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Autore Discussione: Giuseppe Bottero. Fitoussi: “Senza un maxi-piano europeo sarà impossibile ...  (Letto 1901 volte)
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« inserito:: Dicembre 10, 2016, 11:44:31 pm »

Fitoussi: “Senza un maxi-piano europeo sarà impossibile rilanciare la crescita”
L’economista: giusto chiedere flessibilità, ma non basta. Emergenza migranti e terrorismo? È il tempo di spendere di più
Jean-Paul Fitoussi, francese, classe 1942, insegna all’istituto di studi politici di Parigi e alla Luiss di Roma

Pubblicato il 18/08/2016 Ultima modifica il 26/08/2016 alle ore 02:30
Giuseppe Bottero
Torino

«Più flessibilità? Per la crescita serve altro. Senza un vero piano di investimenti, l’Europa rischia di perdere un altro decennio». Jean-Paul Fitoussi, storico economista della gauche francese e docente all’istituto di studi politici di Parigi e alla Luiss di Roma, è pessimista: gli ultimi dati Istat sui conti italiani non lo stupiscono, perché in queste condizioni, per trovare slancio, «servirebbe un miracolo». 

Professore, nel secondo trimestre il nostro Pil è rimasto fermo. Perché? 
«Bisogna essere seri: l’intera Eurozona è cresciuta dello 0,3%, non ci sono differenze significative tra un Paese e l’altro. La Francia non va meglio dell’Italia, la Germania cresce, anche se meno di quanto ci aspettassimo, perché rispetto agli altri ha beneficiato maggiormente della moneta unica. Questi dati ci dicono che l’Europa ha un problema, e non lo ha risolto: la politica fiscale, negli ultimi cinque anni, è stata profondamente sbagliata».

 Quindi fa bene il governo a chiedere all’Unione europea tutta la flessibilità possibile? 
«Sento questo discorso da anni, lo ha fatto spesso anche François Hollande. Poi, puntualmente, è tornato a casa con un po’ di flessibilità in più ma insufficiente a risolvere i problemi. All’Europa serve altro: un massiccio piano di rilancio per evitare di perdere un altro decennio. Siamo davanti a un rischio serio, non c’è alcun motore di sviluppo. Non credo ai miracoli, senza impulsi la crescita non arriverà».

Il piano Juncker non basta? 
«No, è troppo modesto. Se ho la febbre, devo prendere una medicina vera».

 
Per giustificare la frenata dell’economia il ministero del Tesoro ha citato la Brexit, il terrorismo e la crisi dei migranti. Sono gli stessi argomenti che, verosimilmente, porterà al tavolo con Bruxelles. Sono i tasti giusti da toccare? 

«E’ la mia sola speranza: l’Europa si trova di fronte a problemi gravissimi, che però possono trasformarsi in opportunità importanti. Per la difesa e la sicurezza abbiamo bisogno di grandi investimenti: non si tratta di buttare i soldi dalla finestra. Pagare Erdogan è una stupidaggine, non si può immaginare che il continente resti a lungo senza una polizia federale e una vera politica per i migranti. Queste misure aiuterebbero ad uscire da una situazione di bassa crescita, e risolvere problemi veri: la disoccupazione e il calo dei redditi».

Il “Financial Times” nei giorni scorsi asseriva che la Commissione europea, alla fine, aiuterà Matteo Renzi perché teme l’instabilità politica e un’avanzata dei populisti. E’ d’accordo? 
«Sì, il populismo è un rischio, ma non riguarda solo l’Italia. Nessuno può dire che cosa succederà in Gran Bretagna, o in Francia e Germania alle prossime elezioni. L’Europa non sta risolvendo nessuno dei problemi della gente, e questo porta all’instabilità politica». 

 La disoccupazione in Italia continua a viaggiare ben oltre la media europea. Il Jobs Act non è stato efficace? 

«Il problema del lavoro non è più una questione di riforme, ma di rilancio dell’economia, di investimenti. Bisogna trovare il modo per far aumentare i salari. Da troppo tempo la gente è disperata perché non vede nessun miglioramento, anzi, assiste a un deterioramento continuo. Basta».

Uno dei grandi problemi italiani è la mole di sofferenze presenti nei bilanci delle banche. Non affrontarlo con denaro pubblico, come in Spagna, è stato un errore? 

«Sì, ma non si tratta di uno sbaglio irreversibile, visto che la situazione non è così disperata. Non dimentichiamo che la banca più in difficoltà per i crediti deteriorati e per gli investimenti sbagliati è Deutsche Bank. La Germania non è in una condizione più sana rispetto all’Italia, che ha comunque davanti a sé la possibilità di un’azione pubblica. E poi c’è Mario Draghi: della sua azione, beneficeranno tutti». 

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Da - http://www.lastampa.it/2016/08/18/economia/ma-senza-un-maxipiano-europeo-sar-impossibile-rilanciare-la-crescita-CTrgWYdpDyGjWQchsDvidP/pagina.html
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