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Autore Discussione: Esportare il renzismo fuori da Palazzo Chigi.  (Letto 2398 volte)
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« inserito:: Febbraio 23, 2016, 10:39:37 am »

Esportare il renzismo fuori da Palazzo Chigi.
La mission del think tank del premier raccontata dal Foglio: creare un nuovo Aspen

Il Foglio
Pubblicato: 19/02/2016 10:55 CET Aggiornato: 30 minuti fa

Obiettivo: esportare il renzismo fuori da Palazzo Chigi e trasformarlo in "egemonia culturale". Così Il Foglio descrive l'obiettivo che il premier e i suoi si sono posti e i cui primi segnali si possono cogliere già guardando le recenti nomine Rai, uno dei veicoli per "trasformare l'Italia guidata da Renzi in qualcosa di visibile, persino di tangibile, da declinare non solo con il linguaggio legislativo ma anche con il più complesso e più efficace e penetrante linguaggio televisivo".

Lo snodo di questa mission, spiega il quotidiano guidato da Claudio Cerasa, è Volta, il think tank guidato da Giuliano da Empoli annunciato all'ultima Leopolda. Un "Aspen renziano" che, sottolinea il Foglio, ha tre facce. Innanzitutto l'advisory Board con nomi del calibro di David Miliband, l'ex primo ministro danese Helle Thorning Smith e il Ceo di Lazard e proprietario di Le Monde Matthieu Pigasse e il columnist del Financial Times Simon Kuper.

Seconda "gamba" del think tank renziano è il comitato esecutivo di cui fanno parte oltre al presidente da Empoli, Marco Carrai, Matteo Mungari - imprenditore e amico di Renzi -, il direttore di Rivista Studio Federico Sarica e Beatrice Trussardi.

    Del comitato editoriale fanno parte Paolo Barberis (Fondatore Dada, consigliere per l'innovazione di Palazzo Chigi), Astrid Barrio-Lopez (Prof.ssa Scienza Politiche, Università di Valencia) Matt Browne (fellow presso il Center for American Progress, Washington). Edoardo Camurri (scrittore e autore tv), Francesco Clementi professore diritto Costituzionale all'Università di Perugia), Valentina Gensini (direttrice del museo del Novecento, a Firenze), Simonetta Giordani (responsabile relazioni istituzionali di Autostrade spa), François Lafond (direttore Europa Nova, a Parigi), Simone Lenzi (scrittore), Marco Simoni (consigliere economico di Palazzo Chigi), Paul Vacca (scrittore e saggista).

Da - http://www.huffingtonpost.it/2016/02/19/esportare-il-renzismo-aspen_n_9271116.html?1455875739&utm_hp_ref=italy
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 23, 2016, 10:49:34 am »

"Siamo dalla stessa parte", Mario Monti risponde a Matteo Renzi

Corriere della sera
Pubblicato: 21/02/2016 11:04 CET Aggiornato: 21/02/2016 11:13 CET

Dopo che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in questi ultimi giorni ha attaccato più di una volta le politiche dell'Unione Europea e il governo tecnico guidato da Mario Monti, sulla questione prende la parola di nuovo l'ex premier e lo fa dalle colonne del Corriere della sera.

    "Voglio dare atto al presidente Renzi - scrive Monti - di essere andato, nella vibrata replica al mio intervento, dritto alla sostanza dei temi oggetto di dissenso, senza che nelle sue parole vi fosse la minima traccia di quell'alone che invece in questi casi sembra appassionare tanto i commentatori politici. Perché Monti avrà sferrato questo 'attacco' a Renzi? Che cosa ci sarà sotto e, ancor più, dietro? E i mandanti? Poiché oggi vedo pericoli di 'uso' spregiudicato dell'Europa nelle battaglie interne per il consenso, sto intervenendo nel dibattito in vari Paesi europei per fare quel poco che posso per contrastare questa tendenza. In primo luogo lo faccio, e continuerò a farlo, nel mio Paese. Credo però che il consenso tra me e il premier sia più ampio di quanto egli abbia affermato".

    "Ritengo anch'io che 'l'Europa, ad un certo punto, si è fermata e che essa oggi purtroppo 'vive di tattica più che di disegno strategico'. Una delle ragioni principali è che ai Consigli 'le priorità sembrano essere più dettate dall'urgenza di rispondere alle questioni mediatiche, che non da un disegno strategico sul futuro dell'Europa", scrive Monti.

    "Ritengo poi che, in un periodo in cui tanti invocano un pieno recupero della sovranità nazionale, il presidente Renzi e io stiamo dalla stessa parte sulla questione più profonda di tutte, quella appunto della sovranità", osserva Monti. "Vi è un altro punto di consenso tra noi, e cioè che la crisi economica europea di questi anni abbia avuto cause europee e internazionali, indipendenti dall'Italia".

    "Ci sono certo delle divergenze tra il presidente Renzi e me. Ci sono state occasioni, sempre pubbliche, per dibatterne. Altre ce ne saranno", prosegue Monti. "Ad eventuali futuri dibattiti mi accingerò con la piena consapevolezza che, pur non essendo ignaro d'Europa, non possiedo certo la verità. E mai dirò che 'non accetto lezioni'".

Da - http://www.huffingtonpost.it/2016/02/21/monti-scrive-corriere_n_9284056.html?1456049096&utm_hp_ref=italy
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