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Autore Discussione: Sandra Milo "Con Bettino l'amore aveva più gusto"  (Letto 2605 volte)
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« inserito:: Novembre 16, 2007, 12:10:12 pm »

16/11/2007 (7:47) - COLLOQUIO

"Con Bettino l'amore aveva più gusto"
 
Sandra Milo
 
MARIA CORBI
ROMA


Non mi offendo affatto se mi chiamano ancora la signora della prima Repubblica, erano anni magici molto più “alti” di quelli che stiamo vivendo. Seconda Repubblica? per me solo terra di nessuno, terra di passaggio». Sandra Milo ha la virtù di chi per principio non si vergogna mai di quello che ha fatto. E quando parla di «quegli anni», anni democristiani e socialisti, anni di compromessi storici e di letto, sembra di rivedere una pellicola solo un po’ annerita. Scorrono le immagini dell’eros socialista, ma anche di quello democristiano. Ovviamente il craxismo vince su tutti e una delle sue muse lo interpreta così: «Gene Gnocchi mi ha chiesto se tromba meglio la destra o la sinistra. Tutti pensano alla destra per una questione di machismo. Ma io non sono d’accordo. Non era vero nella prima Repubblica e non è vero adesso». Due periodi che scorrono successivi ma che si intersecano solo per gli scandali sentimental-sessuali che continuano ad appassionare transatlantici di ieri e di oggi. «Con la differenza che allora c’era più morale. Craxi non avrebbe mai pensato di abbandonare la moglie Anna che amava sinceramente. A nessuno di loro sarebbe mai venuto in mente di abbandonare la fedele compagna che gli era stata accanto per 30 anni. Certo Bettino si innamorava spesso, ma la sua famiglia era sacra. Oggi invece? Guardate cosa è accaduto a Fini? E poi vogliamo mettere il livello delle amanti di allora? E ho idea che oggi si faccia tutto con meno gusto. Craxi non sarebbe mai stato con una “Gregoraci”. Certo allora non c’era nessun magistrato che controllasse il traffico dei letti come in Vallettopoli. Far sesso in cambio di una raccomandazione è un fatto privato. Fa male a qualcuno? Non credo. E allora! Che la magistratura si occupi d’altro».

Una vera lezione sulle alcove socialiste dove «non solo si faceva l’amore, ma si parlava di arte, di cultura, di politica». «Anche a letto, mentre facevamo l’amore Bettino mi parlava, mi prendeva con le parole ancor prima che fisicamente». «La corte di Craxi - continua la “professoressa” Milo - conteneva ovviamente belle ragazze, ma anche intellettuali, artisti, architetti, gente straordinaria. Ognuno dava quello che aveva, chi cultura, chi genio, chi il proprio corpo. Vuoi metter con Vallettopoli di oggi? Prima c’era il desiderio sessuale vero, di testa, oggi questi potenti vivono queste storie come un esercizio fisico da espletare con ragazze belle e giovani». E lei? «Io il sesso l’ho usato, ma mi piaceva sinceramente. Durante la lite giudiziaria con Moris Ergas per l’affidamento di mia figlia non avevo soldi e certo a volte pagavo con me stessa, ma non ho mai rubato». A quelle che sono venute prima e dopo di lei alla corte di re Bettino non riserva alcuna gelosia, nemmeno ad Ania, altra zarina della prima Repubblica a cui Craxi regalò prima una televisione a colori 32 pollici e poi una tv intera, Gbr. «Lo scambio c’è dai tempi di Adamo ed Eva», taglia corto la Milo.

Sandra Milo, disordinata ragazza di ieri, pronta per andare in scena a Napoli nella commedia «Il letto Ovale» (tanto per rimanere in tema), mescola i ricordi, in una continua tensione tra presente e passato. Parla di quando scrisse al Pietro Nenni per «manifestargli tutto il mio amore e la mia ammirazione». Lunghe lettere scritte a mano. L’ultima dopo la morte della moglie Carmen. «Poi non ci sentimmo mai più». E anche della sua corrispondenza con Giulio Andreotti, lettere, che come racconta il senatore a vita nel libro di Bruno Vespa «L’amore e il potere», non sono mai arrivate sotto gli occhi della moglie Livia. «Andreotti amava e aiutava il cinema. Una volta ero disperata e avevo bisogno di un favore, chiamai la segretaria, lui era a Londra ma mi ha subito aiutato». Passioni socialiste ma non solo. Anche i democristiani e i comunisti non erano disinterassati all’argomento: «Adesso i politici sono meno portati al sesso, nonostante quello che abbiamo visto a Vallettopoli. Ma ai tempi miei una bella ragazza non poteva certo stare tranquilla neanche con un democristiano». La Milo racconta di Amintore Fanfani quando venne fulminato da Maria Pia, bella ragazza, che un giorno in un salotto gli si accovacciò ai piedi manifestando tutta la sua ammirazione. «Era una donna molto seducente, intelligentissima, passionale e Amintore, già anziano, ha trovato l’amore in questa donna speciale che divenne sua moglie».

da lastampa.it
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