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Autore Discussione: LEGNINI: "Il caso ZUCCARO al CSM". Di Maio protesta. Di PAOLO GALLORI  (Letto 2637 volte)
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« inserito:: Aprile 29, 2017, 12:48:41 pm »


Legnini: "Il caso Zuccaro al CSM". Di Maio protesta. Procuratore di Palermo: "Ong? Salvano vite" "Ma l'azione disciplinare spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione" precisa il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura.
Il procuratore di Catania a Repubblica sulle presunte collusioni con i trafficanti di uomini: "Non ho prove ma certezze. E il dovere di denunciare perché la politica intervenga tempestivamente".
Boldrini: "Irresponsabile gettare simili ombre"

Di PAOLO GALLORI
28 aprile 2017

ROMA - "Sulle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, comunico che, dopo aver sentito i capi di Corte e il presidente della prima commissione consiliare, avvocato Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all'esame del Comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio. Fermo restando che, come é noto, spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare".

Dalle parole del vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, le prime avvisaglie di un prossimo accertamento sulle modalità con cui il procuratore capo di Catania sta gestendo l'indagine conoscitiva avviata dai suoi uffici sulle attività delle ong nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Ovvero, rilasciando dichiarazioni quotidiane ai media nazionali sulla presunta collusione tra alcune ong e i trafficanti di esseri umani, fino ad adombrare il sospetto che le organizzazioni criminali libiche arrivino a finanziare alcune sigle umanitarie per finalità eversive. Un fiume di esternazioni, sgorgato a indagine in corso dopo il racconto, reso dal procuratore Zuccaro a fine marzo al Comitato di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, dello strano proliferare di organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo dal settembre-ottobre 2015, con conseguente apertura del fascicolo.

Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando, generalizzazioni inaccettabili: "Bisogna fare le indagini: se qualcuno va punito, va punito". Quanto al Csm, aggiunge il Guardasigilli, "è sua facoltà muoversi in questo senso: attendiamo gli sviluppi". Zuccaro sarà ascoltato il 3 maggio anche in commissione Difesa del Senato. E il 9 dalla commissione parlamentare d'inchiesta sui migranti. "E' importante - spiega il presidente Federico Gelli - avere a disposizione ogni elemento utile per comprendere i motivi che hanno spinto il procuratore a fare certe dichiarazioni. Dobbiamo stare attenti a non gettare discredito sull'attività di tante organizzazioni senza le quali sarebbe impossibile gestire l'emergenza migranti".

Dura con il procuratore Zuccaro la presidente della Camera Laura Boldrini, profonda conoscitrice del mondo delle ong grazie alla sua passata esperienza da portavoce dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati: "Andare a buttare questa ombra su chi salva vite umane, senza avere evidenze, è una cosa grave ed irresponsabile - scrive, retwittando un'intervista a Un giorno da pecora -. Ong finanziate da trafficanti? Salvare le vite in mare è un dovere, chi non lo fa commette un reato".
 
Significativo lo smarcamento da Zuccaro del collega Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo che pure indaga sul traffico di migranti. "Le ong? Hanno contribuito a salvare centinaia e centinaia di vite umane". E sull'ipotesi investigativa di ong finanziate dai trafficanti, Lo Voi taglia corto: "Non è argomento di mia conoscenza, improprio che sia io a commentare". Per contro, Michele Emiliano, candidato alle primarie del Pd e a sua volta magistrato, a L'aria che tira su La7 si schiera con Zuccaro: "Bisogna aiutare il procuratore ad accertare la verità. Non credo che abbia sbagliato, ha lanciato un allarme".

Inchiesta ong e trafficanti: il Fact-Checking di Repubblica

Ma perché, è la domanda, il capo di una procura come Carmelo Zuccaro si lancia pubblicamente in scenari tanto inquietanti quando la sua inchiesta conoscitiva è in corso, invece di lasciar parlare le carte al momento giusto, formulando accuse precise e nomi e cognomi? A Repubblica, Carmelo Zuccaro afferma di non poter ancora produrre prove spendibili processualmente, ma di avere comunque maturato certezze. Per questo, "da magistrato, ho il preciso dovere di denunciare un gravissimo fenomeno, criminale, per arginare il quale la politica deve intervenire tempestivamente. Se si dovessero aspettare i tempi lunghi di un'indagine che sarà complessa e per la quale ho bisogno di uomini e mezzi di cui al momento non dispongo, sarebbe troppo tardi. E a ragione, tra qualche tempo, mi si potrebbe rimproverare: ma dov'eri tu mentre succedeva tutto questo?".

Zuccaro diventa un caso, mentre i richiami a evitare giudizi affrettati e a lasciar parlare gli atti, giunti nella complessa giornata di ieri dai ministri dell'Interno e della Giustizia, Marco Minniti e Andrea Orlando, non hanno evidentemente persuaso alla moderazione quanti da giorni animano lo scontro sulle attività delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo, cavalcando le affermazioni del capo della Procura di Catania. Tra questi Luigi Di Maio, che al comunicato di Legnini protesta con un tweet a sostegno di Zuccaro.

Pesantemente criticato nei giorni scorsi, soprattutto da Roberto Saviano, per aver "equivocato" un Rapporto Frontex in cui non si lanciano accuse alle ong, men che meno quella di contiguità con i trafficanti (Di Maio ha usato l'espressione "taxi del mare"), da ieri il vice presidente della Camera è potuto tornare all'attacco rilanciando le nuove affermazioni del procuratore Zuccaro su alcune ong che "potrebbero" essere finanziate dalle organizzazioni criminali per finalità ben oltre il business: sempre usando il condizionale, la "destabilizzazione della nostra economia".
Ed oggi Di Maio rilancia. Prima ad Agorà, su Raitre, chiedendo che alle navi delle ong siano imposte le stesse regole d'ingaggio osservate dalla Marina militare nelle operazioni "Triton e Sophia: arretrare, tornare nel Canale di Sicilia. Poi, quando vengono lanciati i may-day, si interviene. Se andiamo a prendere i migranti a portata di acqua-scooter, a 8 miglia nautiche dalle coste libiche, non si tratta di salvataggi". Quindi, con "una proposta per modificare le leggi, affinché la procura di Catania possa utilizzare le intercettazioni come prove". Riferimento a conversazioni intercorse, a detta di Zuccaro, tra "soggetti che stanno sulla terraferma in Libia ed esponenti delle ong". Replica il ministro Orlando: "Nessuna modifica da fare perché non c'è stata nessuna restrizione delle intercettazioni come strumento di indagini. Sarei il primo a essere contrario a questo".

Sul caso interviene oggi duramente anche l'Osservatore Romano. "Non bastano gli orrori della guerra, gli stenti di fughe interminabili, i rischi del mare aperto, lo sfruttamento economico e sessuale. Sulla pelle dei migranti sta emergendo un ennesimo scandalo: il sospetto, che purtroppo non sembra totalmente privo di fondamento, di una manipolazione a fini economici e politici anche delle operazioni di salvataggio", scrive il giornale della Santa Sede, aggiungendo: "La paura che venga meno lo sforzo generoso di molti per il salvataggio dei migranti non deve portare a semplificare il problema negandone l'esistenza".

Intanto, si concretizza la grande preoccupazione espressa dalle ong più affidabili e trasparenti per illazioni che rischiano di compromettere il rapporto di fiducia con la società civile su cui il mondo del volontariato fa leva per raccogliere contributi e donazioni. Sondaggio di Ixè per Agorà: oggi crede nelle ong solo il 34% degli italiani, il 48% non si fida, il 18% non si è espresso. Non bastasse, a nome "dei cittadini che sono i principali finanziatori delle ong", il Codacons annuncia di costituirsi come parte offesa nell'inchiesta aperta dalla Procura di Catania. Non solo: l'associazione dei consumatori scarica su "soggetti come Roberto Saviano" la responsabilità di polemiche che sono "un insulto verso quei cittadini che si privano di denaro per sostenere le attività di organizzazioni che devono essere al di sopra di ogni sospetto".

Ancora ad Agorà, il laconico commento di Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa premio Unesco per la pace. "La Procura di Catania sta facendo il suo dovere e aspettiamo che l'inchiesta sulle ong faccia il suo corso, ma mi addolora e mi fa tristezza il dibattito politico, lo scandalo, montato dalla politica. Mi sembra che si stia capovolgendo il mondo. Perché le ong sono lì a coprire un vuoto lasciato dall'Europa, non dell'Italia. E cosa fa la politica italiana? Critica e accusa le ong.  Mi piacerebbe che si riportassero le cose al loro posto. Bisognerebbe preoccuparsi di quelli che muoiono. I partiti che oggi si scagliano contro le ong sono gli stessi che nel 2013, dopo la strage di Lampedusa, piangevano e dicevano: mai più stragi". Poi, rivolgendosi a Di Maio: "Se pensate che l'arrivo dei migranti sia aumentato per la presenza delle ong, non siete in grado di governare il Paese".

© Riproduzione riservata 28 aprile 2017

Da http://www.repubblica.it/cronaca/2017/04/28/news/collusioni_con_trafficanti_di_maio_regole_d_ingaggio_per_ong-164077266/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_28-04-2017
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 29, 2017, 12:59:35 pm »

Carte dai servizi tedeschi e olandesi ma non utilizzabili nel processo
Il cul de sac dell’inchiesta catanese, la disomogeneità delle procedure


Pubblicato il 28/04/2017 - Ultima modifica il 28/04/2017 alle ore 07:14

FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA

All'ennesima intervista del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che forse mai si era espresso tanto chiaramente sui comprovati contatti tra scafisti e alcune associazioni umanitarie, spingendosi a dire che a suo avviso «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti», si è alzata un coro sdegnato: Fuori le prove! Come se fosse facile. 

Intanto c’è da dire che un procuratore della Repubblica non può andare in televisione e squadernare atti coperti dal segreto investigativo. Ma in questo caso Zuccaro ha un problema in più: le poche intercettazioni che ha sul tavolo provengono da servizi segreti e non sono state acquisite secondo le regole della procedura penale italiana. Di qui il suo grande imbarazzo. 
 
È un rebus giuridico che al momento non ha soluzione. La sua indagine poggia sui report di alcuni servizi segreti - quello tedesco e quello olandese - che da mesi monitorano alla loro maniera le comunicazioni da e per la Libia. Si sono mossi, i servizi d'intelligence del Nord Europa, attraverso le navi militari inquadrate nel dispositivo europeo Eunavformed-Sophia e attraverso alcuni natanti fantasma. Dapprima sono stati informati i rispettivi governi. Poi i loro rapporti sono stati veicolati da Frontex alla procura di Catania attraverso canali riservati.
 
Quei rapporti, però, pur utilissimi per l’inchiesta, sono assolutamente inutilizzabili ai fini del procedimento italiano. La legge è molto chiara. Siccome gli 007 tedeschi e olandesi si muovono senza avere avuto l’autorizzazione preventiva di un magistrato, a differenza dell’intelligence italiana, le loro intercettazioni è come se non esistessero. 
 
Ed ecco perché Zuccaro si agita tanto: «Alcune agenzie - diceva anche ieri al sito LiveSicilia - che non svolgono attività di polizia giudiziaria (intendendo cioè dei servizi segreti, ndr), hanno documentato i contatti ma si tratta di atti che non posso utilizzare processualmente, anche se mi danno la conoscenza certa che questo avviene». Il rischio, insomma, è che il caso finisca nel nulla per mancanza di prove processualmente valide.
 
Su quanto avviene in mare, Zuccaro ha le idee chiare: «Ci sono dei natanti di Ong che superano i confini delle acque internazionali, staccano i transponder (i segnalatori satellitari, ndr) per non farsi localizzare e rendersi invisibili a chi li deve monitorare. Vi sono Ong che prendono chiamate dalla Libia in cui si dice: Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite!». Pare che siano stati documentati comportamenti ambigui di marinai libici in divisa, che non si sa se e a quale Guardia costiera rispondano. 
 
Nel frattempo sono arrivati a Catania anche i rapporti riservati dell’intelligence italiana. Altre segnalazioni delicatissime. È stato ricostruito, ad esempio, l’enorme andirivieni dei gommoni nei giorni di Pasqua, con porti di partenza e navi delle Ong in attesa. Sono quelle ricostruzioni che nel governo italiano hanno fatto pensare che vi fosse «una regia» dietro la partenza simultanea di ben 8500 migranti. 
 
Questi rapporti, ai sensi della legge 124 sui servizi segreti, sarebbero acquisibili dal magistrato, tramite una delega specifica alla polizia. Ma forse non possono bastare per impiantarvi un procedimento penale. Occorre molto di più. Servirebbe ad esempio qualche prova concreta di un trasferimento di soldi che accompagni i «contatti». Zuccaro lo sa, perciò ha dato disposizione ai suoi investigatori di seguire prioritariamente i flussi finanziari. Ha anche chiesto rinforzi specialistici a Roma. E certo ha trovato un orecchio attento nel ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ieri in Parlamento da una parte ha invitato a evitare «giudizi affrettati, attenendosi quindi ad una rigorosa valutazione degli atti», ma dall’altra ha riconosciuto le questioni sollevate dai deputati di Forza Italia «non possono essere sottovalutate». 
 
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Da - http://www.lastampa.it/2017/04/28/italia/cronache/carte-dai-servizi-tedeschi-e-olandesi-ma-non-utilizzabili-nel-processo-FIAwA8QhbXMUpQfdxjlcfP/pagina.html
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