La stampa internazionale rapita dal fenomeno Raggi
Sui media largo spazio a commenti e ritratti della candidata «avvenente e anti casta» che fa tremare il leader del governo
Virginia Raggi
09/06/2016
Londra
“I romani frustrati da buche e spazzatura hanno dato una strigliata ai democratici”
In una Gran Bretagna alle prese con il referendum sulla Brexit, di elezioni italiane si è parlato poco. Con l’eccezione di Virginia Raggi. Il Financial Times, che nel weekend scorso aveva dedicato un lungo profilo alla candidata del Movimento 5 Stelle, scrive che gli elettori romani hanno dato una «strigliata» a Renzi e definisce la performance del Pd in generale «scoraggiante». Il quotidiano della City guarda alle possibili ripercussioni sulla stabilità di Renzi. «L’onda populista che sta dilagando nella politica europea – scrive - minaccia ora il suo governo», con il rischio che «l’insoddisfazione peggiori in vista del referendum sulla riforma costituzionale su cui il premier si gioca il futuro». La Bbc nota che lo scandalo di Mafia Capitale «ha alimentato l’ascesa dei 5 Stelle» e parla di romani «frustrati da buche nelle strade, cumuli di spazzatura e carenze nei trasporti pubblici e negli alloggi».
Alessandra Rizzo
Washington
“La svolta populista di un’elegante bruna”
Il successo di Virginia Raggi domina cronache e commenti delle testate americane. Il «New York Times», in un «editorial board», spiega che la vittoria della grillina riscriverebbe la storia di Roma, sia perché si tratterebbe del primo sindaco donna della capitale, sia perché, in quanto espressione di «un movimento anti-establishment», rischia di scardinare gli ordini capitolini e al contempo mettere in discussione la solidità di Matteo Renzi. Sui rischi di tenuta del Paese in vista del referendum autunnale insiste il «Wall Street Journal», mentre «Bloomberg» sottolinea come già lunedì i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono rimbalzati dinanzi a un nuovo ipotetico scenario politico. Il sito filo-conservatore «BreitBart» titola invece: «La rivolta populista vede una elegante bruna proiettata verso la vittoria a sindaco di Roma». Elegante bruna certo, forse anche populista, ma - come sottolinea il «New York Times» - col merito di aver tirato fuori la rabbia dei romani.
Francesco Semprini
Madrid
“Un brutto segnale, ma Renzi può rifarsi”
La gran parte dei giornali spagnoli parla delle elezioni amministrative concentrandosi sul risultato di Roma. «Come a Madrid e Barcellona, la capitale italiana potrebbe avere un sindaco donna e anticasta- scrive Mònica Bernabé sul Mundo - Virginia Raggi fa parte del movimento populista di Grillo». Su El País, il corrispondente in Italia Pablo Ordaz racconta la disfatta del Pd a Roma e Napoli, sottolineando le divisione interne dei democrat, «il vizio autodistruttivo della sinistra». In ogni caso, si legge sul quotidiano progressista, «Renzi, a differenza di altri leader europei, la faccia ce la mette sempre». Partita chiusa? «In Italia e può succedere di tutto», conclude Ordaz. Il catalano «La Vanguardia» parla della capitale come della città «peggio amministrata d’Europa», scrive Eusebio Val, secondo il quale il voto di domenica «è stato un brutto segnale in vista del referendum. Ma Renzi ha tempo per rifarsi».
Francesco Olivo
Berlino
“I partiti tradizionali hanno lavorato male, ecco perché il Movimento ha successo”
I media tedeschi si concentrano soprattutto sull’affermazione di Virginia Raggi. Potrebbe diventare il primo sindaco donna di Roma in 2769 anni, ricorda la «Welt». Quanto avvenuto a Roma è in sintonia con l’andamento politico più generale in Europa, scrive la «Faz»: un movimento di protesta riscuote successo con una candidata giovane e senza esperienza, non in primis perché gli elettori abbiano voglia di rivolta, ma perché i partiti tradizionali hanno lavorato male; tutt’altra questione è se il M5S possa davvero risolvere i problemi decennali di Roma.
La «Süddeutsche Zeitung» nota che alla vigilia Renzi voleva tacere sui risultati, ma li ha poi commentati ampiamente e non sembrava rilassato, visto che il primo turno «è stato una delusione» per il suo Pd: «non un disastro completo, ma sarebbe potuta andare molto meglio». Se ai ballottaggi il Pd dovesse vincere a Milano e Roma la delusione svanirebbe, altrimenti Renzi «avrebbe all’improvviso moltissimo da spiegare».
Alessandro Alviani
Parigi
Occhi su Virginia e la carca delle “5 Etoile”
Anche questa è Europa. Mai come quest’anno un voto locale italiano suscitava tanto interesse in Francia. Radio, tv, giornali, social network: per due giorni il nome (e il volto) di Virginia Raggi sono apparsi dappertutto. Molti media parigini hanno approfittato dei risultati del «Mouvement 5 Etoile» - come lo chiamano da queste parti - per organizzare talk show e dibattiti sull’affermazione dei partiti «populisti» «anti-sistema» dopo il caso austriaco.
Nei commenti dei giornali, tra cui «Le Monde», molti hanno evocato un «schiaffo» per il premier Matteo Renzi e, più in generale, per i «partiti tradizionali», mentre comincia il conto alla rovescia per la corsa all’Eliseo del 2017 con l’inarrestabile avanzata di Marine Le Pen, la leader del Front National ormai data per certa al ballottaggio. Pochissimo spazio, invece, al centrodestra di Silvio Berlusconi, ex-ossessione dei francesi ormai passato in cavalleria.
Paolo Levi
Brasilia
“Il banco di prova sarà il referendum. La destra sempre più debole e divisa”
Un trionfo del movimento anti-sistema, una dura prova per Renzi. Questo il commento della stampa brasiliana al risultato delle amministrative, dalle quali emerge soprattutto la figura di Virginia Raggi. «I romani hanno votato lei – dice la rivista “Veja” – perché stanchi di anni d’immobilismo e degli scandali di corruzione delle amministrazioni precedenti». «Durante la campagna - spiega il “Jornal do Brasil” - la Raggi ha fatto promesse bizzarre, ma se diventasse il primo sindaco donna della capitale, proietterebbe il suo movimento come la forza più importante d’opposizione a Matteo Renzi». La «Folha di Sao Paolo» ricorda che il vero banco di prova del governo sarà il referendum costituzionale e sottolinea il clima da regolamento di conti nella destra. «C’è molta divisione tra i moderati e più radicale di Matteo Salvini».
Emiliano Guanella
Mosca
“Avanti il fronte Euroscettico contrario alle sanzioni alla Russia”
«L’opposizione antisistema in testa a Roma», «Vittoria dei Populisti», ma soprattutto di una «forza Euroscettica». I media russi si concentrano su ciò che più preme a Mosca commentando lo sprint di Virginia Raggi: allargare il fronte europeo anti-sanzioni, alla vigilia del rinnovo previsto da Bruxelles a fine giugno. E della visita di Matteo Renzi da Putin a San Pietroburgo.
Il quotidiano «Kommersant» non si sbilancia su Grillo (destra o sinistra?), ma sottolinea come i 5 Stelle siano favorevoli all’abolizione delle misure. E finita l’era dell’«amico Silvio», niente scrupoli a evidenziare le debolezze del governo italiano: «Dopo la caduta di Berlusconi, i principali rivali di Renzi sono loro». Mentre il quotidiano filo-governativo «Izvestija» si spinge oltre con un’intervista al deputato Lega Nord Grimoldi, dal titolo: «ormai in Italia l’unica forza politica che è a favore della proroga delle sanzioni è il Pd di Renzi».
Lucia Sgueglia
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