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Autore Discussione: Lelio Violetti Lettera aperta al direttore dell'Agenzia delle Entrate ...  (Letto 2238 volte)
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« inserito:: Febbraio 04, 2015, 08:12:30 am »

Lettera aperta al direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi

    Domenica, Gen 25 2015

Fisco equo pubblica una 'Lettera aperta al direttore dell’Agenzia delle Entrate Rosella Orlandi' per evidenziare alcune disfunzioni del fisco telematico.
Un contributo e un invito a correggerle in vista dell'appuntamento del 730 precompilato.

di Lelio Violetti

Gentile Direttore,
Sono un utente del fisco telematico. Le scrivo per segnalare alla sua attenzione un fatto di cui sono stato vittima determinato dalla scarsa cura dell'Agenzia nei confronti dei contribuenti che utilizzano i servizi informatici messi a loro disposizione. Si tratta di servizi che hanno una elevata potenzialità e che se adeguatamente reimpostati e potenziati potrebbero far fare all'Agenzia un salto di qualità enorme nel costruire un rapporto diretto con quanti pagano correttamente le imposte. Racconto perciò quanto mi è capitato non con spirito polemico ma con il solo obiettivo di rappresentare alcune disfunzioni che sarebbe opportuno correggere per fare in modo che la dichiarazione pre-compilata, che dovrebbe debuttare quest'anno, diventi un concreto strumento di recupero del rapporto diretto tra amministrazione e contribuente. E non si trasformi in un boomerang per l’Agenzia delle Entrate.

 La vicenda. Nel 2009 ho riscattato la mia previdenza integrativa (22 anni di contribuzione 1986-2008) e, conoscendo, la legislazione in vigore, ero consapevole e mi aspettavo nell’arco di due-tre anni che l’amministrazione mi chiedesse il conguaglio dell’imposta dovuta (tassazione separata). Pertanto a partire dalla fine del 2012 ogni tanto andavo sul sito dell’Agenzia e accedevo alla mia posizione ed al mio cassetto fiscale per vedere e verificare se c’era una comunicazione che mi riguardava (che non è mai apparsa alla voce “altre comunicazioni” della tendina dei servizi). A settembre 2014 vengo per caso a sapere che a un mio amico era arrivata per posta una comunicazione di questo tipo, ma relativa all’anno d’imposta 2010. Preoccupato ho approfondito meglio la ricerca ed ho scoperto che con la stesse credenziali dell’Agenzia delle Entrate potevo accedere al sito di Equitalia. Sono entrato nella mia posizione contabile di Equitalia ed ho saputo che mi stava per essere notificata una cartella esattoriale in quanto la Vostra prima comunicazione sul conguaglio dell’imposta dovuta non mi era mai arrivata.

Poi, dopo ricerche, ho scoperto che tale comunicazione era stata spedita dall’Agenzia via posta a settembre dell’anno precedente e pur essendo l’indirizzo in possesso dell’amministrazione corretto e il mio nome e cognome presente sia sulla cassetta delle lettere che sul citofono non è mai arrivata (evidentemente non essendo in casa chi doveva non ha lasciato l’avviso o addirittura neanche è passato). Riconosco che prontamente l’Agenzia mi ha sgravato la cartella della sanzione e degli interessi; tuttavia mi sono trovato a pagare, senza colpa alcuna, l’aggio all’esattore (d’importo notevole in quanto la cartella era d’importo notevole).

Faccio, pertanto, notare che, se semplicemente la comunicazione fosse stata inserita nella mia posizione nel sito, nei miei ripetuti accessi l’avrei vista e tranquillamente avrei pagato per tempo senza bisogno che si scomodasse Equitalia e senza sborsare un contributo a fondo perduto all’inefficienza del sistema.

Tra l’altro, a tutt’oggi, io ancora non posseggo e non ho, pertanto, visionato la comunicazione originale; ho solo potuto controllare quanto riportato nella cartella esattoriale.

E veniamo al punto che riguarda il rapporto fra contribuente comune (lavoratore dipendente e pensionato) e sito dell’Agenzia dove a mio avviso c’è un gran lavoro da fare, soprattutto in considerazione del fatto che l’anno prossimo partirà la dichiarazione pre-compilata. La possibilità di stabilire uno scambio di informazioni continuo e trasparente tra fisco e contribuente costituisce una problematica fondamentale per stabilire una relazione corretta tra cittadino e fisco, ma soprattutto per limitare il campo d’azione della intermediazione (Caf) che non aggiunge valore. Il tema può essere suddiviso in due parti; la prima riguarda le modalità con le quali il contribuente può mettersi in contatto via rete con l’amministrazione per accedere ai dati relativi alla propria posizione fiscale; la seconda è correlata alle ragioni per cui il contribuente ha interesse o è stimolato a connettersi per verificare i dati, controllare la regolare esecuzione degli adempimenti e dare disposizioni (dichiarazioni, pagamenti, ecc.).

L’attuale modalità d’accesso al sistema informativo dell’Agenzia delle Entrate con Pin/password o con Carta Nazionale dei Servizi non ha trovato quella diffusione che ci si aspettava. Ciò anche perchè le applicazioni più importanti disponibili (dichiarazione, pagamenti con F24 e cassetto fiscale) non agevolano il colloquio che resta fondamentalmente unidirezionale: dal contribuente al fisco e non viceversa, enfatizzando l’adempimento all’obbligo piuttosto che la fruizione di un servizio reso.

Inoltre le modalità di accesso ai servizi on-line sembrano più indirizzate agli intermediari fiscali che ai contribuenti comuni. C’è nei contribuenti molta confusione fra “Fisconline” e “Entratel”; sarebbe utile far capire chiaramente, come in tutti i siti che prevedono un colloquio on-line, la parte d’interesse del cittadino comune con la dizione: “Servizi internet d’interesse del contribuente” con l’esposizione delle relative credenziali di accesso (login, identificativo e password).

In attesa che la questione delle modalità di accesso ai servizi offerti in rete dalla pubblica amministrazione trovi una soluzione adeguata ovvero che vada a regime l’unificazione in un solo supporto della Carta d’Identità Elettronica e della Tessera sanitaria, con funzione anche di Carta Nazionale dei Servizi, probabilmente si dovrà continuare ad accedere ai servizi in rete dell’Agenzia delle Entrate con il sistema attuale. D’altra parte è necessario rilevare che l’interesse all’accesso dipende solo parzialmente dalla facilità d’uso dello strumento utilizzato, ed a testimonianza di questo si può citare il successo che ha avuto l’internet-banking che, per operare, prevede tre elementi: un identificativo, una password e delle serie numeriche casuali generate, nella maggior parte dei casi, da un dispositivo elettronico, o, in alternativa, un riscontro di codici inviati via cellulare. Nonostante ciò il conto corrente on-line ha avuto un considerevole successo con una diffusione ampia e rapida. La frequenza di accesso dipende quindi principalmente dall’interesse che stimolano i servizi offerti. Proprio al modello costruito dalle banche per il conto corrente on-line sarebbe opportuno fare riferimento per rivedere il sistema di accesso all’offerta di servizi dell’Agenzia delle Entrate.

D’altra parte questi servizi oggi non sono strutturati in modo organico e razionale; sembrano esposti in modo casuale senza un criterio aggregativo ed una classificazione. L’accesso appare come un percorso ad ostacoli in cui spesso è complesso individuare e fare quello di cui si ha bisogno. Occorre, pertanto, ricondurre tutte le funzioni ad una serie di servizi (tendine con percorsi appropriati) che consentano, all’interno della propria posizione fiscale, di consultare dati e informazioni (tutte le comunicazioni comprese quelle relative alla tassazione separata), di disporre gli adempimenti (dichiarazioni e pagamenti) e di consultare, archiviare e storicizzare i propri documenti (in particolare dichiarazioni e pagamenti). Particolare attenzione va posta nella comunicazione, ad esempio prevedendo avvisi e-mail per segnalare la disponibilità di nuovi documenti (come la comunicazione che non mi è arrivata; da quello che c’è scritto il campo d’azione dell’attuale servizio esistente di comunicazione via e-mail o sms appare assai limitato) e l’invio di informazioni in merito a scadenze e adempimenti. Occorre, in definitiva, creare le condizioni per cui, nonostante le difficoltà d’accesso, diventi abituale per il contribuente accedere regolarmente al sito dell’Agenzia delle Entrate per operare, verificare e controllare la propria posizione.

Con una semplice e-mail (la posta elettronica certificata lasciamola ai contribuenti evoluti come le imprese o i loro intermediari) il caso che le ho segnalato non si sarebbe verificato. Pur non avendo valore legale ogni tanto mi arrivano mail dalla mia banca o dal gestore dei servizi domestici (luce, gas, telefono, nettezza urbana, etc.) sulla cui base tranquillamente accedo ai rispettivi siti, mi scarico i documenti sul mio computer e provvedo alle loro richieste, risparmiando in tempo e facendo del bene all’ambiente con la riduzione dell’uso della carta. Quanto proposto richiede interventi e modifiche pesanti (occorre riorganizzare e ristrutturare tutta l’area), ma per far decollare in modo appropriato la dichiarazione pre-compilata sono interventi utili e prioritari. L’operazione della dichiarazione pre-compilata sarà un successo se riuscirà a far decollare Il colloquio diretto tra fisco e contribuente azzerando i costi di intermediazione e facendo assumere all’Agenzia il ruolo struttura di servizio per agevolare l’adempimento fiscale. Un obiettivo possibile che, sono certo, l’Agenzia da Lei diretta perseguirà con forza.

 Da - http://www.fiscoequo.it/2015/index.php?option=com_k2&view=item&id=943:lettera-aperta-al-direttore-dell-agenzia-delle-entrate-rossella-orlandi&Itemid=112

 
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