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Arlecchino
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« inserito:: Aprile 08, 2017, 05:29:21 pm »

Gli europeisti rialzano la testa

Europa   

Il “vento” identitario, spesso sciovinista e razzista, trova delle barriere che fanno argine

L’Europa deve cambiar verso. La deriva sovranista non è inarrestabile. E tante “Brexit” non sono iscritte nel nostro destino. I populisti, nelle loro diverse versioni nazionali, non hanno già ipotecato il futuro politico del Vecchio Continente. La narrazione corrente, nell’era della post-verità, tende a mettere tra parentesi, se non a cancellare, i fatti, soprattutto quando questi fatti vanno in una direzione opposta a quella narrata o sperata. Sia chiaro: il vento sovranista spira ancora in Europa, soprattutto ad Est e a Nord, ma la novità è che questo “vento” identitario, spesso sciovinista e razzista, trova delle barriere che fanno argine. In Serbia, ad esempio. L’elezione alla Presidenza di Aleksandar Vucic (55,13% dei voti, vittoria al primo turno) ha una valenza che supera i confini nazionali. E lo ha, in primo luogo, per ciò che nella storia contemporanea dell’Europa hanno significato i Balcani in fiamme, la dissoluzione della ex Jugoslavia segnata dall’arroccamento identitario, ultranazionalista, che porta con sé gli orrori delle guerre balcaniche, la pulizia etnica, le fosse comuni. Il neo presidente serbo è figlio di questa storia. Lo è come parte di quel popolo, e lo è personalmente, per essere stato un ex ultranazionalista e ministro dell’Informazione di Slobodan Milosevic. Da quel passato l’ex premier serbo si è smarcato da tempo, approdando sulla sponda di un forte europeismo. Non è poca cosa. Non lo è soprattutto per Italia e Germania, i due maggiori partner commerciali della Serbia. E non lo è perché la conversione europeista dell’ex ministro di Milosevic non segnala un improvviso innamoramento verso l’Unione, ma questa conversione è fondata su un più solido e pragmatico principio di realtà, quello che ha portato Vucic a porre al primo punto del suo programma l’adesione di Belgrado all’Unione europea. Alla base vi è la presa d’atto che solo l’ancoraggio a Bruxelles può garantire un futuro più stabile ad un Paese che porta ancora su di sé le ferite e i disastri di guerre etniche. Europeisti alla riscossa, dunque. Ed è importante che questi segnali giungano da Est. Serbia, e non solo. Perché qualcosa di straordinariamente significativo sta avvenendo anche in Paesi, come Ungheria e Polonia, dove a governare sono partiti ultranazionalisti guidati da leader – Orban a Budapest, Kaczynski a Varsavia – accaniti sostenitori dell’Europa dei muri e delle chiusure sovraniste.

Da - http://www.unita.tv/opinioni/gli-europeisti-rialzano-la-testa/
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