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Autore Discussione: David Marceddu. Umberto ECO un innovatore.  (Letto 2525 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Febbraio 21, 2016, 11:10:16 pm »

20 febbraio 2016 | di David Marceddu
Umberto Eco, il sociologo Grandi: “Un innovatore. Il successo? Non perdeva una lezione”

“Anche dopo il successo del Nome della rosa Umberto non mancava comunque mai a lezione. Più era noto, più non faceva un’assenza”. Roberto Grandi, sociologo e docente di Comunicazioni di massa a all’Università di Bologna, ricorda il suo amico e collega scomparso venerdì 19 febbraio a Milano. “Con l’arrivo di Umberto a Bologna c’è stata una rottura di quella che era l’Accademia con la A maiuscola: vengono introdotti a livello universitario studi che prima non c’erano. Prima era inconcepibile utilizzare strumenti scientifici di analisi del testo su testi della quotidianità e non solo sui grandi classici”. Il professor Grandi parla anche della “guerriglia di tipo semiotico” inventata da Eco: “Si divertiva a parlare di controinformazione e quindi di come si poteva prendere l’informazione della Rai e analizzarla per capirne i meccanismi”

Di David Marceddu

da - http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/02/20/umberto-eco-il-sociologo-grandi-un-innovatore-il-successo-non-perdeva-una-lezione/482899/?pl_id=3&pl_type=category
« Ultima modifica: Febbraio 21, 2016, 11:12:08 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 21, 2016, 11:13:09 pm »

Sapeva bene di essere il più famoso, il più importante, il più conosciuto al mondo, intellettuale italiano. E anche su questo amava fare dell'autoironia. Come si legge nelle pagine che seguono, Umberto Eco, nonostante la sua impressionante notorietà, ha mantenuto le abitudini di sempre. In primis, certo, l'amore per i libri, per i saperi che essi veicolano, ma anche per il lavoro editoriale ben fatto. Uomo di grande erudizione, e prima di questo filosofo e cultore di un pensiero critico che invitava a esercitare su ogni cosa, nel suo agire intellettuale era animato da un sano edonismo. L'importante è divertirsi. Sempre e comunque, o quasi. Ma il divertimento deve essere della più alta qualità. E orientato alla massima serietà, ispirato da una vocazione morale che miri a far sì che a divertirsi, e a imparare divertendosi, siano anche gli altri. Filosofo, semiologo, medioevista, giovanissimo autore Rai, linguista, enciclopedista, scrittore, bibliofilo, professore universitario, direttore editoriale, brillantissimo saggista e conferenziere, animatore del Gruppo '63, del Dams, delle facoltà di Scienza della comunicazione e di Libertà e Giustizia. Tante, troppe definizioni che ci depistano dal suo atteggiamento di fondo. Che è quello di un buon professore, di un “buon maestro”, come ce ne sono pochi. Di quelli che - come ebbi modo di scrivere per il suo ottantesimo compleanno - sono in grado di salvarti la vita. Mettiamo tra parentesi per un momento il Trattato di semiotica generale, la Rosa e l'Ornitorinco, e pensiamo a un libro del 1977, momento di massimo spaesamento di un'università divenuta velocemente da super elitaria a ultra massificata, intitolato Come si fa una tesi di laurea. Era pieno di arguzia e di umorismo, di letteratura e di filosofia, ma soprattutto di istruzioni per l'uso. Ecco cosa ci mancherà, caro Umberto: la tua capacità di farci sentire la tua indubbia, un po' altezzosa, superiorità intellettuale (che molti ti hanno rimproverato) unita alla sensazione che, a prenderti sul serio insieme a tutti i tuoi deliziosi giochi, tutti possiamo godere con te dei piaceri della cultura.
   

Armando Massarenti - Responsabile il Sole24 Ore - Domenica

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