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Autore Discussione: Sandra Riccio. Nel 2016 Milano è la Borsa peggiore  (Letto 2278 volte)
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« inserito:: Gennaio 06, 2017, 02:59:45 pm »

Nel 2016 Milano è la Borsa peggiore   
Colpa delle banche e di Mps (-87%). Il Cda dell’istituto senese studia bond da 15 miliardi

Pubblicato il 31/12/2016
Ultima modifica il 31/12/2016 alle ore 13:39

Sandra Riccio
Milano

Nonostante la Brexit e Trump il 2016 è stato un anno da record per le Borse mondiali. Piazza Affari però non festeggia: il listino milanese è stato il peggiore tra i principali Paesi europei con un calo del 10,2%. Eppure l’anno era iniziato bene dopo un 2015 fortunato che aveva spinto l’FtseMib in cima alla classifica dei migliori con guadagni del 13%. 

Non sono bastati gli ultimi due mesi di forte recupero per riportare di nuovo a galla la Borsa di Milano. A pesare è stato l’annus horribilis del settore bancario con perdite che hanno quasi dimezzato l’indice di settore (-39%). Tradotto in euro vuol dire che nei dodici mesi appena trascorsi, tra i bancari, sono andati in fumo ben 43 miliardi di capitalizzazione. Per dare qualche numero: Unicredit ha perso 14,8 miliardi (-46,8%), Intesa 11 miliardi (-21,4%), Banco Popolare 4,95 miliardi (-75,7%), Ubi Banca 3,4 miliardi (-57,8%) e Bpm 2,46 miliardi (-60,8%). Montepaschi è stato il titolo peggiore con un crollo dell’87% e 3,2 miliardi di capitalizzazione bruciati. Ieri, intanto, si è riunito a Siena il Cda della banca senese. Il board ha ragionato sui dettagli di un emissione di 15 miliardi di bond che nel 2017 permetterà a Rocca Salimbeni di tornare ai livelli di liquidità di fine 2015. E’ solo uno degli appuntamenti in programma nel 2017 per Mps. Tra i più attesi c’è quello del nuovo piano industriale che dovrà essere pronto entro fine gennaio. 

Tornando alle Borse, a sorpresa la miglior performance l’ha messa a segno il listino londinese ha è riuscito a chiudere il 2016 sui massimi storici con un progresso del 14,4% (in valuta locale). Il tanto temuto effetto Brexit - la decisione di lasciare l’Unione europea - non ha colpito la Borsa londinese. Tuttavia il risultato, se calcolato in euro, è ribaltato e mostra un calo di un punto e mezzo per Londra. Ha, invece, brillato senza incertezze l’indice di Francoforte che ha chiuso il 2016 sui massimi con guadagni del 6,9%. Tendenza analoga anche per Parigi che ha portato a casa un progresso del 4,9% mentre Madrid ha perso due punti percentuali. 

Bene è andata negli Stati Uniti dove la Borsa di Wall Street, incurante del temuto arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, ha messo in fila un record storco dopo l’altro. Il Dow Jones ha così finito l’anno sui massimi e con un rialzo del 13,7%. Dall’altra parte del mondo ha, invece, deluso la Borsa cinese con perdite dell’11,2% e si colloca così tra i listini che hanno fatto peggio nei dodici mesi, insieme a Lisbona (-11,9%), Shanghai (-12,3%), Shenzhen (-14,7%) e Città del Messico (-11,3%).

Il 2016 sarà ricordato, oltre che per la débâcle delle banche italiane, anche per il forte recupero del prezzo del petrolio che in pochi mesi è salito del 52% (Brent). L’indice di settore europeo ha subito guadagnato il 22% ed Eni ha concluso l’anno con un buon recupero del 12%. Anche l’oro ha fatto bene arrivando a 1.156 dollari l’oncia (+8,9%). Indietro invece l’euro che ha perso quasi tre punti percentuali sul biglietto verde.

A Piazza Affari tra i migliori si sono piazzati tecnologici (è stato questo il miglior settore dell’anno a Milano), industriali e lusso. Stm ha guadagnato il 7%, Tenaris il 57%, Buzzi il 40%, Cnh il 39% mentre Moncler ha fatto +33% e Ferrari +26%. Intesa Sanpaolo è stata l’azione più trattata per controvalore, con un totale di 78 miliardi, mentre Unicredit è stata la più scambiata in termini di contratti con 5,8 milioni di contratti.

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