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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 31, 2007, 09:42:05 pm » |
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Commissione G8, tutti contro Di Pietro e Mastella
Il giorno dopo la bocciatura su una commissione d'inchiesta sui fatti al G8 di Genova del 2001 tutti gli occhi sono puntati su chi ha votato no, insieme alla Cdl di Berlusconi, e contro il programma scritto e firmato da tutti i partiti dell’Unione poco prima delle elezioni. La commissione Affari costituzionali della Camera ha bocciato la proposta con 22 voti contro 22, ma questo risultato è stato il frutto dell’assenza di due socialisti e del voto contrario di Idv e Udeur.
Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha cercato di difendersi aggiustando il tiro e concedendo ben due interviste. Italia dei Valori, spiega Di Pietro, non è contraria a dar vita a una commissione, ma ad una condizione: «Che si indaghi a 360 gradi, in tutte le direzioni».
«Non è nostra intenzione creare una frattura politicamente insanabile con l'area di sinistra della coalizione di governo – si scusa Federica Rossi Gasparrini, presidente del Consiglio nazionale dei Popolari-Udeur -, ma non possiamo nemmeno rinunciare alla nostra ispirazione moderata, di area cattolica e di centro».
Ma la bocciatura oltre che fratture ha causato lo sdegno in chi cerca la verità per quei fatti. «Provo amarezza», dice Haidi Giuliani, madre di Carlo, il ragazzo ucciso durante gli scontri per il G8. «E poi sono preoccupata per la democrazia - continua -, una democrazia che ha paura dei fatti, di assumersi le responsabilità. Non si può sostenere, come fa Di Pietro, che non si può indagare sulla Polizia perché la delegittimiamo». La senatrice del Prc spiega di aver pensato anche alle dimissioni: «È stata la prima reazione. Mi sono detta: ho fallito il mio mandato, me ne torno a casa. Poi mi hanno spiegato che riporteremo in Aula la richiesta». «La nostra democrazia - conclude - deve avere il coraggio di affrontare una sua brutta pagina».
«Umiliate le vittime e mortificata la Costituzione», dicono invece Enrica Bartesaghi e Lorenzo Guadagnucci del Comitato Verità e Giustizia per Genova. «Dal giugno scorso, quando Gianni De Gennaro fu nominato capo di gabinetto del ministero dell'Interno - dicono i due, l'una presidente del Comitato e madre di una ragazza arrestata alla Diaz, l'altro arrestato lui stesso - non avevamo più illusioni sulla commissione e sulla reale capacità del parlamento e del governo di fare i conti con la rottura della legalità costituzionale avvenuta nel 2001 al G8 di Genova». «Resta la delusione nel constatare sul piano storico - aggiungono - che il parlamento ha rinunciato ad esercitare le proprie prerogative su una vicenda che ha scandalizzato il mondo, e che ai vertici dello Stato, in sette anni, e senza significative divergenze fra centrodestra e centrosinistra, si è scelto di coprire e legittimare gli abusi compiuti dalle forze dell'ordine. Per le vittime è un'ulteriore umiliazione, per la Costituzione un'altra mortificazione».
Da Genova il sindaco Marta Vincenzi lancia un appello. «La città di Genova rivendica una commissione d'inchiesta sui fatti del G8. Chi ha votato contro la sua costituzione, ha voluto sommare ai giochi di potere del G8 i giochi di "palazzo" nella sua versione attuale, quella più deteriore».
«Credo che una politica - ha sottolineato il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli - che anche attraverso le commissioni di inchiesta dimostri di voler fare il suo mestiere fino in fondo è una politica che fa un buon servizio. Poiché naturalmente sia una commissione d'inchiesta preoccupata di accertare la verità a 360 gradi, non come qualche volta avvenuto nella passata legislatura con Commissione Mitrokin, Telecom Serbia, ecc. che forse avevano qualche volta preso una piega un po’ diversa».
Rifondazione Comunista è la più colpita dalla bocciatura. «L'irresponsabilità di Di Pietro e Mastella, che votano costantemente con la destra, non può ricadere sempre su di noi, sulla sinistra», ha detto il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano. «Stavolta - ha aggiunto Giordano - sul programma non ci possono essere interpretazioni di sorta: c'è scritto chiaramente che c'è la commissione d'inchiesta sul G8. Non si può permettere a Di Pietro e Mastella di votare ogni volta insieme alle destre, e noi invece avere sempre la responsabilità di quanto accade. Serve fare chiarezza».
E Francesco Caruso, parlamentare indipendente di Rifondazione Comunista, lancia l’appello: «Sabato 17 novembre torniamo in massa a Genova per un corteo di protesta contro il tentativo di criminalizzazione dei movimenti». «Mentre i processi contro i manifestanti vanno avanti - afferma Caruso - , con richieste abnormi di secoli di carcere, squallidi peronaggi come Di Pietro tentano di affossare la commissione d'inchiesta parlamentare. Torniamo in migliaia il 17 novembre per le strade di Genova, quelle stesse strade che abbiamo percorso correndo con i blindati che ci inseguivano per investirci, asfissiati dai gas lacrimogeni CS vietati dalla convenzione di Ginevra sulle armi di guerra, con 22 proiettili sparatici addosso di cui fortuitamente uno soltanto finito dritto in fronte a un manifestante, con le barricate alzate con le lacrime agli occhi per difendere i nostri compagni e i nostri fratelli da quel folle dispositivo di repressione cilena».
«La storia di Genova, la verità su Genova noi la conosciamo già - continua il deputato del Prc - perché la violenza, i pestaggi, le brutalità le abbiamo viste in faccia, quella verità la grideremo per le strade di Genova, con la rabbia e l'indignazione di chi in quei giorni ha perso i denti, spaccati a colpi di manganello, di chi ha perso un figlio, di chi ha perso il sonno. Torniamo a Genova - aggiunge Caruso - per abbattere quel muro delle reticenze, degli insabbiamenti, delle omertà, dei depistaggi, dietro la quale tentano di nascondere le responsabilità politiche e istituzionali della mattanza di Genova. La verità a 360 gradi la pretendiamo noi e non certo Di Pietro», conclude polemicamente il deputato del Prc.
Pubblicato il: 30.10.07 Modificato il: 31.10.07 alle ore 16.25 © l'Unità.
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