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Autore Discussione: Casaleggio, l'uomo che sognava la società digitale  (Letto 3849 volte)
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« inserito:: Aprile 16, 2016, 05:59:25 pm »

Casaleggio, l'uomo che sognava la società digitale
Dagli inizi all'Olivetti alla creazione delle sue aziende. Poi la profezia di Gaia, il video nel quale racconta a modo suo come sarà il mondo del futuro prossimo. Fino ad arrivare, passando per i Meetup, al sistema operativo del Movimento. Non senza critiche anche da parte degli stessi militanti

Di TIZIANO TONIUTTI
12 aprile 2016
   
LA RETE e Gianroberto Casaleggio sono nati quasi negli stessi anni. Nasce a Milano nel 1954, quando i computer occupavano stanze e iniziavano le sperimentazioni delle reti locali LAN e quelle più ampie, WAN. Negli anni 60 arrivò Arpanet, il network militare che piano piano è diventato Internet, la Rete delle reti. Che oggi tutti usiamo per un'infinità di scopi non necessariamente bellici, anzi per unire il mondo. La Rete che Casaleggio frequentava dagli inizi, forse già elaborando il sogno del pianeta iperconnesso di oggi.

Eppure nell'era della privacy zero e dello sharing totale, Casaleggio ha sempre mantenuto intatta la barriera intorno alla sua persona. Di lui si conosce la visione del mondo futuro anzi presente, quello in cui gli individui sono nodi del web e cittadini della civiltà digitale, ma poco di quello che accadeva nella sua realtà quotidiana. Della sua professione, le idee, le aziende, i numeri, invece è tutto noto. Inizia col software in Olivetti nel periodo in cui la Ibm pubblicizzava i suoi Pc con un impacciato Charlot come utente. Gli M24 Olivetti con i loro monitor a fosfori verdi in quel periodo sono ovunque, ottimi compatibili progettati in Italia. Ma si lavora per lo più in locale, internet è ancora lontana dalla pubblica amministrazione, dalle aziende e dal boom di massa.

L'esplosione sarà lenta, arriverà alla fine degli anni '90, in cui Casaleggio ha la sua WebEgg, società nata proprio per assistere la transumanza verso il digitale. Tra varie vicissitudini si arriverà alla fondazione della Casaleggio Associati, mentre altrove Grillo fa a pezzi i computer sul palco. Ma intanto internet cresce, i piccoli provider italiani iniziano ad eclissare l'era delle BBS a cui i primi smanettoni si collegavano con modem a 14.400 baud, quando andava bene. La Rete è lenta e si naviga con browser rudimentali, Mosaic è già superato e Netscape da lì a poco chiuderà. Ma già da tempo film come Wargames e i libri di William Gibson hanno tracciato una linea di confine tra passato e futuro, qualcosa si può già cercare su Amazon e Altavista.

Da lì a poco si capirà che boom della new economy è in realtà l'esplosione di una bolla. Ma la Rete è qui per restare, e anzi forse ce ne andremo noi. Questo il contenuto della profezia di Gaia, il noto video in cui Casaleggio traccia il futuro immediato del mondo, nel prossimo secolo. Una visione esoterica e fantascientifica più che apocalittica, a partire dal nome mitologico, un canovaccio sci-fi nelle parti più scure, come la a riduzione di popolazione a un miliardo in tutto. Ma uno script non troppo distante da ciò che sta diventando la nostra realtà per quanto riguarda il web "dentro di noi", un futuro-presente in cui gli umani fanno materialmente parte di un network digitale sempre più legato alla nostra esistenza reale. E attraverso questo comunicano, votano, vivono.

Gaia ha attirato sul suo ideatore commenti ed epiteti di ogni tipo, dal classico "guru" al serioso fino al preoccupato e ovviamente tutto il possibile scherno del web, ma nella visione di Casaleggio c'è una certa ironia che poi è la stessa raccolta nel libro "Insultatemi!", da lui scritto selezionando (e rispondendo in modo divertito e divertente) al diluvio universale, questo sì, di pollici versi e improperi social. Così risponde a Corrado Augias, inquieto dopo la visione del video: "E' un gioco. Tranquillo, non succede niente. Forse". Poco istituzionale, ma Casaleggio era tutto tranne che una figurina dell'album della politica. Pochi sorrisi per la telecamera, look avulso dai gessati firmati, in garage una Volvo rossa station wagon dall'estetica lontana dalle auto blu. E infatti la politica che ha creato ha come base la cifra della distanza dai partiti, e poi gli zero e l'uno del codice binario del Movimento.

Gli anni 2000 marciano verso una definizione di un'economia digitale più solida. E per sostenere gli scenari alla Blade Runner nella vita di Casaleggio c'è il sogno di una società digitale. Che si costruisce giorno per giorno, anche passando per gli incontri "analogici" in posti reali, dopo averli organizzati sul web coi MeetUp.  E c'è lui dietro il "sistema operativo" del Movimento 5 Stelle, un primo tentativo di piattaforma per la "democrazia diretta" che funziona registrando i voti degli iscritti M5s ogni volta che questi vengono chiamati ad esprimersi. Non solo: nella Rete del M5s ci sono spazi di confronto su proposte di legge e attività sul territorio.

Il funzionamento è simile a quello di analoghe strutture come LiquidFeedback dei tedeschi Interaktive Demokratie, però mai davvero assorbito nel sistema operativo 5S. E per questo su Grillo e sulla Casaleggio associati piovono strali per mancanza di trasparenza, non certificabilità di risultati e quanto altro. Viste dagli occhi di un informatico, tutti prevedibili "bug"
di un programma che diventerà molto più grande, fino ad assorbire la vita politica come la intendiamo oggi. Evitando magari Skynet, la rete malefica di Terminator. E fino al giorno in cui la società digitale si sovrapporrà a quella naturale, fino ad unire gli orizzonti.

© Riproduzione riservata
12 aprile 2016

Da - http://www.repubblica.it/politica/2016/04/12/news/casaleggio_l_uomo_che_sognava_la_societa_digitale-137451283/?ref=HREA-1
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