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Arlecchino
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« inserito:: Maggio 28, 2017, 11:16:35 pm »


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La minoranza Pd non stia ferma davanti all'avventurosa trama neocentrista di Renzi

28/05/2017 13:28 CEST | Aggiornato 4 ore fa

    Goffredo Bettini
    Dirigente nazionale Pd

Giorgio Perottino / Reuters

In Italia si sta profilando, al di là delle affermazioni tattiche e delle prudenze di circostanza, un disegno neocentrista di ampio respiro. Sistema elettorale proporzionale. Contrapposizione a un listone di sinistra con, a questo punto, inevitabilmente anche Giuliano Pisapia. Alleanza dopo il voto, per la governabilità, con Berlusconi. La garante di questo disegno è la sola vera statista in giro per l'Europa: Angela Merkel. Attorno alla quale si è già raccolto Macron con il suo profilo di modernizzazione e innovazione tecnocratica, che ha lasciato morto sul campo il partito socialista francese, ma non la sinistra nuova di Mélenchon che raggiunge il 20%.

Presto è destinato a raccogliersi anche Renzi; che di fatto sembra voler praticare una sorta di neodegasperismo, proponendosi come un "sole" egemone con attorno satelliti non decisivi; appunto, Forza Italia, spinta in questa direzione dalla stessa Merkel; la quale lavora, dunque, per un'Europa a trazione tedesca, con un nucleo omogeneo attorno, più ristretto e unitario. Diciamolo chiaramente: tale prospettiva appare la meno peggio in confronto ad un dilagare disordinato e pericoloso dei populismi e della destra. Meglio della Le Pen in Francia. Meglio di Grillo in Italia (anche se Grillo non è la Le Pen).

Renzi ha vinto nettamente il congresso. Ha il diritto-dovere di indicare una strada. Anche se va notato che la sua vittoria non l'ha ottenuta sulla linea di una rottura con l'insieme della sinistra, del sistema elettorale proporzionale, dell'alleanza con Berlusconi. Nulla di tutto questo ha esplicitato chiedendo i voti per la sua leadership. La minoranza a questo punto cosa può e deve fare dentro il Pd?

Certamente la linea del segretario appare del tutto avventurosa. Compresa la spinta per elezioni anticipate, improntate, per altro, a un duello per la vita tra Renzi e Grillo (e se ciò avvantaggiasse proprio Grillo?). Tuttavia Renzi ha vinto e nulla di più controproducente per il Pd e la stessa minoranza è condurre una sterile, preconcetta opposizione punto per punto; tanto stizzita quanto impotente. Quasi a voler sabotare o impedire a chi ha prevalso nel congresso di dispiegare le potenzialità che ritiene di possedere.

La minoranza e in particolare i suoi giovani dirigenti (da Orlando a Zingaretti, da Martella a Calvisi e molti altri ancora) si debbono dare un compito ben più ampio. Quello, è ovvio, di ribadire nei gruppi dirigenti la propria posizione nel merito delle questioni che si pongono. Ma, soprattutto, quello di mantenere viva, politicamente e culturalmente, una prospettiva alternativa di cui, ne sono certo, l'Italia e l'Europa avranno bisogno. Questo lavoro va fatto con una pratica nel territorio innovativa, unitaria e capace di sperimentare forme inedite di partecipazione, confronto e deliberazione dei nostri iscritti ed elettori. Cosa che Renzi non farà mai.

Perché, per esempio, non organizzare, come area di Orlando, degli spazi, dei luoghi, delle agorà, dove le persone si possano confrontare e decidere liberamente un orientamento sui problemi fondamentali che deve affrontare il Pd? E poi, riportando il succo di queste campagne capillari e ben organizzate nella discussione nazionale? La minoranza così sarebbe assai più forte e credibile. E, soprattutto, avrà gettato nella società reti indispensabili per l'avvenire. Dico questo perché non sabotare non significa non vedere come l'idea di stabilizzazione centrista, con l'eliminazione della sinistra, è altamente illusoria.

In Italia e nel mondo si sono aperte tali sfide, impossibili da affrontare senza cambiamenti profondi della qualità della nostra vita e del nostro modo di stare insieme. A partire dal tema, assai centrale nel dibattito più qualificato, sociologico, economico e politico: l'insostenibilità della distanza tra i ricchi e i poveri; tra chi ha e chi non ha; tra chi partecipa alla "giostra" del consumo e chi ne è tagliato fuori, fino a rischiare il pane quotidiano.

Chiamatela come volete. Non vi piace il nome sinistra che, in effetti, tanti errori hanno fortemente compromesso. Ma non saranno abili manovre politiche, o possibili maschere e camuffamenti, a poter eliminare la sostanza. Essa sta lì. E aspetta che qualcuno la interpreti. Cerchiamo di fare la nostra parte.

Da - http://www.huffingtonpost.it/goffredo-bettini/la-minoranza-pd-non-stia-ferma-mentre-lavventuroso-renzi-disegn_a_22113292/?utm_hp_ref=it-homepage
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