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Autore Discussione: Ciro Esposito - Bordon: a gennaio lascio il Senato  (Letto 3885 volte)
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« inserito:: Novembre 08, 2007, 10:33:32 pm »

L’ex primo cittadino di Muggia si dimetterà da Palazzo Madama: «Deluso dal centrosinistra, ora voglio rifondare la politica»

Bordon: a gennaio lascio il Senato

Ciro Esposito


«Mi candiderò a sindaco di Roma. Al mio posto subentrerà Degano» TRIESTE. È stato sindaco di Muggia e deputato, ministro della Repubblica e senatore dell’Ulivo. Ora Willer Bordon ha deciso di dire basta. A metà gennaio lascerà palazzo Madama, ma non la politica. Anzi. Ha deciso di lanciare da lontano (ma forse non tanto viste le imprevedibili evoluzioni politiche romane che vedono in prima linea Walter Veltroni) la candidatura a sindaco della capitale. Il muggesano è un politico di lungo corso che finora ha avuto sempre la capacità di muoversi in anticipo, fiutando dove soffia il vento dell’opinione pubblica. E di questi tempi caratterizzati dall’antipolitica ha deciso di «dimettersi dalla casta».
Senatore Bordon, ha deciso veramente di lasciare il suo posto al Senato?
Sì, ho deciso di dare le dimissioni entro il 16 di gennnaio, che poi è il giorno del mio compleanno. Per dirla scherzosamente voglio farmi un regalo. La decisione nasce da una lunga riflessione sulla crisi del sistema partitico. I cittadini hanno sempre meno fiducia nei loro rappresentanti. Ritengo che chi vuole guardare ancora negli occhi i suoi concittadini debba dare un segnale forte.
Al di là della scelta personale, lei è convinto che il sistema politico debba essere rifondato?
Il sistema è attualmente autoreferenziale e manca una reale ricambio della classe dirigente. Lo sto dicendo da anni e adesso è venuto il momento di passare ai fatti. Può sembrare retorico e demagogico ma ho deciso: mi dimetto «dalla casta».
Ma lei è da oltre trent’anni che fa politica. Ora vuol chiamarsi fuori?
Non voglio ritirarmi dalla politica ma rifondarla su quelli che sono i principi e i valori che hanno sempre ispirato la mia azione. È un tema al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica. Ma nessuno finora mi pare sia disposto a fare un passo indietro. Io invece ne faccio due in avanti.
Qualcuno potrebbe pensare che lei voglia cavalcare il treno dell’antipolitica.
L’antipolitica nasce dalla cattiva politica della classe dirigente. Come ha detto Marco Pannella, l’antipolitica sta più nel palazzo che nella piazza. È evidente che se mi assumo la responsabilità di una scelta così dura questa nasce anche da una delusione per come si sta muovendo il centrosinistra. Ma le dimissioni sono un rischio che mi assumo in prima persona. Voglio evitare che questo mio giudizio politico sia strumentalizzato. Mi sono presentato agli elettori nelle liste centrosinistra e non intendo tradire la loro fiducia.
Ma qual è il suo prossimo obiettivo politico?
C’è un sentimento di sfiducia preoccupante verso i politici. Ora mi candido a sindaco di Roma. Lo farò vivendo in mezzo ai cittadini, utilizzando degli uffici mobili, e risiederò praticamente nei quartieri della capitale. Veltroni dice di riuscire a conciliare il ruolo di primo cittadino e quello di segretario del Pd. Io invece mi dedicherò alla candidatura con un lavoro itinerante nella comunità. Il rapporto fiduciario e diretto con i cittadini va ristabilito prima che il sentimento di sfiducia sfoci nella ribellione. Rinuncio al posto di parlamentare, e ai relativi privilegi, per restare un uomo libero. Farò politica e lavorerò, come fanno tutti i cittadini.
Lei è stato eletto nel Friuli Venezia Giulia. Non pensa di tradire il mandato affidatogli dagli elettori?
Nel 2001, quando ero ministro, Damiani e Illy mi chiesero di candidarmi a Trieste quando potevo presentarmi in diversi collegi garantiti. Accettai la scommessa rischiosa e la vinsi. Credo che, pur lavorando prevalentemente a Roma, ho difeso gli interessi del mio territorio. Due anni fa, sono stato eletto sia nel Friuli Venezia Giulia che nel Lazio. Ho optato per il mio territorio di origine e lì ho concentrato il mio impegno in campagna elettorale. So che comunque lascerò il testimone in buone mani a due colleghi fortemente radicati sul territorio: il mio posto al Senato infatti spetta a Cristiano Degano, o se lui non dovesse accettare, a Franco Brussa.

(07 novembre 2007)

da espresso.repubblica.it
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