Turchia, colpo di stato fallito. La diretta – Il premier: “Saranno puniti come meritano”.
Erdogan riprende il potere. “265 morti e 2839 militari arrestati” (FOTO E VIDEO)
Dopo ore di bombardamenti e combattimenti i militari hanno fatto marcia indietro. Il popolo in strada a difesa del presidente. Che poi dice: "Tradimento. Pagheranno un caro prezzo". Il premier contro gli Usa: "Il paese che sostiene Gulen non è amico". Rimossi e in manette anche giudici accusati di fiancheggiare l'imam considerato un terrorista
Di F. Q. | 16 luglio 2016
Il giorno dopo la notte più lunga per la Turchia – con 265 morti, centinaia di feriti, 2839 militari arrestati, 2745 giudici rimossi e una decina di magistrati arrestati – è già arrivata la resa dei conti. “I golpisti sono nelle mani della giustizia turca e saranno puniti come meritano. Sono peggio del Pkk – dice il primo ministro turco, Binali Yildirim -. La Turchia ha risposto nel modo migliore ai terroristi”. Che potrebbero pagare con la vita il fallito golpe: “La pena capitale non è prevista dalla Costituzione turca, ma valuteremo la questione dal punto di vista legale”. Del resto il presidente Erdogan ha promesso che “i traditori” pagheranno “un prezzo alto”.
In diretta televisiva, il premier descrive il caos di venerdì notte come “una pagina nera per la democrazia in Turchia” ed elogia la polizia e le forze di sicurezza. Non tutto sembra chiuso e definito: un gruppo di 150 militari è ancora asserragliato nel quartiere generale del comando delle Forze armate ad Ankara: i soldati ribelli vorrebbero trattare la loro resa. Altri 700 militari, invece, si sono consegnati alle forze di polizia. Il fallito golpe sta generando anche una tempesta diplomatica tra la Turchia e Stati Uniti. E Ankara richiede l’estradizione di otto golpisti – sette militari e un civili – che hanno chiesto asilo ad Atene.
Le autorità turche intanto hanno diffuso un allarme alle frontiere di terra e agli aeroporti del Paese per bloccare i membri del movimento Gulen. Secondo l’agenzia Anadolu le autorità hanno scoperto un piano di fuga in base a delle liste ritrovate in cui sono elencati nomi di comandanti e loro vice da collocare in luoghi di responsabilità qualora il golpe avesse avuto successo. Nel mirino del governo anche la magistratura: sono stati rimossi 2.745 giudici tra cui cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (Hsyk) della Turchia, riunitosi per un vertice straordinario. Sono stati arrestati una decina di magistrati membri del Danistay, una della autorità giudiziarie più importanti della Turchia nell’ambito amministrativo, equivalente del Consiglio di Stato. Altri 48 membri del Danistay sono ricercati. È così cominciata l’azione di contrasto contro il cosiddetto” stato parallelo”. Guidato, secondo le autorità turche, dall’imam Fetullah Gulen in autoesilio in Usa. Contro cui si è scagliato il premier: “Il paese che lo sostiene non è amico”. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha replicato di non aver ricevuto alcuna richiesta per estradare il religioso musulmano. Kerry ha chiesto alla Turchia di consegnare le prove sul fatto che l’ex imam sia dietro al golpe fallito.
Scenari da guerra civile
Ieri il paese ha vissuto scene da guerra civile. Con i militari che tentano la presa del potere, il presidente che fugge ma resiste e il popolo che si schiera dalla sua parte. La notte più lunga della Turchia si è conclusa con il fallimento del golpe tentato da una fazione dell’esercito. Dopo ore di bombardamenti e combattimenti a Istanbul e nella capitale Ankara, con i carri armati schierati sui ponti del Bosforo i militari, che avevano sparato sulla folla, hanno fatto marcia indietro e questa mattina, mani alzate al cielo, si sono arresi. Tra le vittime c’è anche un fotoreporter.
Una notte di caos e confusione con le persone preoccupate di fare scorte di soldi, benzina e generi alimentari e un inizio di giornata che sembra restituire al “sultano” il suo potere. La sconfitta dei ribelli – anche se alcune sacche di resistenza hanno annunciato sabato mattina che continueranno a combattere – appariva già chiara durante la notte, quando l’aereo del numero uno è atterrato all’aeroporto Ataturk di Istanbul, solo poche ore prima nelle mani dei “ribelli”. Il repulisti nell’esercito ribelle, che aveva chiesto inascoltato al popolo di rimanere in casa, è già di fatto completato. L’esercito ha avuto per alcune ore un nuovo capo di Stato maggiore, Umit Dundar, a sostituire temporaneamente, Hulusi Akar che, fedele al presidente, era stato preso in ostaggio ma è stato rilasciato.
Tornato a Istanbul, il presidente è stato accolto da una folla festante e ha salutato con il gesto della rabia, mutuato dai Fratelli musulmani, il “sultano” ha ringraziato il suo popolo per averlo sostenuto scendendo in piazza, mentre una folla festante sventolava bandiere turche e inneggiava ad Allah.
A loro, ha promesso che “i traditori” che hanno tentato di rovesciarlo “pagheranno un caro prezzo“. La mente dietro il golpe, per Erdogan, è il suo ex alleato diventato nemico numero uno, l’imam e magnate autoesiliatosi in Usa, Fethullah Gulen. Che però, in un comunicato, ha condannato il tentativo di golpe, giurando di esserne estraneo: “Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”.
La Turchia si è svegliata ancora in stato d’assedio e con la notizia sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. L’emittente statale Trt e la tv privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro, i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank.
In mattinata, ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della città. In queste ore, assicura la compagnia di bandiera Turkish Airlines, l’aeroporto Ataturk sta comunque riprendendo a funzionare regolarmente. Situazione critica anche ad Ankara, dove è stato bombardato il Parlamento ma nessun deputato risulta ferito. Quando era già giorno, sotto attacco è finita anche l’area della faraonica residenza presidenziale, il simbolo del potere di Erdogan.
Cronaca ora per ora
Ore 16.39 – Erdogan: “Scendere di nuovo in piazza contro golpe” – “Scendere in strada anche stasera” a sostegno del presidente Recep Tayyip Erdogan e per festeggiare la “vittoria della democrazia” contro i militari golpisti: è l’invito lanciato dal governo alla popolazione turca dopo il fallito colpo di stato nel Paese.
Ore 16.22 – Obama convoca sicurezza nazionale - Il presidente americano, Barack Obama, convoca la sua squadra per la sicurezza nazionale e per gli affari esteri per discutere della Turchia. Lo afferma la Casa Bianca. L’incontro è in programma a breve nella Situation Room.
Ore 16.00 – Consolato Usa: “Turchia ha lasciato al buio base anti Is” -“Le autorità locali impediscono spostamenti da e per la base aerea di Incirlik. E’ stata interrotta la fornitura di corrente elettrica”. E’ quanto si legge in un messaggio diffuso sul web dal consolato Usa nella città di Adana, nel sud della Turchia. “Per favore, evitare la base aerea fino a che non riprenderanno le normali operazioni”, prosegue il messaggio del consolato Usa. La base di Incirlik, che si trova a 12 km a est di Adana, viene utilizzata dalla coalizione anti-Is a guida Usa che interviene in Siria e Iraq. Vi si trovano velivoli e militari di Usa, Germania, Gran Bretagna e Arabia Saudita.
15.49 – Usa: “Turchia ci dia prove contro Gulen” – Il segretario di Stato Usa John Kerry ha chiesto alla Turchia di consegnare le prove sul fatto che l’ex imam Fethullah Gulen, che vive in esilio in America, sia dietro al golpe fallito, così come sostenuto da Ankara. Inoltre, ha aggiunto Kerry, gli Stati Uniti non hanno ricevuto alcuna richiesta di estradizione per Gulen.
15.39 – Governo greco esaminerà richiesta asilo golpisti
Il governo greco esaminerà la richiesta di asilo degli “otto militari turchi” golpisti fuggiti in Grecia “tenendo però in considerazione che i soldati sono accusati in Turchia di aver violato la costituzione e di aver tentato di rovesciare il governo democratico”. Lo dice la portavoce del governo ellenico Olga Gerovasili nel primo comunicato ufficiale sulla vicenda ribadendo che gli “otto militari” sono stati arrestati. Atene fa anche sapere di essere in contatto con le autorità turche per il rientro “il prima possibile” dell’elicottero militare.
15.20 – “Erdogan partito da Istanbul, ma destinazione ignota”
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è partito dall’aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul. Lo riferisce la tv satellitare Al-Jazeera che sottolinea come non sia chiaro dove è diretto Erdogan.
15.16 – “Completata operazione contro i golpisti”
Le forze di sicurezza turche hanno completato un’operazione contro i golpisti nel quartier generale dell’esercito. Lo riferisce l’edizione turca della Cnn.
13.39 – Il premier turco: “Paese che sostiene Gulen non è amico”
“Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo”, Fethullah Gulen, “questo leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti”. Così il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, dove Gulen – che Ankara accusa di aver organizzato il fallito tentativo di golpe – vive in autoesilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione
13.16 – Riaperto l’aeroporto di Istanbul
Sta tornando alla normalità il traffico aereo in Turchia, con la riapertura dell’aeroporto internazionale di Ataturk a Istanbul e la ripresa dei voli. Decolli e atterraggi erano stati sospesi dalle autorità locali per motivi di sicurezza dopo il tentato colpo di stato militare. Cinque minuti dopo le 18, ora locale, sarà anche riaperto lo spazio aereo per i voli civili sulla regione nordoccidentale di Marmara, chiuso dopo il tentato golpe.
12.56 – Ancora in ostaggio capo di Stato maggiore dell’Aeronautica
Il capo di stato maggiore dell’Aeronautica turca, il generale Abidin Unal, risulta in ostaggio dei golpisti. Il militare è stato rapito mentre si trovava ieri a una cerimonia di nozze della figlia del generale Mehmet Sanver, comandante dell’unità dell’Aeronautica della zona asiatica di Istanbul. Secondo la ricostruzione fornita dal quotidiano Hurriyet, cinque elicotteri sono atterrati nel giardino dov’era in corso la cerimonia. Alcuni militari golpisti sono scesi dagli elicotteri e hanno preso in ostaggio Unal, Sahver e altri comandanti. I lealisti sono attualmente al lavoro per ottenere il rilascio di Unal e degli altri militari ancora in ostaggio.
12.42 – Golpisti inviavano ordini via WhatsApp
Gli autori del fallito golpe in Turchia avrebbero usato il sistema di messaggistica WhatsApp per comunicare tra di loro. Lo riporta l’agenzia Anadolu, che ha mostrato un video nel quale compaiono alcuni dei messaggi scambiati, che fanno riferimento al blocco del traffico in entrata verso Istanbul e al blocco del segnale video proveniente dal sistema di comunicazione di emergenza del governo. Dai messaggi emerge che gli ordini erano inoltrati da un maggiore.
12.33 – Riaperti i ponti sul Bosforo
Sono stati riaperti i due principali ponti sul Bosforo che collegano la zona europea a quella asiatica di Istanbul. Lo ha reso noto l’emittente al-Jazeera. I ponti erano stati chiusi per la presenza di carri armati usati dai golpisti contro il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan.
12.31 – Turchia chiede a Grecia di consegnare golpisti
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha chiesto alla Grecia di consegnare alle autorità di Ankara gli otto presunti golpisti che sono atterrati in elicottero nella città settentrionale di Alexandroupolis, in Grecia, e che hanno chiesto asilo. Cavusoglu lo ha scritto sul suo profilo Twitter.
12.17 – Israele “rispetta processo democratico in Turchia”
“Israele rispetta il processo democratico in Turchia e si aspetta che prosegua il processo di riconciliazione fra Turchia ed Israele”: lo afferma il portavoce del ministero degli esteri Emmanuel Nahshon in un comunicato diffuso alla stampa in deroga dal riposo sabbatico imposto di norma ai funzionari di governo israeliani.
12.13 – “Otto golpisti hanno chiesto asilo in Grecia”
Otto uomini sono atterrati a bordo di un elicottero militare turco nella città settentrionale di Alexandroupolis, in Grecia, e hanno chiesto asilo. Lo hanno fatto sapere le autorità greche. Sarebbero coinvolti, secondo i media, nel tentato golpe militare.
12.12 – Renzi: “Sollievo, prevale stabilità”
Il premier Matteo Renzi esprime “sollievo” per gli sviluppi in Turchia. “La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche”, sottolinea Renzi. “Auspichiamo che non ci siano rovesci e pericoli per la popolazione e per tutti gli stranieri presenti in Turchia”, aggiunge il premier nella convinzione che “libertà e democrazia siano sempre la via maestra da seguire e difendere”
11.30 – Il premier turco: “Golpisti peggio del Pkk”
“I golpisti sono nelle mani della giustizia turca e saranno puniti come meritano. Sono peggio del Pkk – dice il primo ministro turco, Binali Yildirim – Ci sono 165 martiri e 1.440 feriti. La Turchia ha risposto nel modo migliore ai terroristi”.
11.15 – Cina auspica ritorno stabilità e ordine
La Cina auspica che la Turchia possa ritrovare stabilità e ordine il più presto possibile dopo il tentativo fallito di colpo di Stato: lo rileva in una nota il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, secondo cui Pechino “sta osservando la situazione con attenzione”.
11.12 – Vice leader Akp: “Ripristinare pena di morte”
È necessario ripristinare la pena capitale in Turchia per punire chi ha tentato di rovesciare l’attuale governo con un colpo di Stato militare. A lanciare l’appello è il numero due del partito al governo Akp, l’ex ministro alla Sanità Mehmet Muezzinoglu. Dopo i suoi commenti, l’hashtag #Idamistiyorum (“Io voglio la pena di morte”) è stato usato più di 23mila volte su Twitter in Turchia.
11.09 – Mosca pronta a collaborare
La Russia è pronta a “un lavoro costruttivo congiunto con i leader legittimamente eletti della Repubblica Turca nell’interesse della promozione delle relazioni bilaterali per i popoli dei nostri paesi e per la ricerca di efficaci soluzioni alle attuali questioni internazionali, prima di tutto legate alla lotta contro la minaccia del terrorismo”: lo fa sapere il ministero degli Esteri russo in una nota.
11.08 – Ministero esteri: “Unità e solidarietà hanno fatto fallire golpe”
“I recenti avvenimenti in Turchia sono da definire come un tentativo di colpo di Stato con lo scopo di rovesciare il governo democraticamente eletto”. È quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Ankara nella quale si sottolinea che “la nazione turca ha respinto questo tentativo dimostrando la propria unità e solidarietà”. La diplomazia turca conferma che “il nostro Presidente della Repubblica e il nostro governo sono in carica. Non si tratta di un evento che vede coinvolto l’intero corpo delle Forze Armate turche, ma solo un gruppo al suo interno. La nostra nazione ha dato la dovuta risposta allo loro azioni”.
11.07 – British annulla voli, Easy jet li mantiene
La compagnia aerea British Airways ha fatto sapere di avere annullato tutti i voli previsti per oggi tra il Regno unito e la Turchia, a causa del tentativo di golpe nella penisola anatolica. Easy Jet, compagnia britannica low cost, ha fatto sapere di non aver modificato i suoi piani di volo: tutte le tratte continuano ad operare normalmente.
10.53 – Ue, lunedì situazione a Consiglio ministri
La situazione in Turchia sarà discussa lunedì nel Consiglio dei ministri degli esteri europei. Lo ha reso noto il Servizio di azione esterna con una nota in cui specifica che nella notte Federica Mogherini ha riunito i ministri degli esteri europei presenti al vertice dell’Asem a Ulan Bator per coordinare i messaggi politici e gli aiuti ai cittadini europei in Turchia. Inoltre, l’alto rappresentante ha parlato con il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ed è stata in contatto con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. I ministri hanno “espresso sostegno alle istituzioni democratiche e condannato l’uso della violenza contro di esse” concordando che “deve essere evitata ogni escalation di violenza che coinvolga i civili”
10.31 – “Molti comandanti ancora in ostaggio”
Molti comandanti dell’esercito turco sono tenuti in ostaggio dai soldati che hanno tentato un golpe. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore ad interim, generale Umit Dundar, in una dichiarazione su Cnn Turk
10.25 – “Nuovo tentativo di golpe possibile in ogni momento”
Un altro tentativo di colpo di stato in Turchia potrebbe avvenire in qualsiasi momento, quindi le autorità devono restare nelle strade per mantenere il controllo della situazione. È quanto si legge sull’account Twitter della presidenza turca
10.22 – “Uccisi 104 militari golpisti”
Sono 104 i militari golpisti uccisi dalle forze di polizia e dai lealisti del presidente Recep Tayyip Erdogan, che nella notte hanno sventato il tentato golpe in Turchia. Lo ha dichiarato Umit Dundar, nominato Capo di Stato Maggiore mentre Hulusi Akar era stato preso in ostaggio dai golpisti. Akar è stato ora rilasciato. Tra le 90 persone uccise dai militari che hanno tentato il golpe, invece, si contano 47 civili. Citato dall’emittente al-Jazeera, Dundar ha confermato i 1.154 feriti.
10.19 – Ministro esteri Gb: “Solidarietà a governo”
Il ministro degli Esteri della Gran Bretagna Boris Johnson ha espresso la sua solidarietà al governo turco, dopo lo sventato colpo di Stato militare. A rivelarlo è lui stesso su Twitter. “Ho appena parlato con il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu. Ho sottolineato l’appoggio della Gran Bretagna per le istituzioni democratiche elette e il governo”.
9.57 – Portavoce Cremlino: “Speriamo in soluzione legittima”
“Di certo noi tutti siamo interessati alla situazione attuale in Turchia, a una soluzione legittima nel più breve tempo possibile e al ritorno del Paese alla stabilità, alla prevedibilità e all’ordine pubblico”: così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass. Né il presidente turco Recep Tayyip Erdogan né i golpisti hanno provato a contattare il leader russo Vladimir Putin: lo afferma il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti. “No. Nessun tentativo di comunicazione e nessun contatto ha avuto luogo finora”, ha dichiarato Peskov.
9.49 – Almeno 700 soldati turchi si sono arresi alla polizia
Almeno 700 soldati turchi che hanno preso parte al tentato golpe si sono arresi e consegnati alla polizia ad Ankara. Lo ha riferito l’agenzia di stampa turca Anadolu, mostrando un video in cui si vede una lunghissima fila di militari uscire di corsa da un cancello ed entrare in luogo chiuso.
9.38 – Hamas si congratula con Erdogan
Hamas si è congratulato oggi con il presidente Tayyp Erdogan per il fallimento del colpo di Stato a suo danno. “Ci congratuliamo col grande popolo turco e con la sua leadership eletta – si legge in un comunicato ufficiale – per il fallimento del colpo di Stato organizzato contro il volere democratico” del popolo turco. Fonti locali riferiscono da Gaza che per tutta la notte la leadership di Hamas ha seguito con apprensione l’evolversi della crisi in Turchia, un Paese particolarmente vicino alla popolazione della Striscia. In molti caffè gli avventori hanno trascorso la notte davanti ai televisori per seguire le trasmissioni in diretta dalla Turchia delle emittenti arabe al-Jazira e al-Arabya.
9.37 – Farnesina invita gli italiani a restare in casa
La Farnesina invita gli italiani che vivono in Turchia a non lasciare le proprie case. “In relazione alla situazione in atto in Turchia, dove si registrano ripetute sparatorie sul Bosforo e ad Ankara – si legge sul sito dell’Unità di crisi – si raccomanda ai connazionali di evitare gli spostamenti e di attendere lo sviluppo degli eventi tenendosi informati sui media locali e internazionali”. Per informazioni ed emergenze, spiega ancora il ministero degli Esteri, è possibile contattare l’Ambasciata d’Italia a Ankara ai numeri: +90 532 374 81 77 e +90 534 074 33 63 ed il Consolato Generale a Istanbul al numero 00905554585844.
9.32 – Pinotti: “Seguo l’evolversi della situazione”
“Seguo l’evolversi della situazione in Turchia con lo Stato Maggiore Difesa. L’Unità di crisi Farnesina invita connazionali a restare a casa”. Lo scrive su Twitter il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
9.31 – Fiumicino, voli cancellati da e per Istanbul
A causa del tentato golpe in Turchia, all’aeroporto di Fiumicino ci sono ripercussioni sui voli da e per Istanbul. Per il momento, risultano cancellati i primi tre voli previsti in arrivo dalla città sul Bosforo, rispettivamente di Turkish Airlines, Alitalia e Pegasus. Figurano operativi i successivi voli previsti in arrivo nel pomeriggio. Per quanto riguarda i voli del mattino in partenza, due voli, rispettivamente della Turkish e della Pegasus, sono stati cancellati mentre un altro risulta ritardato di tre ore.
9.18 – Vertice del consiglio superiore dei giudici
Il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (Hsyk) della Turchia ha convocato per oggi un vertice straordinario per decidere se e quali azioni prendere nei confronti di quei giudici e pm legati al cosiddetto “stato parallelo”. Lo rende noto l’agenzia di stampa Anadolu citando fonti interne all’Hsyk a condizione di anonimato. Verrà invece resa pubblica la decisione adottata dal Consiglio, hanno aggiunto le fonti. Del aver creato uno “stato parallelo” è accusato il rivale numero uno del presidente Recep Tayyip Erdogan, l’imam Fetullah Gulen, che in Turchia e altrove vanta di moltissimi seguaci. Tra questi anche militari, magistrati, giornalisti e politici.
9.11 – Ad Ankara 200 soldati si arrendono
Circa 200 soldati disarmati sono usciti dal quartier generale militare di Ankara e si sono arresi alla polizia. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Anadolu. Non è frattanto chiaro se siano stati già conteggiati o meno tra i 1.563 militari che in tutto il Paese sono stati arrestati dopo il fallimento del colpo di stato.
9.01 – Leader opposizioni riferiranno in Parlamento
I leader dei tre principali partiti di opposizione in Turchia riferiranno oggi pomeriggio alle 14, ora locale, in Parlamento. Lo ha annunciato il presidente del Parlamento turco Ismail Kahraman. Nella notte i tre principali partiti dell’opposizione in Turchia avevano denunciato e preso le distanze dal colpo di Stato militare. Unanime è stata infatti la condanna da parte del partito filo curdo Hdp, del partito nazionalista Mhp e del Partito del popolo repubblicano Chp. Il leader del Chp il più grande partito di opposizione in Turchia, Kemal Kalicdaroglu, ha ricordato su Twitter che in passato il Paese ha già “sofferto molto” per i colpi di stato che ha subito. Anche il leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, ha affermato che non è questa la strada giusta verso il cambiamento in Turchia, ma serve un percorso democratico.
8.58 – Golpisti: “Continueremo a combattere”
La fazione militare golpista in Turchia ha annunciato di essere determinata a continuare a combattere. In una email inviata dall’indirizzo di posta elettronica del capo di stato maggiore dell’esercito, in cui si è definita Consiglio della pace in patria, la fazione ha anche invitato i turchi a restare all’interno delle abitazioni per tutelare la propria sicurezza.
8.56 – Riunione straordinaria del Parlamento
È in corso una riunione straordinaria del Parlamento di Ankara per discutere del tentato colpo di Stato militare in Turchia. A convocare i deputati in seduta straordinaria è stato il primo ministro Binali Yildirim. La riunione si sta svolgendo nella sede del Parlamento che nella notte è stata colpita dai golpisti e che ha subito danni a causa di numerose esplosioni.
8.32 – Bbc: “Coprifuoco, ma misura non rispettata”
È in atto un coprifuoco in Turchia, dopo il tentato colpo di Stato militare di ieri. Lo annuncia la corrispondente della Bbc in Turchia, spiegando però che la misura non viene” applicata nei termini più rigidi”. Anche per questo, aggiunge la Bbc, la “gente sta lentamente uscendo per la strada”, i negozi hanno iniziato a riaprire e circolano alcune auto civili e taxi. Il governo ha dichiarato di avere la situazione sotto controllo, ma sacche di resistenza sono ancora presenti e così scontri sporadici, precisa il Guardian.
8.31 – Iran ha chiuso il confine e sospeso i voli
L’Iran ha chiuso stanotte il confine con la Turchia ed ha sospeso i voli verso il paese vicino. Lo riferiscono i media della Repubblica islamica. Nella notte, mentre era in corso il tentativo di colpo di stato contro Erdogan, il presidente iraniano Hassan Rohani ha convocato il consiglio di sicurezza nazionale e le forze armate iraniane sono state messe in stato di massima allerta.
8.24 – Il ministro degli Esteri elogia il popolo
Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, si è complimentato attraverso Twitter con la “coraggiosa difesa della democrazia e del loro governo eletto da parte del popolo turco. Ciò dimostra che i colpi di stato nella nostra regione sono destinati a fallire”.
8.23 – Sms di Erdogan: restate per strada
“Tutti in strada”. È l’invito rivolto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un sms inviato a tutti i cittadini e da lui firmato dopo il tentativo fallito di golpe della notte scorsa. “Degno figlio della nazione turca” è l’intestazione del messaggio, in cui il presidente stigmatizza quanto accaduto ad Ankara e Istanbul, dove, spiega, con “veicoli blindati e armi”, è stato messo in atto un tentativo di sollevazione contro la nazione, “come negli anni ’70”. Erdogan invita quindi “il popolo turco con onore” a “stare con la democrazia e la pace”, invitando i cittadini a scendere in piazza.
8.07 – Ripreso controllo della gendarmeria: 16 golpisti uccisi
Le unità speciali della polizia turca hanno ripreso il controllo del Commando generale della gendarmeria ad Ankara uccidendo 16 soldati golpisti. Lo ha reso noto il capo della polizia della Turchia Celalettin Lekesiz citato dall’agenzia di stampa Anadolu.
8.07 – Rilasciato generale preso in ostaggio
Sarebbe stato rilasciato il capo di stato maggiore, generale Hulusi Akar, preso in ostaggio durante il tentativo di golpe dai militari ribelli. Per sostituirlo il premier aveva nominato all’incarico il generale Ümit Dündar.
8.00 – Erdogan: “Atto di tradimento”
Un “atto di tradimento”. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito il tentato golpe compiuto dai militari in Turchia sottolineando la necessità di ripulire l’esercito. Il premier turco, Binali Yildirim, ha intanto annunciato questa mattina di aver nominato un nuovo capo di stato maggiore ad interim per sostituire il generale il generale Hulusi Akar. La Turchia ha democraticamente eletto un governo e un presidente”, ha aggiunto Erdogan. “Siamo in carica e continueremo ad esercitare il nostro potere fino alla fine. Non cederemo il paese a questi invasori. Finirà bene”. I responsabili pagheranno “un caro prezzo”.
Di F. Q. | 16 luglio 2016
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