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Autore Discussione: LANDINI lancia Coesione Sociale: "Noi a fianco delle persone"  (Letto 2738 volte)
Admin
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« inserito:: Giugno 09, 2015, 11:28:09 am »

Landini lancia Coesione Sociale: "Noi a fianco delle persone"
Il segretario della Fiom ha presentato le linee guida del suo nuovo movimento: "Nessun recinto politico, vogliamo riunire tutto ciò che è stato diviso e pensare ai problemi della gente".
Sui sindacati: "Devono cambiare, come la politica"

06 giugno 2015

ROMA - "Oggi inizia un percorso che ha come obiettivo quello di unire tutto quello che è stato diviso e rimettere al centro il lavoro con un'idea diversa di sviluppo, di sostenibilità ambientale e tutta la questione del diritto al sapere e alla conoscenza". Con queste parole Maurizio Landini, dall'Auditorium dei Frentani a Roma, dà ufficialmente il via a Coesione Sociale, il nuovo movimento che si propone di stare a fianco delle persone. Un movimento, ha spiegato il leader della Fiom, "nato fuori dai partiti, ma per ricostruire una politica con la 'p' maiuscola che parli dei problemi delle persone, che permetta alle persone di poter partecipare".

Un movimento, ha tenuto a precisare Landini, "che parla alle persone. Le persone non si sentono rappresentate e questo è il nostro obiettivo. Oggi - ha detto ancora il numero uno della Fiom - inizia un percorso che proseguirà con tante iniziative sui territori perchè oggi c'è un problema di cambiare questo paese rimettendo al centro la partecipazione e gli interessi generali. Rispondere ai problemi che le persone oggi hanno e che sono quelli di non avere lavoro, non avere casa, il problema di non potersi curare e non poter studiare".

Una iniziativa che non vuole essere però identificata come un movimento politico. "Questa iniziativa - ha voluto ribadire Landini - non è richiudibile dentro una dimensione di destra, centro o sinistra, è un'altra cosa. Dentro ai recinti noi non ci stiamo. Noi parliamo alle persone, poi decideranno le persone cosa fare. Non ci siamo messi d'accordo con nessuno, stiamo con coraggio affrontando il problema perchè le persone sono divise tra loro e così sta vincendo la finanza, l'ingiustizia e sta perdendo la democrazia".

"Inizia un percorso che vuole essere democratico al massimo - ha ribadisce Landini - il nostro obiettivo è unire tutto quello che è stato diviso e di rimettere al centro della discussione tutto quello che è stato cancellato: diritti, un'idea diversa di sviluppo e sostenibilità ambientale, riqualificazione e rigenerazione delle città, sia dal punto di vista economico che morale. Questo va insieme a tutto quello che riguarda il diritto al sapere, lo studio e l'istruzione".

Durante il suo intervento, Landini ha parlato anche della corruzione e delle ultime inchieste romane: "Che pezzi interi dell'economia siano in mano alla criminalità organizzata - un controllo che arriva fino al sistema dell'immigrazione e dell'accoglienza - non è un problema solo di Roma ma di tutta Italia. Oggi - ha aggiunto Landini- combattere la corruzione non vuol dire solo combattere l'illegalità ma un certo modo di fare politica".

Landini ha affrontato anche il tema del sindacato: "Oggi il sindacato non rappresenta più Il lavoro. La nostra proposta è di un cambiamento radicale delle organizzazioni sindacali di cui ha bisogno anche la Cgil".
Il segretario della Fiom ha sottolineato che oltre alla politica sono anche i sindacati a dover cambiare. "Camusso sa perfettamente cosa vogliamo fare. Si deve non solo cambiare la Fiom, ma tutte le organizzazioni sindacali per renderle più democratiche e partecipate, più aperte ad altri soggetti". Punto essenziale per Landini è l'unificazione del lavoro dipendente da quello autonomo. "Oggi sono separati, non è facile ma è la cosa che dobbiamo fare".

© Riproduzione riservata
06 giugno 2015

Da - http://www.repubblica.it/politica/2015/06/06/news/landini_lancia_coesione_sociale_noi_a_fianco_delle_persone_-116235006/?ref=HREC1-4
« Ultima modifica: Giugno 25, 2015, 10:34:05 am da Admin » Registrato
Admin
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 25, 2015, 10:33:47 am »

Landini: “Questa unità è da anni Settanta. Serve democrazia"
Il leader della Fiom replica al segretario della Cgil, Camusso: "Proposta vecchia e insufficiente, la coalizione sociale si muove nella stessa direzione.
Guardiamo a cosa succede fuori: ai non iscritti, alle imprese che non credono più alla contrattazione".


ROBERTO MANIA
24 giugno 2015

ROMA. Non è «sommando semplicemente» Cgil, Cisl e Uil che i sindacati usciranno dalla crisi. Serve di più, dice Maurizio Landini, segretario generale della Fiom: «Serve una riforma profonda delle organizzazioni sindacali perché il mondo del lavoro oggi è frantumato e non ha rappresentanza. E serve più democrazia perché i lavoratori possano eleggere i dirigenti sindacali e votare sugli accordi che li riguardano. Insomma in prospettiva serve un nuovo sindacato unitario e pluralista». Questo — aggiunge — è anche l'obiettivo della Coalizione sociale lanciata dalla Fiom insieme ad altre associazioni. «La Coalizione sociale non è affatto alternativa all'unità sindacale».

Landini, ma lei è favorevole a riaprire il cantiere dell'unità sindacale come ha detto la Camusso nella lettera inviata a Cisl e Uil, o no?
«Sono assolutamente favorevole all'unità. Ma se si tratta di rimettere insieme le tre segreterie, magari riproponendo la Federazione unitaria degli anni Settanta penso che sia insufficiente. Mi sembra poco e nel contempo un vecchio modo di affrontare il problema. Guardi che negli anni Settanta i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil erano a un passo dallo scioglimento poi intervennero le confederazioni e i partiti politici e non se ne fece nulla».

Pensa, dunque, che in futuro dovranno sciogliersi Cgil, Cisl e Uil per dar vita a un nuovo soggetto?
«Sì, se si vuole fare qualcosa di nuovo perché l'unità d'azione va bene ma non è sufficiente. Da tempo sostengo che il nodo è rappresentato dalla democrazia. Se si vuole davvero aprire la strada verso un processo unitario bisogna coinvolgere i lavoratori, fondare il nuovo soggetto sulla partecipazione dal basso, sulla democrazia».

Di fatto lei ha in mente un altro sindacato. È così?
«Dobbiamo superare la frantumazione che c'è nel mondo del lavoro, contrastare la diffusione impressionante di lavoratori poveri. Se questi sono gli obiettivi non si può pensare che si possano affrontare solo mettendo insieme Cgil, Cisl e Uil».

Perché? Un sindacato diviso non è più debole, come dice la Camusso?
«Sì, ma non solo. Bisogna guardare a ciò che accade fuori dal sindacato: il lavoro frantumato, la maggioranza dei lavoratori non iscritta al sindacato, milioni di lavoratori che noi non rappresentiamo, e l'affermarsi di un modello di impresa che non vede nella contrattazione lo strumento per risolvere i problemi. Mi permetto di dire che la nostra proposta della Coalizione sociale parte proprio da qui, dalla crisi nel mondo del lavoro. È in qualche modo un ritorno alle origini, quando, nell'800, i lavoratori strapparono il diritto a coalizzarsi. Il superamento della frantumazione del lavoro e l'allargamento della rappresentanza passa attraverso una riforma complessiva del sindacato non basta, ripeto, l'unità d'azione di Cgil, Cisl e Uil».

Perché dice che è necessaria più democrazia nel sindacato? Non ce n'è?
«C'è una caduta di democrazia nel sindacato italiano. Va bene, per misurare la rappresentatività, la certificazione degli iscritti insieme ai voti ottenuti nell'elezione delle rappresentanze in azienda. Ma per portare le democrazia dentro il sindacato, i lavoratori debbono poter votare sugli accordi che li riguardano e debbono potere eleggere i dirigenti sindacali. Oggi gli unici a metterci la faccia e ad essere eletti dai lavoratori sono i delegati. Noi dirigenti non siamo eletti dai nostri iscritti, siamo cooptati».

Ma la sua Coalizione sociale non è alternativa all'unità sindacale?
«Assolutamente no. La Coalizione punta a riunificare ciò che è diviso, riproponendo forme mutualistiche e di solidarietà che sono andate perse. Per costruire un sindacato unitario dobbiamo tornare alle radici».

Attività sindacale o politica? Perché anziché con i sindacati europei, sabato alla Festa della Fiom a Bologna dibatterà di Europa con Syriza e Podemos?
«Lo faremo anche con i sindacati. Con Podemos e Syriza ci interessa capire cosa sta accadendo in Spagna e in Grecia».

© Riproduzione riservata
24 giugno 2015

Da - http://www.repubblica.it/economia/2015/06/24/news/landini_questa_unita_e_da_anni_settanta_serve_democrazia_-117557047/?ref=HREC1-13
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« Risposta #2 inserito:: Giugno 25, 2015, 07:53:01 pm »

Landini: “Questa unità è da anni Settanta. Serve democrazia"
Il leader della Fiom replica al segretario della Cgil, Camusso: "Proposta vecchia e insufficiente, la coalizione sociale si muove nella stessa direzione. Guardiamo a cosa succede fuori: ai non iscritti, alle imprese che non credono più alla contrattazione".
ROBERTO MANIA
24 giugno 2015

ROMA. Non è «sommando semplicemente» Cgil, Cisl e Uil che i sindacati usciranno dalla crisi. Serve di più, dice Maurizio Landini, segretario generale della Fiom: «Serve una riforma profonda delle organizzazioni sindacali perché il mondo del lavoro oggi è frantumato e non ha rappresentanza. E serve più democrazia perché i lavoratori possano eleggere i dirigenti sindacali e votare sugli accordi che li riguardano. Insomma in prospettiva serve un nuovo sindacato unitario e pluralista». Questo — aggiunge — è anche l'obiettivo della Coalizione sociale lanciata dalla Fiom insieme ad altre associazioni. «La Coalizione sociale non è affatto alternativa all'unità sindacale».

Landini, ma lei è favorevole a riaprire il cantiere dell'unità sindacale come ha detto la Camusso nella lettera inviata a Cisl e Uil, o no?
«Sono assolutamente favorevole all'unità. Ma se si tratta di rimettere insieme le tre segreterie, magari riproponendo la Federazione unitaria degli anni Settanta penso che sia insufficiente. Mi sembra poco e nel contempo un vecchio modo di affrontare il problema. Guardi che negli anni Settanta i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil erano a un passo dallo scioglimento poi intervennero le confederazioni e i partiti politici e non se ne fece nulla».

Pensa, dunque, che in futuro dovranno sciogliersi Cgil, Cisl e Uil per dar vita a un nuovo soggetto?
«Sì, se si vuole fare qualcosa di nuovo perché l'unità d'azione va bene ma non è sufficiente. Da tempo sostengo che il nodo è rappresentato dalla democrazia. Se si vuole davvero aprire la strada verso un processo unitario bisogna coinvolgere i lavoratori, fondare il nuovo soggetto sulla partecipazione dal basso, sulla democrazia».

Di fatto lei ha in mente un altro sindacato. È così?
«Dobbiamo superare la frantumazione che c'è nel mondo del lavoro, contrastare la diffusione impressionante di lavoratori poveri. Se questi sono gli obiettivi non si può pensare che si possano affrontare solo mettendo insieme Cgil, Cisl e Uil».

Perché? Un sindacato diviso non è più debole, come dice la Camusso?
«Sì, ma non solo. Bisogna guardare a ciò che accade fuori dal sindacato: il lavoro frantumato, la maggioranza dei lavoratori non iscritta al sindacato, milioni di lavoratori che noi non rappresentiamo, e l'affermarsi di un modello di impresa che non vede nella contrattazione lo strumento per risolvere i problemi. Mi permetto di dire che la nostra proposta della Coalizione sociale parte proprio da qui, dalla crisi nel mondo del lavoro. È in qualche modo un ritorno alle origini, quando, nell'800, i lavoratori strapparono il diritto a coalizzarsi. Il superamento della frantumazione del lavoro e l'allargamento della rappresentanza passa attraverso una riforma complessiva del sindacato non basta, ripeto, l'unità d'azione di Cgil, Cisl e Uil».

Perché dice che è necessaria più democrazia nel sindacato? Non ce n'è?
«C'è una caduta di democrazia nel sindacato italiano. Va bene, per misurare la rappresentatività, la certificazione degli iscritti insieme ai voti ottenuti nell'elezione delle rappresentanze in azienda. Ma per portare le democrazia dentro il sindacato, i lavoratori debbono poter votare sugli accordi che li riguardano e debbono potere eleggere i dirigenti sindacali. Oggi gli unici a metterci la faccia e ad essere eletti dai lavoratori sono i delegati. Noi dirigenti non siamo eletti dai nostri iscritti, siamo cooptati».

Ma la sua Coalizione sociale non è alternativa all'unità sindacale?
«Assolutamente no. La Coalizione punta a riunificare ciò che è diviso, riproponendo forme mutualistiche e di solidarietà che sono andate perse. Per costruire un sindacato unitario dobbiamo tornare alle radici».

Attività sindacale o politica? Perché anziché con i sindacati europei, sabato alla Festa della Fiom a Bologna dibatterà di Europa con Syriza e Podemos?
«Lo faremo anche con i sindacati. Con Podemos e Syriza ci interessa capire cosa sta accadendo in Spagna e in Grecia».

© Riproduzione riservata
24 giugno 2015

Da - http://www.repubblica.it/economia/2015/06/24/news/landini_questa_unita_e_da_anni_settanta_serve_democrazia_-117557047/?ref=HREC1-13
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