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Autore Discussione: Pizzarotti sospeso, Nogarin no: la prima decisione dei vertici M5S nel dopo GURU  (Letto 2078 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Maggio 16, 2016, 11:54:55 am »

Pizzarotti sospeso, Nogarin no: la prima decisione dei vertici M5S nel dopo Casaleggio

Pubblicato: 13/05/2016 20:46 CEST Aggiornato: 13/05/2016 21:17 CEST

Una sospensione che va letta come epurazione in perfetto 'Casaleggio style'. Gianroberto non c'è più ma le decisioni, con un epilogo strong, come dimostra il caso Pizzarotti, vengono prese comunque e con la stessa determinazione dei tempi in cui il fondatore, scomparso un mese fa a Milano, sanciva promozioni e punizioni. La sospensione del sindaco di Parma è la prima vera presa di posizione della nuova gestione M5S a guida Davide ed è all'insegna “dell’uno non vale uno" perché Federico Pizzarotti viene allontanato mentre il primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin, anche lui indagato, viene protetto. In pratica, via il dissidente, salvo l'ortodosso. Passaggio che non sfugge, per esempio, nella chat dei parlamentari pentastellati, dove più di qualcuno chiede chiarimenti: "Perché uno sì e l'altro no?". I due del Direttorio, Alessandro Di Battista e Carlo Sibilia, non esitano nel rispondere: "Pizzarotti ha tenuto nascosto per mesi l'avviso di garanzia, non ha rispettato le regole, mentre Nogarin lo ha comunicato subito su Facebook".

Ragionamento che non farebbe una piega se non fosse che il sapore della sospensione del primo cittadino di Parma ha un retrogusto di un rapporto ormai logorato (Pizzarotti e Direttorio non si sentono dallo scorso autunno) e ha anche un qualcosa di orwelliano, come lui ha lasciato intendere: "Non mando documenti a una mail anonima e a me sconosciuta. Fatemi chiamare da Luigi Di Maio, che non mi risponde da mesi e non si interessa dei Comuni". La mail anonima in questione è firmata, come sempre, "staff di Beppe Grillo" e chiede a Pizzarotti i documenti relativi all'avviso di garanzia per abuso d'ufficio.

La catena di comando che ha deciso le sorti di Pizzarotti ha funzionato così: deputati e senatori 5Stelle, quelli più ortodossi, si sono ribellati perché con sindaci indagati cade a pezzi l'immagine del Movimento. Quindi hanno chiesto, in maniera energica, al Direttorio di prendere subito provvedimenti, tanto che si erano detti pronti a mandare una mail a Beppe Grillo con la richiesta di un incontro. Incontro che sarebbe servito anche a parlare del caso Nogarin e più in generale del sistema Rousseau, ancora a molti sconosciuto. Addirittura l'intenzione era quella di richiedere anche la presenza di Davide Casaleggio. In questo modo, il Direttorio, che molti parlamentari soprattutto i senatori non amano, sarebbe stato scavalcato

Sotto pressione, i magnifici cinque - Di Maio, Di Battista, Fico, Sibilia e Ruocco - come ironicamente li chiamano 'i falchi', si sono rivolti a Beppe Grillo, che a sua volta ha coinvolto lo staff e soprattutto Davide Casaleggio, il quale ha preso la decisione definitiva. "Pizzarotti è il primo epurato della nuova gestione", dicono diversi deputati. Ma alla senatrice Elisa Bulgarelli, molto vicina al sindaco di Parma, l'epurazione non va giù: "Oggi il partito 5 stelle esulta, il M5S muore un altro po'. Io sto nel M5S e rifiuto il Partito. Il Non Statuto rifiuta il partito". Poche parole, affidate a Facebook, per raccontare di come il Movimento sia cambiato, compresa la regola dell'uno vale uno.
Sta di fatto che la misura anti Pizzarotti è una mossa politica, utile al Direttorio per dimostrare che, dopo la morte di Casaleggio, il Movimento non è spaesato e stordito, come molti pensano che sia. Piuttosto, a meno di un mese dal voto delle amministrative, i vertici pentastellati vogliono far vedere di non avere paura delle urne, tanto da prendere la decisione di cacciare proprio un sindaco. Decisione che però implicitamente ammette una falla presente nella gestione dei territori e adesso l'effetto valanga è tra i rischi da mettere in conto. L'addio del sindaco di Parma al Movimento - dato ormai per scontato - potrebbe portare a defezioni eccellenti tra i parlamentari, soprattutto "emiliani" simpatizzanti del primo cittadino parmigiano, visto come punto di riferimento anche da numerosi amministratori locali che hanno partecipato alla cosiddetta "Leopolda di Pizzarotti", quando lui era stato escluso dal palco di "Italia a 5Stelle".

In tutto ciò, quasi per mettere le mani avanti, il sindaco di Parma domenica scorsa si era affrettato a difendere, dalle colonne del Corsera, il collega di Livorno, dicendo che non ci si deve dimettere per un avviso di garanzia e che è troppo facile per i parlamentari fare opposizione senza sporcarsi le mani. Parole che aveva fatto storcere il naso, per l'ennesima volta, ai vertici 5Stelle, che già da tempo cercavano il cavillo per far fuori il sindaco dissidente. E adesso che il cavillo si è presentato si è consumato il delitto perfetto.

Da - http://www.huffingtonpost.it/2016/05/13/pizzarotti-sospeso-direttorio-m5s_n_9957466.html?utm_hp_ref=italy
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