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Autore Discussione: È morto don BENZI...  (Letto 4569 volte)
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« inserito:: Novembre 02, 2007, 03:09:05 pm »

Il funerale si svolgerà lunedì a Rimini

È morto don Benzi, oggi la camera ardente

Il presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, 82 anni, ha avuto un attacco cardiaco nella notte


RIMINI - Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto la scorsa notte, nella sua casa a Rimini per un attacco cardiaco. Lo ha reso noto la segreteria generale della sua comunità. Aveva 82 anni. La camera ardente verrà allestita oggi a partire da mezzogiorno nella parrocchia La Resurrezione, in via della Gazzella. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini.

IL MALORE - Il sacerdote si è sentito male intorno all'1.30 nel suo alloggio nella parrocchia della Resurrezione. Il sacerdote che abitava con lui, don Elio Piccari, ha subito chiamato il 118 e ha avvisato alcuni collaboratori dell'associazione. L'intervento dei sanitari è stato tempestivo e sono stati praticati tutti i tentativi di rianimazione, ma non c'è stato nulla da fare: il cuore del religioso, secondo il referto, si è fermato alle 2.22. «Don Oreste aveva già accusato un malore due giorni fa - ha raccontato Stefano Paradisi, uno dei responsabili della segreteria generale della comunità -. Era a Roma, per partecipare ai lavori dell'Osservatorio sull'infanzia; a Fiumicino, sulla via del rientro, si è sentito male ma è voluto rientrare ugualmente a Rimini, perché in serata aveva un incontro con i giovani. Giovedì mattina è stato visitato da un medico, che gli ha consigliato di non affaticarsi e di riposare. Proprio oggi si sarebbe dovuto sottoporre a dei controlli cardiologici».

SORRISO - «È stato sorridente fino alle fine, ci ha lasciato col sorriso - ha aggiunto Giampiero Cofano, un altro esponente dell'associazione -. Due giorni fa dopo il malore a Fiumicino, è andato in discoteca con il vescovo di San Marino per parlare ai giovani». Questa notte il crollo. «Era consapevole, ha detto "muoio, muoio"» spiega Cofano. Secondo i medici da tempo doveva sopportare dolori fortissimi, ma non si lamentava mai e continuava la sua vita di viaggi in tutto il mondo, nelle 500 case famiglia dell'associazione presenti in 27 paesi (di cui 200 in Italia). Da pochi giorni era tornato dal Cile e a breve doveva recarsi in Croazia e in Bolivia. «Faceva 25-30 viaggi intercontinentali l'anno. Non si è mai voluto fermare. Diceva di sé: "Sono una dinamo, se mi spengo mi fermo"».

 SULLE COLLINE - Da qualche settimana don Benzi andava a dormire alla Capanna di Betlemme, sulle vicine colline di Covignano, dove l'associazione Papa Giovanni XXIII gestisce una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora. Ma ieri sera, per questi problemi di salute, gli era stato consigliato di riposare in parrocchia. Proprio a causa di questo malessere, ieri don Oreste non aveva potuto partecipare alla «preghiera per i bambini mai nati» che la comunità propone da nove anni per la ricorrenza di Ognissanti; sono stati i suoi ragazzi an andare all'ingresso del cimitero di Rimini per la recita del Rosario e per deporre una corona di fiori.


02 novembre 2007

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2007-11-02 10:05

MORTO DON ORESTE BENZI, ATTACCO CARDIACO NELLA NOTTE

 
RIMINI - Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto la scorsa notte, alle 2, nella sua abitazione a Rimini in seguito ad un attacco cardiaco. Lo ha reso noto la segreteria generale della sua comunità. Aveva 82 anni. La camera ardente verrà allestita oggi a partire da mezzogiorno nella parrocchia La Resurrezione, in via della Gazzella. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini.

Don Benzi si e' sentito male verso l'1.30 nel suo alloggio, nella parrocchia della Resurrezione. L' altro sacerdote che abitava con lui, don Elio Piccari, ha subito chiamato il 118 e ha avvisato anche alcuni collaboratori dell' Associazione. L'intervento dei sanitari e' stato tempestivo e sono stati praticati tutti i tentativi di rianimazione, ma non c'e' stato nulla da fare: il cuore del religioso, secondo il referto, si e' fermato alle 2.22. ''Don Oreste - racconta Stefano Paradisi, tra i responsabili della segreteria generale della comunita' - aveva gia' accusato un malore due giorni fa. Si trovava a Roma, per partecipare ai lavori dell'Osservatorio sull'infanzia; a Fiumicino, sulla via del rientro, si e' sentito male ma e' voluto rientrare ugualmente a Rimini, perche' in serata aveva un incontro con i giovani. Ieri mattina e' stato visitato da un medico, che gli ha consigliato di non affaticarsi e di riposare. Proprio questa mattina si sarebbe dovuto sottoporre a controlli nel reparto di cardiologia dell'ospedale cittadino''.

Don Benzi, che viveva nella parrocchia della Resurrezione, da alcune settimane si recava a dormire alla Capanna di Betlemme, sulle vicine colline di Covignano, dove l'Associazione Papa Giovanni XXIII gestisce una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora. Ma ieri sera, per questi problemi di salute, gli era stato consigliato di riposare in parrocchia. Proprio a causa di questi malesseri, ieri don Oreste non aveva potuto partecipare personalmente alla 'preghiera per i bambini mai nati' che la comunita' propone da nove anni per la ricorrenza di Ognissanti; sono stati i suoi ragazzi a recarsi ieri pomeriggio all'ingresso del cimitero di Rimini per la recita del Rosario e per deporre una corona di fiori.
 
da ansa.it
« Ultima modifica: Novembre 03, 2007, 08:05:55 am da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Novembre 03, 2007, 08:04:36 am »

Il sacerdote morto a Rimini nella notte «I romeni ci dicono "siete voi i lupi"»

L'ultimo intervento di don Benzi: «Favoreggiamento e adescamento restano impuniti: è un'ipocrisia»


RIMINI - L'ultimo intervento pubblico di don Oreste Benzi prima di morire è stato riservato alla morte della donna seviziata a Roma. «Chi non rimane sconvolto, addolorato, sdegnato venendo a conoscere ciò che il giovane romeno ha fatto alla povera Giovanna Reggiani? Al di là dell'emozione bisogna però usare la ragione» aveva commentato il sacerdote. L'associazione Papa Giovanni XXIII opera in Romania da una decina d'anni. «I funzionari della polizia romena con i quali collaboriamo nel rimpatrio delle giovani romene da noi liberate (nel 2006 ne abbiamo riportate in patria 60) ci dicono: "i lupi feroci siete voi italiani. Voi oggi in Italia sbranate più di 30.000 ragazze romene, metà sono bambine. Siete voi che foraggiate, mantenete i criminali romeni che le sfruttano e le tengono schiave con almeno duecento milioni di euro all'anno di guadagno. Sono i vostri maschi italiani che pagano i delinquenti romeni. Noi dobbiamo chiedere perdono alla signora barbaramente massacrata. Ma voi dovreste stare in ginocchio tutto l'anno perché massacrate le nostre bambine. Siete voi italiani delinquenti che chiamate i nostri delinquenti romeni, e i vostri delinquenti sono molto, ma molto di più dei nostri"».

«IPOCRISIA» - «Hanno ragione - sosteneva don Benzi -. I componenti dell'osservatorio nazionale sulla prostituzione, compresi i cattolici, non hanno voluto seguire le direttive del Dicastero della Chiesa sui migranti, che chiede di proibire la prostituzione e di punire i clienti come chiediamo noi. Non hanno voluto colpire questo fenomeno includendolo nel pacchetto sicurezza, non si sono preoccupati di liberare le ragazze sfruttate. Questa è la grande ipocrisia dilagante oggi. Abbiamo mandato tante ragazze a raccontare le loro incredibili storie di sfruttamento nelle televisioni italiane, a cosa è servito?». Don Benzi aveva chiesto al ministro dell'Interno Amato «di emanare un decreto urgente con la precisazione di tutti gli atti di favoreggiamento e di adescamento, compreso li sequestro della macchina del cliente, che sono oggi impuniti, in modo da rendere impossibile al cliente l'avvicinarsi alle donne». «Un altro errore gravissimo - aveva ancora ammonito - si sta compiendo oggi: lo sgombero dei campi nomadi senza avere prima preparato loro il posto dove collocarli. Così aumenta il disagio e si accresce la criminalità».


02 novembre 2007

da corriere.it
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« Risposta #2 inserito:: Novembre 03, 2007, 08:05:34 am »

La morte del fondatore dell'associazione Papa Giovanni XXIII

Don Benzi, una vita per gli ultimi

Gli ideali: «Condividere la vita degli ultimi, condurre una vita da poveri, lasciandosi guidare nell'obbedienza»

 
RIMINI - Don Oreste Benzi era nato il 7 settembre 1925 a San Clemente, un paesino nell'entroterra romagnolo, da una famiglia di operai, settimo di 9 figli. A 12 anni entra in seminario e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1949. Pochi giorni dopo è nominato cappellano della parrocchia di San Nicolò, a Rimini. Nell'ottobre 1950 viene chiamato in seminario come insegnante e nella stessa data è nominato vice assistente della Gioventù Cattolica di Rimini (ne sarà poi assistente nel '52). In quel periodo matura in lui la convinzione dell'importanza di aiutare gli adolescenti, nei quali si formano «i metri di misura definitivi dei valori di vita». Don Oreste riteneva fondamentale realizzare attività che favorissero un «incontro simpatico con Cristo». In questo progetto rientra la costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (Trento), dal 1958 al 1961.

ASSOCIAZIONE - Mantenendo l'impegno fra i giovanissimi, nel '53 è chiamato a direttore spirituale nel seminario di Rimini per i giovani dai 12 ai 17 anni. Nel frattempo oltre che in seminario insegna religione nella scuola agraria «San Giovanni Bosco» di Rimini. Nel '59 viene trasferito al liceo classico «Giulio Cesare», nel '63 allo scientifico «Serpieri» e nel 1969 allo scientifico «Volta» di Riccione. Proprio in quegli anni avviene il reclutamento di giovani con il compito di animare i soggiorni montani degli adolescenti in difficoltà. Nel '68, con questo gruppetto di giovani e con alcuni sacerdoti, Benzi dà vita all'associazione Papa Giovanni XXIII, che ottiene poi il riconoscimento della personalità giuridica. Don Oreste Benzi guida l'apertura della prima Casa Famiglia a Coriano il 3 luglio 1972.

LE STRUTTURE - Oggi l'associazione conta 200 case famiglia in Italia, «disponibili ad accogliere non solo i propri figli naturali ma anche quelli da rigenerare nell'amore», 6 case di preghiera, 7 case di fraternità, 15 coop sociali in cui vengono inserite persone svantaggiate, 6 centri diurni per valorizzare le capacità di persone con handicap gravi, 32 comunità terapeutiche, la Capanna di Betlemme per i poveri. L'impegno della comunità fondata da don Benzi prevede varie forme di condivisione con minori e giovani in condizioni di disagio, persone con handicap, detenuti, zingari, tossicodipendenti, etilisti, senza fissa dimora, immigrati, anziani, malati di Aids, madri in difficoltà, donne costrette a prostituirsi. E ancora, il sostegno all'obiezione di coscienza (anche con l'Operazione Colomba, «una presenza non violenta nei fronti contrapposti delle zone di guerra per "gettare ponti e lenire le ferite"), l'azione missionaria con progetti di autosviluppo nei Paesi poveri, l'attività editoriale con il mensile Sempre.

ALL'ESTERO - Da oltre trent’anni la comunità opera nel mondo dell’emarginazione anche all’estero. È presente in Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Croazia, India, Kenya, Romania, Russia, Tanzania, Venezuela e Zambia. Nell'83 ha ottenuto il riconoscimento di aggregazione ecclesiale da parte dell'allora vescovo di Rimini mons. Giovanni Locatelli e nel '98 è stata riconosciuta dal Pontificio Dicastero dei Laici. Recentemente ha ottenuto i riconoscimenti canonici del Pontificio Consiglio dei Laici.

 GLI IDEALI - «Mossi dallo spirito a seguire Gesù povero e servo - si legge nello Statuto e nella Carta di fondazione della comunità - i membri, per vocazione specifica, si impegnano a condividere direttamente la vita degli ultimi mettendo la propria vita con la loro vita, facendosi carico della loro situazione, mettendo la propria spalla sotto la loro croce, accettando di farsi liberare dal signore attraverso loro. L'amore ai fratelli poveri di cui si condivide la vita deve spingersi fino a cercare di togliere le cause che provocano il bisogno e quindi porta la comunità a impegnarsi seriamente nel sociale, con un'azione non violenta, per un mondo più giusto ed essere voce di chi non ha voce». Questo, nella pratica, «condividendo la vita degli ultimi, conducendo una vita da poveri, lasciandosi guidare nell'obbedienza, dando spazio alla preghiera e alla contemplazione, vivendo la fraternità secondo il Vangelo».


02 novembre 2007

da corriere.it
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« Risposta #3 inserito:: Novembre 03, 2007, 08:06:43 am »

2007-11-02 19:13

MORTO DON BENZI, PRETE REDENTORE DELLE PROSTITUTE

 
RIMINI - Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto la scorsa notte, alle 2, nella sua abitazione a Rimini in seguito ad un attacco cardiaco. Lo ha reso noto la segreteria generale della sua comunità. Aveva 82 anni. La camera ardente verrà allestita oggi a partire da mezzogiorno nella parrocchia La Resurrezione, in via della Gazzella. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini.

Don Benzi si e' sentito male verso l'1.30 nel suo alloggio, nella parrocchia della Resurrezione. L' altro sacerdote che abitava con lui, don Elio Piccari, ha subito chiamato il 118 e ha avvisato anche alcuni collaboratori dell' Associazione. L'intervento dei sanitari e' stato tempestivo e sono stati praticati tutti i tentativi di rianimazione, ma non c'e' stato nulla da fare: il cuore del religioso, secondo il referto, si e' fermato alle 2.22. ''Don Oreste - racconta Stefano Paradisi, tra i responsabili della segreteria generale della comunita' - aveva gia' accusato un malore due giorni fa. Si trovava a Roma, per partecipare ai lavori dell'Osservatorio sull'infanzia; a Fiumicino, sulla via del rientro, si e' sentito male ma e' voluto rientrare ugualmente a Rimini, perche' in serata aveva un incontro con i giovani. Ieri mattina e' stato visitato da un medico, che gli ha consigliato di non affaticarsi e di riposare. Proprio questa mattina si sarebbe dovuto sottoporre a controlli nel reparto di cardiologia dell'ospedale cittadino''.

Don Benzi, che viveva nella parrocchia della Resurrezione, da alcune settimane si recava a dormire alla Capanna di Betlemme, sulle vicine colline di Covignano, dove l'Associazione Papa Giovanni XXIII gestisce una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora. Ma ieri sera, per questi problemi di salute, gli era stato consigliato di riposare in parrocchia. Proprio a causa di questi malesseri, ieri don Oreste non aveva potuto partecipare personalmente alla 'preghiera per i bambini mai nati' che la comunita' propone da nove anni per la ricorrenza di Ognissanti; sono stati i suoi ragazzi a recarsi ieri pomeriggio all'ingresso del cimitero di Rimini per la recita del Rosario e per deporre una corona di fiori.


UNA VITA AL SERVIZIO DI CHI HA BISOGNO
Don Oreste Benzi nasce il 7 settembre 1925 a S.Clemente, un paesino nell'entroterra collinare romagnolo a 20 km da Rimini, da una famiglia di operai, settimo di 9 figli. A 12 anni entra in seminario a Rimini e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1949. Pochi giorni dopo viene nominato cappellano della parrocchia di San Nicolò a Rimini.

Nell'ottobre 1950 viene chiamato in seminario a Rimini come insegnante e nella stessa data nominato Vice Assistente della Gioventù Cattolica di Rimini (ne sarà poi Assistente nel '52). In quel periodo matura in lui la convinzione dell'importanza di essere presenti ai giovani adolescenti (la fascia dei cosiddetti teen-ager) nei quali si formano "i metri di misura definitivi dei valori di vita".

Don Oreste riteneva fondamentale, infatti, realizzare una serie di attività che favorissero un "incontro simpatico con Cristo" per coinvolgere la maggior parte di adolescenti che venivano ad avere incontri decisivi per la loro formazione con tutti ad eccezione di Cristo. In questo progetto rientra anche la costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (Trento) per soggiorni di adolescenti, realizzata dal 1958 al 1961. Mantenendo l'impegno fra i giovanissimi, nel '53 e' chiamato ad essere Direttore Spirituale nel seminario di Rimini per i giovani dai dai 12 ai 17 anni.

Attraverso questo compito (protratto fino al 1969) ha potuto approfondire più intensamente la conoscenza dell'animo giovanile. Nel frattempo, dal '53, oltre al seminario insegna religione alla scuola Agraria 'S.Giovanni Boscò di Rimini, frequentata dagli adolescenti nei primi tre anni dopo le elementari. Questo ruolo costituiva per lui un ulteriore punto di osservazione e campo di azione nel mondo degli adolescenti. Nel '59, continuando l'ufficio di padre spirituale in seminario e la presenza fra gli adolescenti in Diocesi, viene trasferito al liceo classico 'Giulio Cesare' di Rimini, poi nel '63 al liceo scientifico 'Serpieri' di Rimini, ed infine nel 1969 allo scientifico 'Volta' di Riccione.

Proprio in quegli anni avviene il 'reclutamento' di giovani che si prestano a fare vacanza animando i soggiorni montani per gli adolescenti in difficoltà. Nel '68, con questo gruppetto di giovani e con alcuni altri sacerdoti, da' vita all'Associazione Papa Giovanni XXIII, che ottiene poi il riconoscimento della personalità giuridica con Dpr 5/7/72. Dall'incontro con persone che nella vita non riuscirebbero a cavarsela da sole, e grazie alla disponibilità a tempo pieno di alcuni giovani, don Oreste Benzi guida l'apertura della prima Casa Famiglia dell'Associazione Papa Giovanni XXIII a Coriano (Rimini) il 3 luglio 1972. Oggi l' Associazione conta tra l'altro 200 case-famiglia e oltre trenta comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. 

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