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Autore Discussione: Enrico CapizziNon voterò più  (Letto 2216 volte)
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« inserito:: Dicembre 10, 2016, 11:29:07 pm »

   Opinioni
Enrico Capizzi   
· 8 dicembre 2016

Non voterò più

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Renzi Direzione   

Sono stanco di perdere, dopo una giovinezza passata ad assistere alle vittorie della Dc credevo di aver trovato con Matteo Renzi un leader concreto, ma evidentemente alla maggioranza degli italiani questo non piace

Ho deciso: non voterò più. E questo è il sentimento anche dei miei familiari. Sono talmente deluso da stare male. Ho rivissuto le nottate passate da giovane alla Sezione del Partito, davanti ad un vecchio televisore. Immancabilmente vinceva la DC e noi a rosicare, nonostante l’impegno, la campagna elettorale porta a porta. Ma allora ero giovane ed era più facile digerire le sconfitte. Adesso non più.

Renzi mi aveva ridato entusiasmo, vedevo una politica concreta, che decideva. Evidentemente alla maggioranza degli italiani non piace. Ed allora non voterò più: not in my name. Per prima cosa non voterò più alle Primarie del PD. Pensavo di aver contribuito ad eleggere un segretario ed una classe dirigente che guidassero un Partito unito, coeso, teso agli stessi obiettivi. Ed invece no.

La parte che ha perso il Congresso ha cominciato, da subito, a seminare di mine il percorso, sperando che su una di queste mine il Segretario saltasse per aria. Ha cominciato da subito l’azione di logoramento, a rosicchiare il cranio (la sindrome da Conte Ugolino) del Segretario. Credo che siano stati loro i primi a parlare di “uomo solo al comando” ,uno dei principali argomenti usati dal Fronte del No per terrorizzare la gente (ho sentito personalmente qualcuno sostenere che “se vince il Sì arriva la  dittatura”).

Com’era prevedibile, la vittoria del  No viene ascritta a Grillo, a Salvini, in parte a Berlusconi (che probabilmente ha impedito la frana verso il Sì di quel che resta del suo partito, pur sempre vicino al 15%). Del resto, basta fare i conti: insieme sommano circa il 60% dei votanti, esattamente la percentuale di coloro che hanno scelto il No.

Gli elettori di Sinistra italiana e quelli del PD che hanno seguito Bersani, sono stati semplicemente sostitutivi di quelli dei predetti tre partiti che invece hanno scelto il Sì. Cioè, non determinanti: ed  infatti nessuno li considera fra i vincitori.

Ed anche la narrazione sull’arroganza di Renzi ha origini interne: ricordo ancora la Direzione del PD durante la quale Cuperlo lo accusò di “coltivare l’arroganza del Capo”. Renzi è arrogante? Certo, nessuno può sostenere che sia umile, che abbia una personalità arrendevole. Ma, vivaddio, ha le qualità del leader, di un leader che decide, che rifugge le mediazioni infinite, le discussioni senza fine, autoreferenziali, di chi si guarda l’ombelico.

Del resto, se non fosse uno che decide, si sarebbero, in mille giorni, approvate tutte le leggi e le riforme che il Parlamento ha approvato? La sinistra interna, si guardi l’elenco, con onestà intellettuale. Quali sono le leggi che la sinistra dem considera “in continuità con la politica di Berlusconi”? Forse gli ecoreati? Le unioni civili? lo spreco alimentare? il caporalato? la pubblica amministrazione? il terzo settore? l’autismo? il dopo di noi? la parziale modifica della legge Fornero?

E’ necessario   continuare? Non credo. Bersani e Speranza si riguardino la lunghissima lista di tutto quello che nei passati mille giorni questo Premier “arrogante” e” uomo solo al comando” è stato in grado di fare approvare. Lo so, loro ribattono con il mercato del lavoro e la buona scuola. Io non sono d’accordo con le loro valutazioni, ma un discorso approfondito sarebbe troppo lungo. Alcune “scene” mi hanno particolarmente infastidito durante e dopo la campagna referendaria.

Due di queste riguardano Roberto Speranza, l’aspirante leader senza quid.

1) La partecipazione ad una manifestazione per il No con De Magistris. Proprio lui, il Masaniello de noantri, quello che considera Renzi un nemico da abbattere, il raffinatissimo ex PM (che orrore i giudici e gli ex giudici che si comportano da ultra del calcio) che con raffinata eleganza ha minacciato più volte Renzi, intimandogli di non andare a Napoli (tutti ricordiamo il “si deve cagare addosso”), il fomentatore di centri sociali e cobas violenti contro il Premier che andava ad avviare il risanamento di Bagnoli. Proprio con lui Speranza doveva manifestare per il No?

2) I sorrisi e gli abbracci di trionfo con D’Alema (che, nell’ebrezza del trionfo ha chiaramente espresso uno dei motivi di risentimento, nei confronti di Renzi: dopo una decina di legislature, la colla e la voglia di poltrone erano ancora troppo solide) dopo la vittoria del No.

Mai visto che una parte del Partito facesse campagna contro la posizione ufficialmente espressa (e ancora non ho capito i motivi di dissenso sul merito della riforma) e che festeggiassero così la sconfitta del proprio Segretario. Io penso che la minoranza di Bersani, in realtà, volesse pesarsi alle urne (suggerimento dello stratega D’Alema?) in vista di una eventuale scissione o per contare di più nella battaglia interna in attesa del prossimo Congresso.

L’esito non dovrebbe essere brillantissimo se è vera l’analisi dei flussi che ritiene che solo l’8% degli elettori
PD abbia votato contro (ed in gran parte, penso, più per amore verso la vigente Costituzione che per assecondare i giochetti di corrente).

Ed allora, considerato che votare per le Primarie è inutile, perché il Congresso del Partito non finisce mai, non voterò più alle Primarie. E non voterò neanche alle Politiche. Il Popolo italiano vuole tenersi il bicameralismo paritario? Vuole tenersi il caos dei rapporti con le Regioni? Vuole tenersi i 63 Consiglieri del CNEL? Vuole tenersi 315 Senatori con le stesse funzioni dei Deputati? Vuole tenersi i finanziamenti dei Gruppi al Senato e nei Consigli regionali? Vuole tenersi gli stipendi sproporzionati dei Consiglieri regionali? Va bene così, ma poi non voglio sentir parlar male nessuno di quelli che hanno votato No delle suddette cose.

Il Popolo italiano pensa che sia in grado di governare il Paese una banda di furbi incompetenti, telecomandati da un Comico (che spaccava a martellate i computer prima che qualcuno gli facesse capire che la rete poteva essere un miniera d’oro) e da una Società immersa nell’opacità (altro che uno vale uno, altro che trasparenza) ?  Va bene così, ma non per conto mio, not in my name.

Il Popolo italiano pensa che possa fare il Presidente del Consiglio un giovanotto senza arte né parte, mediocre studente universitario, che oltre allo staff della comunicazione necessiterebbe di avere accanto una maestra che gli spieghi la coniugazione e l’uso del congiuntivo e la differenza tra verbi transitivi ed intransitivi? Va bene così e buon divertimento.

Il Popolo italiano è così immaturo da farsi abbindolare dalla propaganda che vuole fare considerare establishement e casta uno che è appena arrivato e non è neanche parlamentare? Va bene così, evviva il Popolo sovrano.

Il popolo italiano è così irriconoscente da dimenticare così in fretta i benefici, in tema di diritti sociali ed in termini economici (basti pensare agli 80 euro, all’abolizione della TASI, ai posti di lavoro creati, ai centomila insegnanti in ruolo, al PIL tornato positivo, allo sviluppo del turismo e delle esportazioni, a quello che si sta realizzando nel campo dei beni culturali (alla faccia degli storici dell’arte ed archeologi improvvisatisi costituzionalisti), a tutte le leggi sui diritti sociali e civili ? Va bene così, ma non in mio nome.

Il Popolo italiano ritiene che debba andare a casa un Premier che sta conducendo tenaci battaglie in Europa e che ha ridato dignità al nostro Paese nei rapporti internazionali? Va bene così. Ma non in mio nome.

Matteo non mollare, se tu non molli, chissà, forse potrei anche ripensarci e tornare a votare.

Da - http://www.unita.tv/opinioni/non-votero-piu/
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