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Autore Discussione: Guerra in Siria, ma l'Europa seguita a contare i tarli che la rodono.  (Letto 2212 volte)
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« inserito:: Ottobre 26, 2015, 11:39:33 am »

IL COMMENTO

Guerra in Siria, Mosca e Washington alla ricerca di una soluzione politica
Nuova fase in Medio Oriente grazie all’effetto Vienna.
Ma restano i dubbi sulle reali intenzioni di Putin


Mosca e Washington sempre più alla ricerca di intese per una soluzione politica alla guerra in Siria. Si sta aprendo una nuova fase in Medio Oriente, come se l’onda lunga della fine della Guerra Fredda avesse trovato nella crisi siriana il modo più concreto per manifestarsi. Tra Barack Obama e Vladimir Putin sembra crescere un nuovo livello di rapporto finalizzato al tema.

I colloqui di venerdì a Vienna tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov con l’omologo americano John Kerry, oltre a quelli saudita e turco e le consultazioni separate con quello giordano, paiono aver aperto ampi spiragli di cooperazione. E ora l’«effetto Vienna» mostra di voler durare.

Tra sabato e domenica Lavrov e Kerry si sono consultati in due lunghe telefonate. Il progetto è di instaurare un canale di dialogo strutturato. Cuore dei problemi resta il futuro del presidente siriano Bashar Assad. In linea di principio gli Stati Uniti, assieme ai maggiori Paesi sunniti con Arabia Saudita in testa, ne chiedono le dimissioni. Per contro Russia, Iran e in generale l’universo sciita ritengono che, almeno per il momento, Assad debba restare al suo posto e contribuire nelle battaglie contro Isis e le milizie radicali di stampo qaedista.

Un segnale di ricerca del compromesso è arrivato sabato, quando Lavrov parlando alla stampa russa ha suggerito di tenere elezioni in Siria capaci di integrarsi con «la fase militare di lotta al terrorismo». Va detto che dal 2011 si sono già tenute due consultazione elettorali nel Paese (parlamentari nel 2012 e presidenziali nel 2014) dove Assad è risultato vincente alla grande, ma le opposizioni le hanno rifiutate di netto accusandole di brogli palesi. Il mandato dell’attuale parlamento a Damasco scade nel 2016, quello del presidente nel 2021. Ieri Assad, incontrando a Damasco una delegazione di parlamentari russi, si è detto pronto alle elezioni anticipate sia presidenziali, che parlamentari. «Il voto sarà aperto a tutte le forze di opposizione moderate e ragionevoli», ha dichiarato. Però, ha precisato, ciò potrà avvenire «solo dopo la vittoria sul terrorismo». I sauditi non ci stanno. «Non c’è alcun posto per Assad», ha ribadito il ministro degli esteri Adel al-Jubeir durante una serie di incontri al Cairo. L’Egitto accetta invece un ruolo di Assad per un periodo limitato. Anche gli Stati Uniti paiono ora inclini a tollerarlo per una breve transizione. La Bbc ha per contro intervistato Issam al Reis, portavoce dell’Esercito Siriano Libero (la formazione aiutata dagli americani) che si è scagliato con durezza contro la politica di Putin, il quale da fine settembre aiuta militarmente il regime siriano e oggi propone di fornire armi e copertura aerea a tutte le formazioni disposte a combattere Isis: «Mosca favorisce una dittatura che uccide la sua popolazione in modo indiscriminato. Come possiamo fidarci dell’aiuto russo?».

26 ottobre 2015 (modifica il 26 ottobre 2015 | 10:42)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/opinioni/15_ottobre_26/guerra-siria-mosca-washington-ricerca-una-soluzione-politica-e0100822-7bc3-11e5-9069-1cf5f2fd4ce8.shtml
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