giulia.belardelli@huffingtonpost.itPetros Markaris: "Tsipras ha sbagliato tutto, ma l'Ue è miope e ossessionata dai numeri".
Parla lo scrittore padre del Commissario CharitosPubblicato: 08/07/2015 21:42 CEST Aggiornato: 2 ore fa
Per un po' il Commissario Kostas Charitos resterà in sospeso, senza casi da risolvere. Il “fratello greco di Maigret” o il “Montalbano di Atene”, come è stato soprannominato dalla critica internazionale, è rimasto anche lui vittima della tragedia greca a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni. Il suo creatore, il famoso scrittore greco Petros Markaris, ha le vertigini di fronte a un baratro che sente di non poter (ancora) raccontare. “Sono arrabbiato sia con il primo ministro Alexis Tsipras che con le istituzioni europee – racconta ad HuffPost – perché da entrambe le parti manca un pensiero politico: non c'è la volontà di guardare oltre i numeri, si persevera in un assurdo gioco di potere”.
Oggi Markaris sarà a Expo per l'iniziativa organizzata da Coop “We Not Me – Il cibo di tutti”, una giornata dedicata alla cooperazione e all'economia partecipata. Oltre al racconto di eccellenze cooperative internazionali, come Park Slope Coop, ci sarà spazio per esplorare i limiti economici e sociali del liberismo su scala mondiale, regionale e nazionale. Di questi limiti Markaris è testimone e vittima diretta. Perché la sua Grecia – ripete con foga – è stata condannata a morte dall'egoismo dei politici greci e dalla miopia di un'Europa incapace di cooperazione.
Che opinione ha di Tsipras, e del modo in cui ha gestito il negoziato con i creditori?
Tutti i governi della Grecia, non solo quello guidato da Mr. Tsipras, hanno perso tempo e gestito i negoziati nel modo sbagliato. Penso che la politica interna, in Grecia, abbia fatto e continui a fare degli errori enormi. Mr. Tsipras non ha creato questa situazione, l'ha ereditata dai governi precedenti. Ciò che ha fatto, però, ha peggiorato ancora di più le cose. Negli ultimi cinque mesi non ha condotto negoziati seri e non ha fatto proposte specifiche. Ha tirato troppo la corda... e ora dove ci ha portato?
Dal mio punto di vista, l'ultima proposta di accordo della Commissione europea doveva essere accettata. Nell'ultima settimana le condizioni finanziarie della Grecia hanno subito un tracollo pesantissimo. Ora la situazione è molto più difficile di com'era prima. Abbiamo perso del tempo prezioso.
Pensa che la Grecia sia uscita più debole da questo referendum?
Penso che l'unico vincitore sia stato Tsipras. L'unico che ne ha tratto qualche vantaggio è stato lui. Per il resto, il referendum non ha aiutato nessuno. La domanda, tra l'altro, riguardava qualcosa che non esisteva più, un accordo già scaduto. Ora Tsipras gode di un mandato molto forte in Grecia, ma la sua posizione in Europa non si è rafforzata rispetto a prima.
Uno dei suoi libri - “Resa dei Conti” - è ambientato in uno scenario in cui Grecia, Spagna e Italia hanno appena lasciato l'euro... Pensa che stiamo andando in quella direzione?
Spero tanto che questa mia ipotesi non diventi realtà... Tornare alla dracma sarebbe un disastro, il colpo di grazia alla nostra economia. Chi afferma il contrario non realizza quanto sia dannoso. Purtroppo non ci sono soluzioni facili, bisogna scegliere l'opzione meno cattiva.
Eppure i giovani si sono espressi con forza contro quella proposta. La stragrande maggioranza ha votato “no” all'austerity...
Quando vivi in un Paese in cui la disoccupazione giovanile si avvicina al 60%, è comprensibile che i giovani siano furiosi. Vogliono una reazione, e questo voto, per loro, è stato una reazione. Non era un voto contro l'Europa, ma la richiesta di condizioni migliori. Capisco la rabbia dei giovani, di chi ha studiato tanto e non ha un lavoro. Ma la realtà, purtroppo, è che oggi andiamo verso un periodo molto molto duro. Abbiamo perso cinque mesi, e nell'ultima settimana la situazione è precipitata. Non c'è modo di scappare da questa situazione. Non riesco a vedere una possibilità, ora...
Che colpe ha in tutto questo l'Europa?
L'Europa ha responsabilità enormi. L'errore più grande risale al 2010, quando la Troika accettò la controproposta della Grecia. Il governo Papandreou, invece di essere spinto a fare le riforme, le posticipò: la resa dei conti venne spostata più avanti, accumulando ritardi e distruggendo la classe media. Commissione europea, Bce e Fmi avrebbero dovuto forzare il governo a fare le riforme allora. Avrebbero dovuto dire: 'non accettiamo nulla, tranne le riforme'. Invece hanno accettato una politica miope basata sull'aumento delle tasse, condannando a morte la classe media.
Entrambe le parti – governi greci e Ue – hanno fallito: la Grecia aveva bisogno di una forte spinta riformatrice su tutto il sistema, ma questa spinta non c'è stata. È stato facile per gli europei di Bruxelles e Francoforte dire che i greci non facevano le riforme; la verità è che non li spingevano a farle. Per racimolare soldi i governi greci hanno continuato ad aumentare le tasse per tutti i greci, arrivando a disintegrare la classe media. Peccato che, in un piccolo Paese come il nostro, l'economia sia fatta dalla classe media: se si distrugge questa fascia, se si toglie l'ossigeno alle piccole e medie imprese, alle cooperative, non c'è modo di ottenere un miglioramento. Sono profondamente convinto che di questo processo l'Europa sia responsabile.
Come si esce da questo vicolo cieco? A chi giova restarci?
Stiamo assistendo a un gioco di potere tra Ue e Grecia, un gioco tra minori che avrebbero un disperato bisogno di custodia. Dovremmo fermare questo stupido gioco di potere. Anche perché questo atteggiamento aggressivo dei vertici Ue rischia di diventare un boomerang per l'Europa. Ormai in Europa parliamo solo di economia. Renzi ha ragione quando dice che l'Europa ha bisogno di una prospettiva politica. Qui servono decisioni politiche: non ci sono solo i numeri, serve anche la cooperazione. Se la Grecia dovesse tornare alla dracma, sarebbe una sconfitta per l'Europa. Possiamo considerarlo un effetto collaterale, ma non possiamo prevederne gli effetti politici.
Che tipo di scenario ha in mente?
Le uniche forze che vedo fiorire in Europa sono quelle dell'estrema destra. Inutile che le spieghi chi sono i neonazisti di Alba Dorata. Questa situazione non è solo molto triste: è pericolosa. Ho molte critiche da obiettare a Syriza, ma vorrei che avesse successo. Altrimenti non voglio neanche immaginare cosa potrebbe succedere con Alba Dorata.
Quando dico che non c'è pensiero politico, intendo questo: bisognerebbe scongiurare in ogni modo la prospettiva dell'ascesa di un partito neonazista. Né i greci né tantomeno gli europei capiscono cosa potrebbe succedere... Non pensano politicamente: vedono solo i numeri, non c'è pensiero politico. L'Europa fa finta di niente, ma si trova di fronte un problema enorme: pensa che sia tutto economico, quando invece è tutto politico.
Nei sui libri crisi, povertà e corruzione fanno da sfondo alle avventure del Commissario Charitos. Lo troveremo a indagare con lo spettro di una Grexit?
Non voglio scrivere, voglio solo vedere cosa succederà. Ho molte idee, ma prima ho bisogno di capire. È la prima volta che mi capita di trovarmi in una situazione così complicata e oscura. Prima era più facile: sapevo che c'era una crisi, vedevo la sofferenza della popolazione... Ora ho un'immagine molto più confusa, devo aspettare che il quadro mi si chiarisca un po'... Nella vita di tutti i giorni sto attraversando una fase molto stressante, anche dal punto di vista emotivo. Sento di essere dentro a una storia che, per ora, non riesco a raccontare.
Da -
http://www.huffingtonpost.it/2015/07/09/petros-markaris-grecia_n_7756434.html