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Autore Discussione: Europa in rialzo nel post referendum, lo spread non si allarga  (Letto 2206 volte)
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« inserito:: Dicembre 05, 2016, 04:34:23 pm »

La giornata dei mercati

Europa in rialzo nel post referendum, lo spread non si allarga

    –di C. Condina e P. Paronetto 05 dicembre 2016

Piazza Affari affronta senza scomporsi la vittoria del "no" al referendum costituzionale e le annunciate dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Dopo un avvio in rosso il FTSE MIB milanese ha recuperato terreno e ora si è allineato al generale rialzo delle altre Borse europee (qui l'andamento degli indici principali).

Sui mercati, secondo gli operatori, si è diffuso il sollievo per aver evitato la tempesta perfetta, dato che l'altro appuntamento elettorale della domenica, le elezioni presidenziali austriache, si sono chiuse con un risultato, la vittoria dell'ecologista europeista Alexander Van Der Bellen, che pone un freno alla speculazione sulla tenuta dell'Eurozona.

Analisti: improbabili elezioni immediate
«L’esperienza del mio governo finisce qui» ha annunciato nella tarda serata di ieri Renzi, preannunciando per oggi pomeriggio la salita al Quirinale per consegnare le dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Gli analisti di UniCredit notano che, se da una parte «la vittoria del “no” era stata prevista dai sondaggi e gli investitori mei mesi scorsi avevano già fatto effettuato alcuni aggiustamenti alle proprie posizioni», dall’altra «l’ampiezza del risultato va oltre le aspettative e mantiene alta l’incertezza». Per questo, secondo gli esperti, è probabile che sul mercato tornino a prevalere i ribassisti. Quanto saranno consistenti i volumi di vendita dipenderà, prosegue UniCredit, «dallo sviluppo degli eventi» nei prossimi giorni e «dal livello di rumore durante i primi stadi delle consultazioni» per la formazione di un nuovo governo. Lo «scenario centrale» degli analisti di piazza Gae Aulenti prevede comunque la nomina di un nuovo esecutivo e che non ci saranno elezioni imminenti, fatti che «limiteranno lo spazio per un ulteriore ampliamento dello spread».

Per Mps e UniCredit il nodo ricapitalizzazioni
L'incognita dei mercati finanziari riguarderà comunque in primo luogo i titoli bancari italiani a cominciare dalla fattibilità o meno delle ricapitalizzazioni di Banca Mps e Unicredit. I titoli dei due istituti hanno faticato a fare prezzo in avvio e hanno aperto gli scambi in netto calo, prima di recuperare in parte terreno. Sulle montagne russe anche Banco Popolare, Banca Pop Mi, Banca Pop Er, Ubi Banca, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, tutti protagonisti di partenze pesanti e di successive risalite.

Fin dalle prime battute sono inoltre apparsi limitati gli effetti del referendum sui titoli di Stato. «La reazione dei titoli di stato è abbastanza composta - spiega Gianluca Codagnone, managing director di Fidentiis Italia - mentre sulle banche sarà una seduta molto più difficile: il tema è quello degli aumenti di capitale e, in questo senso, se Unicredit potrà eventualmente posporre il suo, per Mps non sarà così. Oggi potrà esserci una reazione emozionale, ma in realtà la vera risposta dei mercati si avrà quando sarà chiaro a chi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella affiderà l'incarico e quale credibilità avrà il nuovo governo. Sarà quella la reazione che conta davvero».

Salgono i titoli dei gruppi esposti agli Usa e al programma di Trump
Sul Ftse Mib milanese gli ordini di acquisto premiano comunque in primo luogo i titoli delle società con una forte esposizione ai mercati esteri e quindi meno legati all'andamento del "rischio Italia". Gli analisti di Banca Akros, del resto, indicavano come «strategia difensiva» contro le possibili conseguenze del referendum di puntare proprio su «gruppi con una presenza dominante non domestica» e con «esposizione agli Usa e al programma di Donald Trump». Salgono inoltre i titoli dell'energia, premiati dal petrolio a quota 52 dollari al barile. Sono così in deciso rialzo Saipem, Fiat Chrysler Automobiles, Leonardo - Finmeccanica e Buzzi Unicem.

Spread a 165 punti base, rendimento BTp sopra il 2%
Dopo un'apertura a 172 punti base (dai 161 della chiusura di venerdì scorso), torna a restringersi anche lo spread tra Btp e Bund, ora pari a 165 punti base. Il rendimento del decennale italiano ora è al 2%, dopo aver toccato il 2,04% nelle prime battute e contro l'1,90% di venerdì.

Sul mercato dei cambi, l'euro è in recupero nei confronti del dollaro, dopo aver toccato nella notte i minimi dal 2003 a quota 1,05. La moneta unica è indicata a 1,0645 dollari da 1,0669 venerdì in chiusura. Un euro vale anche 121,22 yen (121,13), mentre il rapporto dollaro/yen è a 113,97 (113,53).

Guadagna terreno il prezzo del petrolio: il future gennaio sul Wti sale dello 0,52% a 51,95 dollari al barile, mentre la consegna febbraio sul Brent segna +0,44% a 54,7 dollari.

Vienna festeggia la vittoria di Van der Bellen
Anche la Borsa di Vienna avanza dopo la vittoria nelle presidenziali bis del verde europeista Alexandre Van der Bellen. Il listino austriaco recupera quasi un punto percentuale con in prima linea Polytec holding e Semperit, che si occupano rispettivamente di materiali plastici e pneumatici.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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Da - http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-12-05/milano-rosso-le-banche-dopo-referendum-spread-171-punti-082533.shtml?uuid=ADWmbg7B
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