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Autore Discussione: La REGIA del POLO DEMOCRATICO ...  (Letto 13234 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Dicembre 29, 2015, 12:17:16 pm »

Da qualche mese si può leggere su facebook nel gruppo La Collina Dei Curiosi news segnalate da Gianni come tema per la conoscenza e l'approfondimento di temi di varia realtà sociale e politica.

L'adesione è ancora scarsa (ma non c'è da stupirsi) anche perchè gli abitanti di facebook (amici virtuali ... sic) vivono a circoli chiusi e spesso soltanto nel proprio personale narcisismo.

ciaooooo
« Ultima modifica: Aprile 04, 2017, 11:52:59 am da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 29, 2016, 02:49:59 pm »

LA COMUNITA' De iSEMPLICI
Immaginare Conoscere Realizzare.

Oggi 29 Aprile 2016 il ristretto Gruppo di Lavoro preposto al Varo dell'Iniziativa Culturale ha deciso il nome dell'impresa da tempo auspicata e mai sino ad ora realizzata.

Sino a pareri contrari democraticamente esposti e accettati dalla Comunità, si chiamerà:

LA COMUNITA' De iSEMPLICI  [Libera e Laica Organizzazione fra Cittadini].

Avrà un suo sito strutturato in modo particolare e vedrà sviluppata in settori ben suddivisi la partecipazione di membri de -  LA COMUNITA' De iSEMPLICI - .

Buona Vita e Viva il Lupo.

ggiannig
« Ultima modifica: Maggio 13, 2016, 10:14:36 am da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 07, 2016, 11:47:52 am »

Lunedì 02 maggio 2016

Frasi di
Thomas Alva Edison    

“La non violenza conduce all'etica più alta, che è l'obiettivo di tutta l'evoluzione. Fino a che non smetteremo di fare del male agli altri esseri viventi, saremo sempre dei selvaggi.”

THOMAS ALVA EDISON

Da frasicelebri.it
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« Risposta #3 inserito:: Maggio 13, 2016, 06:25:20 pm »

Il gruppo (piccolissimo) di Redattori, sta' elaborando:

LAVORI IN CORSO.

ciaooo
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« Risposta #4 inserito:: Maggio 14, 2016, 10:38:03 am »

Da oggi abbiamo una nostra pagina personalizzata nel social FB.

Venite a trovarci e segnalateci con un "mi piace".

Oggi siamo noi che ringraziamo per la vostra disponibilità a conoscerci ... ma è nostro augurio e impegno che, in futuro, sarete voi a ringraziarci per l'iniziativa, che tende al miglioramento della Dignità riconosciuta ai Cittadini.  

ciaooo
« Ultima modifica: Maggio 14, 2016, 10:41:06 am da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #5 inserito:: Maggio 14, 2016, 10:48:29 am »

Semplici come le Madri di Plaza de Mayo!

Madri di Plaza de Mayo. Organizzazione creata dalle madri dei dissidenti argentini scomparsi sotto la dittatura militare tra il 1976 e il 1983 (desaparecidos); prende il nome dalla piazza di Buenos Aires divenuta dagli anni Settanta luogo di incontro abituale delle donne, ogni giovedì, per ricordare i propri figli.

In un primo momento le madri reclamarono il rilascio dei figli e in seguito chiesero che i responsabili fossero chiamati a rispondere della loro morte davanti alla giustizia.

ciaooo
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« Risposta #6 inserito:: Maggio 16, 2016, 12:05:34 pm »

LA COMUNITA' De iSEMPLICI:
Don Milani era un SEMPLICE, ed è ciò che intendiamo noi. Ciò dimostrare la forza, utile alla società, che possono esprimere iSemplici.   


15 maggio 2016

Una marcia nel nome di Milani, l'ex allievo: ''Il giorno che il don arrivò a Barbiana''
“Siete due ragazzi arroganti e che non sapete niente”: così la professoressa a cui è indirizzata la famosa lettera-manifesto di don Lorenzo Milani in difesa dei suoi alunni che furono bocciati per due volte all’esame da privatista. Era l’autunno del 1965, dopo pochi mesi la scuola di Barbiana (Firenze) iniziò a lavorare alla risposta pubblica da dare alla “terribile” professoressa e più in generale a tutti coloro che non volevano “una scuola di tutti e di ciascuno”. Giancarlo Carotti, uno dei primi sei allievi del don, ci racconta il suo primo incontro con Milani e il periodo di stesura del libro. Domenica 15 maggio si tiene la XV Marcia di Barbiana, la camminata in difesa dell’istruzione pubblica che percorre i luoghi di don Milani: dalla valle fino alla cima di Monte Giovi, dove si trovava la sua chiesa.

di Alessia Benelli
(foto e video per gentile concessione della Fondazione Don Lorenzo Milani)

da - http://video.repubblica.it/scuola/una-marcia-nel-nome-di-milani-l-ex-allievo--il-giorno-che-il-don-arrivo-a-barbiana/239426/239340?ref=HREC1-8

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« Risposta #7 inserito:: Maggio 21, 2016, 12:01:23 pm »

LA COMUNITA' De iSEMPLICI: siamo diventati una pagina su FB...

Seguiteci siamo in formazione, tutti (quasi tutti) ci sareste utili

ciaooo
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« Risposta #8 inserito:: Maggio 24, 2016, 07:31:04 am »

LA COMUNITA' De iSEMPLICI [Libera e Laica Organizzazione fra Cittadini] si impegna nel ricercare con i lettori e gli scrittori della Pagina FB, a noi concessa, la condivisione del principio che l’evoluzione dallo status di “Abitante” a quello di "Cittadino", debba svilupparsi attraverso la Cultura e l’Impegno Sociale.

Con una adeguata civile Comunicazione ci sforzemo di far comprendere in cosa, secondo noi, si differenzia l'essere un Abitante dall'essere, comportarsi e sentirsi un Cittadino.

Ovviamente non sarà la ricerca di discriminazione tra eguali. Non sarà neppure un ripercorrere quello che i due termini definivano situazioni diverse, presso gli antichi romani.

Ma ispirarsi alle nostre origini, pur differenziandoci dal passato, forse sì.

A presto ciaooo

Da – pagina Facebook del 13 maggio 2016
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« Risposta #9 inserito:: Maggio 30, 2016, 05:51:26 pm »

I TEMPI DELLA GIUSTIZIA

Stefano PASSIGLI

Abbreviare la prescrizione e terminarla con l’avvio del processo
Il risultato più importante sarebbe quello di evitare all’Italia l’onta di essere con la Grecia il solo Paese dove questo istituto di giusta tutela è divenuto fonte di impunità


La lentezza della giustizia, sia penale che civile, è da sempre uno dei principali problemi del nostro Paese, meritevole — ben più della stessa riforma costituzionale — di essere affrontato con decisione. I tempi della giustizia civile sono stati infatti uno dei motivi del basso volume di investimenti dall’estero nell’economia italiana. Ed è ai tempi della giustizia penale, che malgrado gli sforzi dell’attuale guardasigilli permangono lunghi, che dobbiamo imputare la scarsa fiducia di molti cittadini nella magistratura.

Al cuore della lentezza della giustizia penale sta l’istituto della prescrizione: dopo una diminuzione a 130.000 casi all’anno i processi che si estinguono per intervenuta prescrizione hanno infatti ripreso ad aumentare, segno inequivocabile che anziché avvalersi di riti alternativi molti imputati continuano a puntare alla prescrizione, in questo aiutati dalla peculiarità in Italia di questo istituto che, nato per garantire a vittime e accusati tempi ragionevoli del processo, si è progressivamente trasformato in una occasione di impunità.

In tutti i Paesi europei e del mondo anglosassone la prescrizione limita il termine di tempo entro il quale un reato può essere perseguito. Al di là dei reati più gravi che non si prescrivono mai, nella massima parte dei casi i tempi di prescrizione sono più brevi dei nostri; ma se entro tali termini inizia l’azione penale allora la prescrizione cessa di agire essendo prevalente l’interesse pubblico di giungere a sentenza. Solo in Italia e Grecia la prescrizione continua ad agire nel processo, permettendo così che spesso non si giunga all’accertamento di una verità processuale, con detrimento delle vittime e della fiducia nella giustizia.

In queste condizioni, l’ipotesi di allungare la prescrizione in via generale (come nella proposta di sospenderla per 2 o 1 anno dopo il primo o secondo grado di giudizio) o per specifici reati (ad esempio di corruzione) non appare né di facile adozione, né risolutiva. Contro una simile misura si sono schierati infatti numerosi gruppi parlamentari che, muovendo contro la proposta una immotivata accusa di giustizialismo, intendono in realtà difendere la classe politica dal controllo di legittimità della magistratura, quando addirittura non proteggerne singoli esponenti da processi in corso. In ogni caso allungare i termini della prescrizione non garantisce una soluzione ai tempi della giustizia: più processi giungerebbero a sentenza, ma con tempi ancora più lunghi, distraendo così da altri procedimenti giudici sovente già oggi troppo oberati da imponenti carichi di lavoro.

La soluzione è palesemente un’altra: anziché allungare i tempi di prescrizione li si abbrevi, ma al pari di quanto avviene in tutte le democrazie europee e anglosassoni, la prescrizione abbia termine con l’inizio dell’azione penale. Venendo meno la possibilità della prescrizione diverrebbero inutili tutte le astuzie procedurali per dilazionare il processo cui sono oggi deontologicamente obbligati a ricorrere i nostri penalisti. I tempi dei processi così si ridurrebbero, avrebbe maggiore sviluppo il ricorso ai riti alternativi, e aumenterebbe la produttività dei singoli giudici. Occorrerebbe naturalmente mantenere l’attuale regime per i procedimenti già iniziati: come sperare altrimenti che ad esempio Ala — il cui leader Verdini è stato recentemente condannato in I grado ma è già alla vigilia della prescrizione — possa votare una modifica dell’istituto? Il risultato più importante sarebbe comunque quello di evitare all’Italia l’onta di essere con la Grecia il solo Paese ove la prescrizione da istituto di giusta tutela è divenuto fonte di impunità.

28 maggio 2016 (modifica il 28 maggio 2016 | 19:57)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_29/abbreviare-prescrizionee-terminarla-l-avvio-processo-b25798e0-24fc-11e6-a9d3-8bf76315dcbb.shtml
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« Risposta #10 inserito:: Giugno 16, 2016, 12:41:03 pm »

Salve Ggianni,
ti segnaliamo questo nuovo intervento pubblicato sul sito:
Cassazione, in dichiarazione congiunta possibile compensare debito Irpef con credito coniuge incapiente?
   

Nella dichiarazione congiunta è possibile compensare il debito Irpef con il credito del coniuge non a carico anche quando tale credito risulta inutilizzabile dal coniuge in quanto incapiente. Lo ha stabilito una opinabile sentenza della Cassazione depositata il 29 aprile scorso che ha ribaltato la decisione della Commissione tributaria regionale Si tratta di una pronuncia di non poco conto se si pensa agli effetti che potrà avere se il principio dovesse essere confermato e accettato dall'Agenzia delle Entrate. In ballo c'è una parte dell'ammontare di deduzioni e detrazioni non godute per incapienza stimato in circa 10 miliardi.

Negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica che ha determinato un impoverimento generale, il problema di quanti non riescono in tutto o in parte ad usufruire delle detrazioni/deduzioni spettanti per incapienza ha assunto dimensioni via via crescenti. Tra questi soggetti c’è un particolare sottogruppo, formato dai coniugi non a carico che non posseggono redditi elevati, in genere pensioni e/o immobili. Questi in particolare lamentano il fatto di non potere detrarre/dedurre oneri, ad esempio le spese mediche, dall’imposta dovuta dal marito dichiarando congiuntamente.
E proprio in soccorso dei coniugi non a carico con spese detraibili o deducibili non utilizzabili per mancanza d'imposta da azzerare arriva la Cassazione che con la sentenza del 12 giugno 2015 (depositata il 29 aprile 2016) che ribalta di fatto una interpretazione consolidata che finora escludeva tale possibilità di compensazione.

La sentenza al punto 3 dei “motivi della decisione” afferma: “Dal sistema esposto, si evince che la unificazione delle posizioni dei coniugi si verifica esclusivamente sul piano della imposizione fiscale complessiva, ed unicamente con riferimento alle componenti che consentono la riduzione della stessa, come detrazioni, ritenute, crediti d’imposta, che, originariamente propri di ciascun coniuge, vengono in tal modo applicate non già alle singole posizioni, ma sull’ammontare complessivo delle imposte calcolate sui redditi dei dichiaranti. Ha pertanto errato la Ctr (Commissione Tributaria) nel ritenere illegittima la compensazione tra il debito Irpef e il credito Irpef del coniuge”.

Per quanto riguarda le ritenute e i crediti la sentenza è in linea con i principi generali della nostra Irpef in quanto imposta individuale. Poiché, nel caso di ritenute e crediti,si tratta di importi vantati nei confronti dell’erario da uno o dall’altro dei coniugi e come tali possono essere messi in comune nell’ambito del dare/avere della coppia. Quello che mette in crisi l’impianto normativo dell’Irpef è l’aver inserito insieme alle ritenute e i crediti anche le detrazioni. Come imposta personale l’Irpef si determina sui redditi dell’individuo, al netto delle deduzioni. L’imposta si calcola sulla base degli scaglioni di reddito applicando le aliquote previste, e da questa si scomputano le detrazioni d’imposta, anch’esse personali, in quanto legate strettamente alla condizione dell’individuo (tipo di lavoro, soggetti a suo carico fiscale, spese da lui sostenute). Le detrazioni così come sono definite nella legge azzerano l’imposta e non originano, pertanto credito.

Di certo la sentenza apre uno scenario interpretativo completamente nuovo nelle modalità di fare la dichiarazione Irpef congiunta. In prima battuta quello che non si capisce è perché insieme alle detrazioni, alle ritenute e ai crediti non sono state considerate anche le deduzioni dall’imponibile che hanno natura analoga alle detrazioni tanto che originariamente gran parte degli attuali oneri detraibili erano oneri deducibili. Nei fatti la sentenza rischia di generare ulteriore confusione su un'imposta la cui complessità normativa non ha ormai più limiti. E potrebbe creare disorientamento e false aspettative tra i contribuenti, soprattutto tra quelli più deboli. Forse sarebbe stato più opportuno nella sentenza dare maggiori spiegazioni del perché sono state inserite anche le detrazioni nel cumulo delle imposte dovute dai coniugi. Letta così a qualcuno potrebbe venire il sospetto che sia una svista dei giudici.

Da Fisco Equo
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« Risposta #11 inserito:: Marzo 06, 2017, 12:29:27 pm »

ISemplici Cittadini del POLO DEMOCRATICO.
Pubblicato su FB  · 29 minuti fa

Solo la creazione di POLI (almeno tre) per governare il Paese può salvare l'Italia.

Sotto la regia del POLO DEMOCRATICO (unione tra Partiti indipendenti di Centro e di Sinistra, che si accordano per governare e realizzare un Progetto-Paese condiviso) non avremo gli effetti negativi delle "beghe", interne e esterne, tra e nei Partiti (vedi PD oggi).

Il POLO DEMOCRATICO nasce e vive soltanto per attuare con il suo governo, la realizzazione del Progetto-Paese concordato tra chi lo sostiene.
In tal modo la politica quotidiana (liti comprese) vissuta dai Partiti non influisce sul lavoro del POLO DEMOCRATICO.

Sono due livelli diversi e indipendenti nel fare politica, il POLO ha due compiti soltanto: governare il Paese e realizzare il Progetto-Paese concordato con i Partiti che lo sostengono.
I PARTITI liberi e indipendenti potranno occuparsi meglio e di più della realtà che li ospita nel territorio, dei rapporti con gli elettori che li voteranno, soprattutto avranno modo d’essere più attenti ai collaboratori e ai lobbisti che li hanno portati spesso a commettere errori gravi per l’Italia.


gg
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« Risposta #12 inserito:: Marzo 09, 2017, 12:00:21 pm »

Dopo 20 anni di ipocrisia, ritentare di "fottere" gli elettori riportando gli ex PCI nel PD, andrà incontro all'ennesima spinta in avanti del fascismo, del leghismo, del grillismo.

Si può lavorare "insieme", con i migliori tra loro, ma sotto l'ombrello politico offerto da un POLO DEMOCRATICO in cui riunirsi, da indipendenti, soltanto per realizzare un Progetto-Paese e un Governo del Polo Democratico finalizzato a realizzarlo in 5 anni.

Ciaooo

Da FB del 9 marzo 2017
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« Risposta #13 inserito:: Marzo 26, 2017, 11:51:26 pm »

Un governo senza un Progetto Paese condiviso da chi lo sostiene "NON ha i piedi per terra".

Il POLO DEMOCRATICO a questo servirà: immaginare un Progetto Paese Condiviso e formare un Governo che entro la legislatura (prossimi 5 anni) lo realizzi.

gg

Da FB del 25/03/2017 Governo Gentiloni fermo sulle emergenze non chiarite
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« Risposta #14 inserito:: Aprile 04, 2017, 11:50:08 am »

Siamo ricchi di Noi?

Dimostriamolo: abbattiamo la Genia dei "CONTRO" e uniamoci nella Schiera del "PRO".

Non è necessario sia un Partito, ci basterebbe essere un POLO Democratico con un compito unico: RISANARE L'ITALIA.


ggg
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