Leopolda, Renzi chiude la tre giorni.
Farinetti: "Tornare simpatici ammettendo paura di perdere"
L'intervento conclusivo del premier e segretario dem atteso per le ore 12.
Va in archivio la settima edizione della kermesse, segnata dalla firma di Gianni Cuperlo al documento per la modifica dell'Italicum e dagli scontri tra polizia e contestatori più che dalle ragioni del "sì" al referendum sulla riforma costituzionale
06 novembre 2016
FIRENZE - Terza e ultima giornata della kermesse alla stazione Leopolda di Firenze. Il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, arrivato alla guida dell'auto di famiglia insieme alla moglie Agnese e ai figli, si appresta a chiudere la tre giorni di dibattiti e tavole rotonde con un intervento previsto intorno alle ore 12, ma scivolato a ridosso delle 12,30 per i tempi degli interventi precedenti. Nei giorni della Leopolda la novità, destinata ad animare il confronto interno alla minoranza dem, è la firma di Gianni Cuperlo all'accordo su un documento condiviso della commissione del Pd per la modifica dell'Italicum, siglato anche da Guerini, Orfini, Zanda e Rosato. Testo che verrà sottoposto all'assemblea e alla direzione del Pd e ai gruppi parlamentari.
SCHEDA. RIFORMA ITALICUM: IL TESTO INTEGRALE
Ma la settima Leopolda, testimone anno dopo anno dell'ascesa di Renzi dal ruolo di "giovane" simbolo del dissenso interno al Pd rispetto alla leadership della storica vecchia guardia della sinistra a quello di segretario e premier, è segnata anche dai violenti scontri verificatisi ieri all'esterno della stazione tra forze dell'ordine e i contestatori di Matteo e della sua linea di governo. Mentre all'interno della struttura si succedevano sul palco gli interventi dei professori chiamati a "smontare le bufale sulla riforma costituzionale" diffuse dal multiforme fronte del "no", all'esterno volavano pugni e manganelli, sassi e lacrimogeni. Bilancio: dodici agenti contusi e un manifestante fermato. I contestatori non sono riusciti a raggiungere la Leopolda, ma hanno disseminato il percorso compiuto di scritte contro il governo e contro Renzi. Una devastazione che il sindaco Dario Nardella ha condannato come "inqualificabile violenza".
Questo accadeva ieri. Il giorno dopo, Matteo Richetti, che dirige i lavori dal palco, prova a dare un colpo di spugna alle immagini delle violenze rimbalzate su tutti i tg: "Questa mattina parliamo di futuro". Ad aprire la giornata è Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e 'leopoldino' col pedigree, che ricorda come la riforma costituzionale fosse fin dalla prima edizione tra le proposte chiave della kermesse renziana.
Oscar Farinetti, l'imprenditore famoso nel mondo per Eataly, invece, introduce il tema della simpatia, che alla Leopolda sarebbe andata persa, rivolgendo alla platea un appello accorato: "Ve lo dico con il cuore: dobbiamo tornare a essere simpatici. Questo è un tema. A volte ho la sensazione che siamo diventati antipatici. E diventiamo simpatici se tiriamo fuori i nostri sentimenti: la paura. Io ho una fifa pazzesca di perdere. E poi io ho paura quando sento certi modi di parlare del M5s. Mi fanno paura e non dobbiamo vergognarci di dire che ci fanno paura".
Applausi per lo psicanalista Massimo Recalcati, che in un passaggio evidenzia il rischio che i giovani "cadano prigionieri" del populismo e dell'antipolitica mentre proprio Renzi, all'inizio del suo percorso, li aveva "radunati intorno alla politica come sogno. Per questo bisogna sfuggire a chi oggi vuole cucire addosso a Renzi il vestito grigio che identifica il sistema e la burocrazia. Questo per chi governa è un problema. Icaro deve tornare a volare".
Andrea Occhipinti, fondatore della società di produzione e distribuzione cinematografica Lucky Red, elogia la riforma del cinema, approvata questa settimana: "Siamo veramente contenti che dopo 50 anni sia arrivata questa legge per rendere competitiva l'industria del cinema italiano: una legge di sistema completa e moderna. Uniti possiamo fare il cinema italiano di nuovo grande".
A margine, il deputato del Pd e vicepresidente della Camera Roberto Giachetti detta ai giornalisti il suo giudizio sulle modifiche all'Italicum: "Per quanto mi riguarda, peggiorano le cose. Però penso che l'Italicum sia comunque una legge che è un passo avanti rispetto al Porcellum e altre leggi che abbiamo avuto. Se la maggioranza della Direzione e dei gruppi decideranno che quella è la linea, io mi adeguerò. Comunque togliere il ballottaggio non è un'idea geniale". Quanto al referendum, "io penso che in questo mese avremo da lavorare tanto per convincere coloro che sono indecisi a votare per il sì - spiega Giachetti - e sono convinto che chi è indeciso o non ancora schierato, se conosce la riforma sarà molto facile che voterà per il sì. Io sono ottimista".
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06 novembre 2016
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