innalzamento della detrazione Irpef per i locatori che affittano con canale concordato e obbligo di pagamento del canone con forme che ne permettano la tracciabilità. L'ultimo capitolo è dedicato alle tariffe e ai prezzi dei servizi pubblici: del taglio del cuneo fiscale, è il ragionamento dei sindacati, beneficiano anche le imprese che forniscono questi servizi, pertanto devono provvedere a una riduzione dei prezzi.

Pubblicato il: 24.11.07
Modificato il: 24.11.07 alle ore 18.18   
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