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« Risposta #1 inserito:: Giugno 17, 2007, 11:40:27 am » |
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17/6/2007 (9:4) Mea culpa Ds: "L’abbiamo dimenticato" Roberto Placido
Una notte a San Salvario con Placido
MASSIMO NUMA TORINO
Roberto Placido, diessino, vicepresidente del Consiglio Regionale, osserva una notte ordinaria di San Salvario - con meno pusher del solito, tra l’altro - e va giù duro, subito: «Le ronde? Non sono d’accordo. Perché rischia di passare un’idea pericolosa, cioè quella di sostituirsi alle istituzioni per avere giustizia». Ma che pensa dell’elettore dell’Unione che abita a San Salvario e che scenderà in strada con i militanti di An? «Non approvo per le ragioni che ho detto prima. Ma lo capisco, eccome. Da parte nostra c’è stato un vuoto, un calo di tensione su questi temi, che sono importantissimi per la gente. E’ facile dirlo adesso, ma bisogna riprendere l’iniziativa. E lo faremo».
Notte quasi tranquilla per i parametri quotidiani di questo quartiere che, da decenni ormai, non ha pace. «Io sono preoccupato. Molto preoccupato. Perché si abbassa l’età dei consumatori, cala sensibilmente il costo della dose, diventa accessibile a tantissimi ragazzi. Che sanno poco o nulla degli effetti. Devastanti». Così Roberto Placido si avvicina a un angolo qualsiasi di via Saluzzo; si avvicina, giacca e cravatta, ai pusher neri che presidiano la zona.
Colti di sorpresa. Alcuni si allontanano in fretta. Un paio accettano il dialogo, che è rapido e bruciante. Cos’hai, cosa vendi? Cocaina o white? Attimo di pausa. Poi: «...olo white». Quanto? «...venti euro». Hai della brown? «No». Dov’è il tuo fornitore? «in quel portone, al 23 di via Berthollet». Vero, falso.
Comunque incredibile. Altro che segreti. Gli spacciatori si guardano attorno sospettosi. Temono che arrivino i poliziotti. «Ci rendiamo conto di quanto poco ci voglia per farsi una dose? E come è facile? Hai la sensazione che sia ormai un reato depenalizzato, tanto è la facilità con cui si può acquistare droga pesante, in pieno centro, in aree illuminate a dovere, mentre incrociano le pattuglie di polizia e carabinieri. E’ questo l’aspetto più sconcertante». E proprio perché, questa, non è una di quelle notti da incubo, quando San Salvario si trasforma in un ipermarket di ogni genere di stupefacenti, che fa paura la routine dello spaccio. «E’ chiaro che c’è qualcosa che non va nel flusso immigratorio africano, dove il racket assume gli spacciatori. La nuova proposta di legge Amato-Ferrero, che dovrà sostituire la Bossi-Fini, non mi convince del tutto. Vanno bene le aperture, gli aiuti, la cadute di ogni steccato. Manca un pezzo: quello dei controlli. Non vorrei che arrivassero, nelle nostre strade, nuove legioni di disperati».
Riflette, il vice presidente del Consiglio Regionale, sulla repressione: «La storia dei polpastrelli abrasi, della sostanziale non punibilità de pusher. Ecco un altro tema su cui lavorare. I magistrati hanno bisogno di norme più efficaci, incisive. Le attuali non bastano. Ci vuole la certezza della pena. Non bisogna avere paura a parlare di repressione». A San Salvario c’è una specie di schizofrenia di fondo. Nei locali continua la movida, la festa, gli incontri di chi, con la droga, non ha niente in comune. C’è un muro che divide i pusher e la gente cosiddetta normale. «Ed è un altro punto da affrontare - dice Placido - la processioni di consumatori, di ogni genere, di ogni età, di ogni ceto sociale, è impressionante. Bisogna colpire i consumatori. In modo deciso. Colpirli in qualche modo. Colpire ed educare, con strumenti più idonei. Non serve nascondere il problema. Il fatto è che non riguarda solo San Salvario, ormai. Mai fatto un tour analogo a Madonna di Campagna, via Terni o via Stradella?».
E Fabio Malagnino, segretario della sezione Ds di San Salvario: «Le ronde sono inutili. Tra l’altro Marrone, l’esponente di Ag che afferma di essere stato aggredito, non è nuovo a minacce del genere. Si vede che è sfortunato. Ma la situazione del quartiere è grave. Bene i controlli delle forze dell’ordine. Non basta. Bisogna colpire il livello più alto dei narcos».
da lastampa.it
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