LA-U dell'OLIVO
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Autore Discussione: Un "NUOVO MODO DI PENSARE”. (note varie non soltanto da FB)  (Letto 15329 volte)
Arlecchino
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« Risposta #15 inserito:: Giugno 25, 2017, 04:41:13 pm »

Tutto OK nell'industria del farmaco al contrario dei pazienti-malati che sopportano sprechi (per esempio terapie date a pioggia da medici distratti o poco coordinati con gli specialisti), malati sottoposti a costi crescenti e sono seguiti male da medici di base, (ridotti a passacarte tartassati dai "ragionieri" del Sistema Sanitario) che non visitano da anni i loro pazienti.

L’aspettativa di vita si è fermata, in alcune zone sta diminuendo e la salute degli anziani sta diventando la peggio protetta.

Ma evviva l'industria va bene.
ciaooo 

da FB del 23 giugno 2017
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« Risposta #16 inserito:: Giugno 25, 2017, 04:42:38 pm »

Il cambiamento, nel diverso da oggi, della "Globalizzazione" e del "Capitalismo" richiedono tempi e modi più complessi.
Settori in più rapida evoluzione saranno, invece, quelli legati al mondo degli Artigiani di Produzione.

Produrre, con onestà verificabile, con costi e prezzi compatibili e senza intermediari esosi e poco seri, sarà l'asso nella manica di Artigiani della moda (vestiario e accessori).

In poche parole lavorare con intelligenza (non per moralismo ma come metodo di successo), dialogare direttamente con chi compra, essere aggiornati sui gusti dei clienti (marketing analitico e operativo), porterà benessere alle aziende Artigiane e ai Cittadini.
 
ggiannig
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« Risposta #17 inserito:: Giugno 27, 2017, 11:18:24 am »

Il PD è un grande partito che ha il difetto di voler imbarcare disfattisti "pro domo sua" come quella sinistra che da 20 anni ricerca il potere facendo opposizione interna intrisa di disfattismo.

Il PD non ha bisogno di coalizioni ma di un Progetto-Paese, compatibile e fattibile, da far approvare dai Cittadini.

ciaooo
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« Risposta #18 inserito:: Luglio 02, 2017, 05:33:39 pm »

Sui punti di incontro mai dire mai, ma allo stato delle cose Renzi e il PD (o altra espressione tematica Renziana) devono trovare, con urgenza, una intesa forte con gli elettori.

Questa mobilitazione motivata per creare un filo diretto con l’elettore si deve basare su due elementi:
1) una forte determinazione nel muoversi da soli come PD con segretario Renzi.
2) Presentando agli elettori un Progetto-Paese concreto, analitico delle cose da fare con priorità, condivisibile, da realizzare nella prossima legislatura.

La nostra idea di Polo Democratico non nega la possibilità di condivisione del Progetto, addirittura la prevede (infatti si parla di Polo) ma l'elenco delle intenzioni e il come realizzarle deve essere un parto del PD renziano. Le altre realtà politiche che lo accetteranno, avranno pari diritti e doveri nella sua realizzazione attraverso il Governo del Polo Democratico.

Ci si deve muovere in fretta anche se con la calma dei forti che hanno un solo pensiero: la costruzione di un futuro migliore per l'Italia.

ggiannig
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« Risposta #19 inserito:: Luglio 06, 2017, 06:00:14 pm »

Il POLO DEMOCRATICO sarà utile anche ai fuoriusciti.

Le sinistre-fuoriuscite non vanno né rottamate, né buttate a mare, però smettano di creare solo disordine e confusione, si organizzino come pare a loro, tirino pure sassi, come hanno fatto per quasi un secolo, come fanno contro Renzi, come probabilmente faranno domani. Non interessano agli Italiani perché dovrebbero interessare al PD, dopo tutto il danno che gli hanno procurato.
Potremmo lasciarli sulla loro strada che non è la nostra di oggi e men che meno quella di domani.
Però se non parliamo di rientri, di intese, di coalizioni o simili, una soluzione c'è per evitare questo spreco di energie, che diventa manna politica per la destra ... fascisti compresi.
Si può arrivare alla ripresa del rapporto, tra PD e le varie sinistre, soltanto legandola ad un Progetto-Paese per la prossima legislatura e concordando la formazione di un Governo di CentroSinistra, che dovrà realizzarlo.
Renzi e il suo staff, in ogni caso, se vogliono riprendere un rapporto (oggi indebolito e sfilacciato) con gli elettori dovranno, prima delle elezioni politiche, mettere a punto un nuovo contenitore di idee/Progetto che dovrà essere ricco di contenuti consistenti, concreti e credibili. (Quindi non un programmino elettorale tanto per dire e poco per fare).
Siamo convinti che i Poli “viventi”, nella futura politica Italiana, saranno tre.
Da mesi noi consigliamo che uno dei tre Poli sia, appunto, il Polo Democratico di CentroSinistra.
Come procedere.
Realizzata una prima bozza (renziana) del Progetto-Paese, si potrebbero coinvolgere le Sinistre-fuoriuscite convocandole ad un tavolo di lavoro proponendo loro l'adesione al Progetto di Legislatura. Ovviamente precisando che l'eventuale adesione “non” dovrà essere una sterile, masochistica Unione, o Intesa, o Insieme, o Coalizione, ecc.
In questo primo contatto e nei successivi, eventuali, dopo una messa a punto “corale” dell'idea, concretizzeranno la prosecuzione del confronto allo scopo di “caricare” sulle spalle di ogni componente del nuovo Polo, l'onere morale dell’adesione al Progetto-Paese e il conseguente sostegno politico al Governo che dovrà realizzarlo entro la prossima legislatura.
Ogni partito o movimento che aderirà al Progetto sarà responsabilizzato della sua attuazione davanti agli elettori. L’adesione e la formalizzazione davanti agli Italiani (astensionisti compresi) sarà l’argomento forte del CentroSinistra, nella campagna elettorale 2018.
Sin dall'inizio dovrà essere chiaro a tutto il "creato politico" che il Polo Democratico impone ai partiti non di fondersi nel Progetto ma di mantenersi autonomi e indipendenti, nel loro vivere la politica nel quotidiano.
La loro adesione, infatti, richiede esclusivamente l’impegno fattivo a sostenere il Governo del Polo Democratico sino alla realizzazione dell’idea-Progetto.
L’indipendenza dei partiti aderenti, che qui si ribadisce, li obbligherà, nella nuova realtà, di trattare le varie beghe partitiche che emergeranno nel quotidiano (personalismi compresi) come panni sporchi da lavare all'interno del partito stesso.
L’acqua sporca che ne uscirà non dovrà assolutamente “influenzare” il lavoro e la vita del Governo del Polo.
In qualsivoglia modo, o persona, arrivasse a “sporcare” il Governo con azioni deplorevoli (corruzioni e furberie comprese), il responsabile ne pagherà le conseguenze con l'allontanamento dal Polo e dal Governo, immediatamente, fossero anche ministri e/o sottosegretari.

Segue…
ggiannig

Da FB del 6 luglio 2017
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« Risposta #20 inserito:: Novembre 07, 2017, 11:45:41 am »

Il Centro-Sinistra deve diventare un Progetto per l'Italia!

"Progetto Italia" da presentare per l'approvazione agli elettori delle prossime vicine elezioni politiche.

Renzi è un falso problema, che Renzi deve risolvere a suo modo.

Da Fb del 7 novembre 2017 (Arlecchino nel Polo Democratico)
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« Risposta #21 inserito:: Novembre 18, 2017, 05:35:13 pm »

Solo il coinvolgimento in un Piano di Sviluppo Nazionale (da proporre e far votare dall'elettorato) di un gruppo di realtà socio-politiche di CentroSinistra, che si impegni a realizzarlo, può risanare la governabilità di questo Paese-Italia.

Renzi può avere deluso con la sua superficialità le iniziali nostre aspettative ma ha fatto cose e oggi è l’unico che, come Segretario PD, può raccogliere credibilità se sarà capace di migliorarsi come statista e di concretizzare con azioni precise il suo pensiero.

Mentre nulla possiamo aspettarci di positivo dalla COCCIUTAGGINE comunista di chi ha sempre inteso rincorrere non il bene del popolo Italiano ma la conquista del PALAZZO del potere.

La storia lo dice: le dispute ideologiche e le guerre interne che hanno sempre serpeggiato tra le file di “quella” sinistra, da Turati a Renzi (ma di cui fu vittima anche Berlinguer) portano sempre come risultato l’aprire porte e finestra alla destra (compreso il fascismo negli anni venti e il berlusconismo sempre verde) ... non solo in Parlamento ma soprattutto nel Paese.

ggiannig (non ancora renziano).

Da – FB del 14/11/2017
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« Risposta #22 inserito:: Novembre 18, 2017, 05:49:41 pm »

C’è chi ha dubbi:
- sul fatto che Renzi sia un politico di spessore,
- che le "batoste" subite come bersaglio nazionale possano averlo sminuito,
- che sarebbe una perdita per il CentroSinistra se si lasciasse convincere a cambiare linea di pensiero,
- penso che oggi, alle persone “normali”, dubbi non ne siano rimasti.

Vederlo nella trasmissione de La 7 di martedì scorso, bombardato da un conduttore "con una precisa missione" coadiuvato, nell'attacco fazioso, da tre "uomini di prestigio" della stampa italiana, oggi dubbi non ce ne restano.

Renzi è una risorsa che il CentroSinistra e l'Italia non possono permettersi di perdere.

ciaooo
ggiannig - (uno che da anni si definisce, nel web, "non ancora renziano").
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« Risposta #23 inserito:: Dicembre 06, 2017, 09:08:31 pm »

La scissione non è "colpa" di Renzi, la parte che oggi è scissionista da anni tentava di prendere il potere nel CentroSinistra.

Renzi ha consolidato le barriere "alle guasconate rivoluzionarie" (vedi 19-20 sett. 1904) dei "socialistissimi" e questi, non da oggi, vogliono che se ne vada.

Se il 40% di elettori pro-Si al Referendum dovesse cedere e ridursi, costringendo Renzi ad andarsene, sarebbe un grave errore politico per l'Italia. Alle sue "intenzioni riformatrici non rivoluzionarie", si sostituirebbe il CAOS, a cui stanno lavorando, da mesi, diverse correnti del pantano politico attuale, fascismi compresi.

Invece, votandolo, si deve "costringere" Renzi a correggere gli errori commessi, recuperare i ritardi fatti patire, cambiare modo di fare la sua politica non a parole ma presentandoci per tempo un Progetto Nazionale, da realizzare in 5 anni.

Avete presente i "Temi dell'Ulivo Prodiano (resi nulli dalla Sinistra degli stessi personaggi, oggi scissionisti?) erano un Progetto di cambiamento della Società Italiana. 

Dobbiamo insistere e pretendere un Progetto non con fanfaronate di varia natura.

Solo un Progetto di CentroSinistra approvato dagli elettori di marzo 2018 ci può salvare dal Caos e dal peggio che potrebbe seguirlo.

ggiannig
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« Risposta #24 inserito:: Marzo 06, 2018, 02:01:55 pm »

In una Democrazia normale il PD non meriterebbe il voto degli Italiani!

Ma non siamo in una Democrazia sana a causa di opposizioni sclerotizzate (sinistra ideologica e conservatrice), inquinata da elementi pseudo fascisti (separatisti, razzisti e anti-europei), offesa da movimenti disfattisti incapaci di offrire serenità socio-politica.

Alla luce dei fatti (non delle chiacchiere) è saggezza di Cittadini maturi e consapevoli votare per il CentroSinistra con la seria intenzione di partecipare (formando associazione di elettori) al "controllo" del nuovo modo di governare di questi nostri politici in fondo già noti, nei loro pregi e difetti, ma certamente Europeisti e Democratici. 

Le future Associazioni tra Cittadini di CentroSinistra potranno seriamente formare una rete di osservatori motivati e reattivi, in sostituzione di strutture di partito oggi inesistenti o inefficaci.

ggiannig

Da Fb del 1 marzo 2018
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« Risposta #25 inserito:: Marzo 19, 2018, 11:02:23 am »

Sono mesi che in FB scriviamo del Progetto che abbiamo chiamato POLO DEMOCRATICO di CentroSinistra.
Siamo lieti (noi ulivisti non demoliti) che adesso se ne parli in Direzione.

Saremo ancora più lieti (e coinvolti) se non saranno le solite chiacchiere sparse, su volantini di propaganda, ma un concreto documento socio-politico sulle cose da fare per risanare l'Italia.
Renzi non esserci, ieri, lo possiamo capire (ma non condividere) ma adesso devi farci capire in concretezza e lealtà cosa intendi fare, da subito e in prospettiva.

Staremo attenti, sia da come ce lo dirai (anche nella forma), sia da come comincerai ad agire.

Il momentaneo trasloco di voti, verso il "pericoloso nulla politico", è già finito quei voti torneranno nelle posizioni dove natura e cultura li avevano collocati.
Ma non basta ritornino nel solo PD, per cambiare davvero le cose contorte, dovranno tornare per formare il nuovo CentroSinistra, che avete umiliato e offeso.
Datevi da fare … noi ci saremo!
ggiannig   

Da Fb del 13 marzo 2018 (direzione PD)

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« Risposta #26 inserito:: Marzo 21, 2018, 05:12:28 pm »


Arlecchino Batocio
7 marzo alle ore 14:39 ·
 
Nel PD non dobbiamo commettere, adesso, errori in aggiunta a quelli commessi.
Io penso sia un errore considerare persi i voti che ci mancano, si sono spostati momentaneamente non persi!

Un esempio per tutti: la mia astensione il 4 marzo dopo 20 anni di affiancamento al CentroSinistra sul web.
Non ho votato di "panza" come fatto da moltissimi, ma ho usato il cervello per la mia protesta e mi sono "per un solo giorno" iscritto tra gli "astenuti incazzati".

Il 5 marzo ero già attivo sul web per nuove incazzature che non mi abbattono affatto. Essere "consapevoli" giova e mostra in modo lucido che il malessere Italiano non è cronico.

Altro errore da smettere di commettere è il parlare troppo di PD e di Renzi, pochissimo e solo da poco tempo di CentroSinistra. Il PD è la base fondante del CentroSinistra ma non il tutto!
l PD da solo sarà sempre in difficoltà numerica inutile insista nel “fare” il partito socialdemocratico con i sassi del comunismo in tasca. Il torneo tra cattolici e comunisti che seccò l’Ulivo oggi ha estinto gli uni e annebbiato gli altri (i cattolici) … e Renzi in questo è solo una vittima (ingenua o distratta).

Il “romantico” Silvio Pellico da rivoluzionario si fece 8 anni di “sue prigioni” ma non si fermò e nel portare avanti il “suo” Risorgimento ritrovò la fede.
Altri inseguirono la rivoluzione violenta (il biennio rosso) e ottennero il ventennio fascista.

Altri ancora più recentemente “sparlarono” di rivoluzioni, che non fecero, e ottennero un Sessantotto, padre del terrorismo e ancor più vicino a noi gli anni berlusconiani.
Farebbe bene a moltissimi intellettuali di sinistra, un po’ di fabbrica, lavorando davvero tra agli operai (o anche tra le partite Iva).
Acquisirebbero più salute mentale e caratteriale, recando serenità a noi “incolti”.

ciaooo

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« Risposta #27 inserito:: Marzo 23, 2018, 06:02:02 pm »

Le condizioni per un patto senza esclusi

Pubblicato il 19/03/2018

GIOVANNI SABBATUCCI

Nella storia delle democrazie parlamentari, sono abbastanza frequenti i casi in cui la «normale» dialettica fra maggioranza e opposizione viene ufficialmente sospesa per lasciare spazio a governi in cui siano rappresentate, o a cui assicurino il loro appoggio parlamentare, forze politiche abitualmente contrapposte o reciprocamente ostili. Accade quando una speciale emergenza – una guerra, un conflitto civile, una crisi economica di speciale gravità, un nuovo ordine istituzionale da fondare – costringe tutti, o quasi tutti, i soggetti in campo a collaborare nel nome di un superiore interesse comune. In questo caso parliamo di governi di «unione nazionale» o di «unione sacra». Il modello è quello della Francia e della Gran Bretagna durante la prima guerra mondiale o della Germania del ’23, devastata dalla grande inflazione. Anche l’Italia ha conosciuto esperienze simili, prima con i governi di unità antifascista ai tempi del Cln, fra il ’44 e il ’47, poi con le maggioranze di «solidarietà nazionale» del ’76-79. 

Appena diverso è il caso in cui a rendere obbligato un accordo politico ampio non è una catastrofe incombente né un compito storico da affrontare, ma è piuttosto l’incapacità di un sistema elettorale, soprattutto se proporzionale, di esprimere altrimenti una qualsiasi maggioranza di governo. In questo caso il riferimento d’obbligo è alla «grande coalizione» alla tedesca, in particolare a quella appena varata dai due partiti principali a sostegno del governo di Angela Merkel.

L’impasse in cui il sistema politico italiano si sta incartando dopo le elezioni del 4 marzo sembrerebbe spingere verso quest’ultimo modello (l’unione dei partiti maggiori come risposta all’ingovernabilità da risultato elettorale). In realtà la situazione è assai più grave e l’uscita assai più difficile. I partiti o gli schieramenti maggiori, quelli che, coalizzandosi, dovrebbero risolvere il problema sono in realtà essi stessi il problema. In primo luogo perché, nonostante qualche recente accenno di dialogo, sono in fierissima concorrenza fra loro per il ruolo di traghettatore e guida di una costituenda Terza Repubblica. In secondo luogo perché lo schieramento numericamente più forte – quello di centrodestra – è diviso a sua volta da una frattura tutt’altro che banale: quella che segna i confini della legittimità atlantista ed europeista rispetto al fronte sovranista e populista oggi dominante nell’Europa dell’Est. Per non parlare della speciale versione della democrazia rappresentativa che ci è stata sinora proposta dal Movimento Cinquestelle.

Al di là delle preoccupazioni di sostanza suscitate, in prospettiva, da un quadro politico siffatto (difficile trovare precedenti restando nell’ambito delle democrazie europee), si pone dunque con urgenza il problema di come uscire dalla crisi con un governo, seppur precario. Forse per questo l’inesausta inventiva di politologi e costituzionalisti ha partorito una nuova formula: quella del «governo di tutti». Formula diversa, sembra di capire, da quelle dell’Unione nazionale o della Grande coalizione e caratterizzata soprattutto dalla presenza contemporanea di tutti i partiti per evitare che chi si chiama fuori possa lucrare i facili vantaggi dell’opposizione a un governo forzatamente privo di una prospettiva comune o di un programma. Anche l’idea di limitare il compito del governo alla stesura di una nuova legge elettorale e a pochi altri adempimenti non sembra per la verità di facile attuazione. Forse da lì si dovrà passare comunque, in mancanza di altre soluzioni. A una condizione, però: che il governo di tutti sia veramente di tutti, ossia di nessuno in particolare; e non solo un trampolino per confermare, o rimettere in discussione, il risultato delle ultime elezioni. Un governo per l’ordinaria amministrazione, capace, chissà, di durare fino alla scadenza delle prossime europee (primavera 2019). Esperienze recenti ci dicono che governi del genere possono durare anche più di qualche mese. 

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

Da - http://www.lastampa.it/2018/03/19/cultura/opinioni/editoriali/le-condizioni-per-un-patto-senza-esclusi-D9GTzWcXWjoLv7r2Dn6VgM/pagina.html
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« Risposta #28 inserito:: Marzo 31, 2018, 12:45:12 pm »

I Cittadini hanno il diritto di trovare negozi aperti nei giorni festivi, nelle ore serali, nelle ore notturne, secondo compatibilità economiche e sociali.

Ancor più hanno, i Cittadini, diritto di sapere sempre funzionanti gli Ospedali in tutti i reparti.

Dovremo arrivare ad avere tutte le attività sociali di servizio o di convivenza, messe a disposizione per il bene-essere dei Cittadini.

I Cittadini, di ogni livello economico-sociale, dovranno arrivare ad essere il punto di riferimento e di soddisfazione per il loro Buon Vivere Civile.

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« Risposta #29 inserito:: Aprile 01, 2018, 07:49:32 pm »

Dato che ci siamo definiti e dichiarati, come pensiero "sociale", di CentroSinistra, non dovete pensare di isolarci perchè la pensate diversamente.

Siamo liberi pensatori, non legati a leader o ideologie che, invece, mettiamo spesso in discussione.

A noi interessano le idee e i fatti che in coerenza con le idee la politica realizza!

DA - I Cittadini … su Fb del 31 marzo 2018
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