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Autore Discussione: S. Cagelli - L’internazionale populista in fila dietro Trump. Grillo e Le Pen ..  (Letto 2572 volte)
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« inserito:: Gennaio 06, 2017, 02:33:00 pm »


l'Unità TV > Focus
Stefano Cagelli   @turbocagio
· 4 gennaio 2017

L’internazionale populista in fila dietro Trump. Grillo e Le Pen seguono la linea

Ribaltare la realtà, distrarre l’opinione pubblica, individuare il nemico perfetto, cavalcare il sentimento anti-establishment. Ecco come la strategia prende forma, in vista della stagione elettorale

L’internazionale populista affina le proprie strategie in vista della stagione elettorale. A dare la linea è Donald Trump. L’obiettivo è chiaro: cavalcare l’onda anti-establishment, spostare l’attenzione delle persone dai problemi reali, indurre una sorta di reazione collettiva diretta dall’alto facendo finta che sia una “rivolta dal basso”. Come fare tutto questo? Il processo è lungo e complesso, tutt’altro che scontato, ma in primo luogo occorre preparare il terremo.

In questo senso, la prima cosa da fare è trovare un nemico da dare in pasto all’opinione pubblica. Questo nemico, ancor prima che gli avversari politici, è stato individuato nella stampa, nei giornalisti in generale, rei di essere “schiavi del sistema”, colpevoli, per esempio, di voler mettere in evidenza anche i problemi (e le magagne) dei vari movimenti nazionali. Per fare questo, ecco lo strumento che fino a pochi anni fa non esisteva: i social network. Tramite l’uso massivo di account ufficiali e non, la narrazione populista (spesso creatrice e megafono di vere e proprie fake news) arriva a milioni di persone: senza filtro, senza controlli, senza verifiche.

Ecco quindi che, per distogliere l’attenzione, si sceglie consapevolmente, scientificamente, di ribaltare tutto e puntare il dito (ebbene sì) contro le “bufale” della stampa e delle televisioni cattive. Un paradosso incredibile e quasi inspiegabile ma purtroppo molto, molto reale.

Ecco allora che Grillo, per provare a far dimenticare all’opinione pubblica i guai dell’amministrazione Raggi e per scappare dalle accuse rivolte alla Casaleggio Associati di aver creato un vero e proprio sistema di produzione e diffusione di notizie false sul web, inventa una “giuria popolare” estratta a sorte che si occupi di stabilire la veridicità o meno di quanto riportato dai media tradizionali. Una cosa che, se non fosse ridicola e noiosa, sarebbe quasi preoccupante. E in parte lo è. Non tanto per la sua eventuale (quanto impossibile) applicazione, quanto più per il sentimento che va ingenerando in un’opinione pubblica sempre più disorientata a manipolabile.

D’altronde, se c’è riuscito Trump in America perché non dovrebbe riuscirci Grillo?

E’ quello che deve aver pensato anche Marine Le Pen, candidata dell’estrema destra alle presidenziali francesi, che ha dichiarato di voler condurre una campagna “innovativa” sui social media, rimarcando di non “riconoscersi” nella copertura offerta dalla stampa. “Questo è un canale complementare a quello della stampa tradizionale e penso sia essenziale per noi parlare direttamente alla gente, senza filtro”, ha detto alla stampa la candidata del Front National.

Il partito ha investito da tempo su internet e i social media: la pagina di Facebook di Marine Le Pen conta oltre un milione di contatti, mentre la nipote Marion Maréchal Le Pen, astro nascente del partito, ne ha più di 632.151. Il candidato della destra, François Fillon, favorito alla presidenza, ha 236.729 follower su Facebook e 382.053 su Twitter, dove Marine Le Pen ne ha 1.223.997. Numeri su cui, il gollista Fillon, dovrebbe far riflettere in fretta qualcuno di bravo, prima che sia troppo tardi.

Da - http://www.unita.tv/focus/linternazionale-populista-dietro-trump-grillo-e-le-pen-e-la-linea-del-paradosso/
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 06, 2017, 02:34:51 pm »

«Bufale» sul web, lite Grillo-Antitrust   
Marzio Bartoloni -  Sabato 31 Dicembre 2016

Le notizie bufale spopolano sempre di più sul web. Ma per il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella questa «minaccia della democrazia» si può fermare. Come? Smascherandole grazie alla vigilanza di una rete di agenzie pubbliche europee a cui affidare il compito di fissare delle regole per arginare il far west sulla rete. La proposta avanzata da Pitruzzella in una intervista al Financial Times ha scatenato un durissimo braccio di ferro a distanza con Beppe Grillo che ieri si è ritagliato sul suo blog il ruolo di difensore dell’autonomia del web associando il numero uno dell’Authority a Gentiloni e Renzi, definiti come «i nuovi inquisitori del web», desiderosi di «un tribunale per controllarlo e condannare chi li sputtana».

Quello delle fake news, soprattutto dopo il trionfo alle elezioni Usa di Trump, ha scatenato un forte dibattitto oltreoceano arrivato poi anche in Italia, amplificato dopo la bocciatura del referendum. L’obiettivo di Pitruzzella è lottare contro la diffusione in rete delle notizie false. E per smascherarle la via più efficace, secondo il presidente dell’Antitrust, è affidarsi agli Stati: gli utenti continuerebbero «a usare un Internet libero», ma beneficerebbero di un’entità «terza», indipendente dal governo, e «pronta a intervenire rapidamente se l’interesse pubblico viene minacciato». «La post-verità - è la tesi centrale di Pitruzzella - è uno dei motori del populismo ed è una minaccia per le nostre democrazie». Un terreno minato quello del controllo della rete che fa infuriare Grillo: «Vogliono fare un bel tribunale dell’inquisizione, controllato dai partiti di governo, che decida cosa è vero e cosa è falso». Un’accusa a cui Pitruzzella ieri sera ha replicato chiarendo che la sua proposta non è «volta a creare forme di censura, ma a rafforzare la tutela dei diritti nella rete». Contro Grillo si è scagliato anche il presidente del Pd, Matteo Orfini: «Caro Beppe Grillo. Nessuno attacca la rete. Attacchiamo i cialtroni che la inondano di bufale e bugie. A proposito, ne conosci qualcuno?».

Nelle settimane scorse dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, al capo dello Stato Sergio Mattarella, da Giorgio Napolitano fino allo stesso premier tutti hanno espresso le loro preoccupazioni per il clima violento e incontrollato che si sviluppa sulla rete. Ma per Grillo gli attacchi nascondono in realtà solo il timore di doversi scontrare con il giudizio dei cittadini: « I travestiti morali - avverte l’ex comico - sono abituati alla tv, dove se vai con una scheda elettorale falsa i giornalisti ci credono, ma se lo fate sul web i cittadini ve lo dicono che siete dei cazzari, non prendetevela». Con il suo post che si chiude con un avvertimento: «Questo blog non smetterà mai di scrivere e la Rete non si fermerà con un tribunale».

Sulla deriva del dibattito che popola soprattutto i social network si è espresso anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha proposto la loro «responsabilizzazione nel contrasto alla propaganda d’odio», chiedendo la «rimozione di quei contenuti che inneggiano a comportamenti violenti o a forme di discriminazione». In disaccordo il sottosegretario con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli: «I milioni di cittadini che tutti i giorni usano Facebook o Youtube sanno benissimo come funzionano e non credo accetterebbero l’idea che qualcuno preventivamente decidesse cosa pubblicare e cosa censurare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-12-31/bufale-web-lite-grillo-antitrust-081237.shtml?uuid=ADiAgfNC
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